Il lanciatore era dotato di un solo booster, seriale B1095 al volo n. 3. È ritornato in servizio 49 giorni dopo la missione Starlink Group 10-56. Il tentativo di recupero su chiatta oceanica “Just Read the Instructions” è RIUSCITO.
(Traduzione automatica) Un lotto di satelliti per la megontellazione Starlink-Project SpaceX per il sistema di comunicazione Internet basato su spazio.
Signore e signori, abbiamo due gustosissimi record. Innanzitutto quello del riutilizzo più veloce del SLC-40, con 2 giorni, 7 ore e 29 minuti. Il precedente record recitava 2 giorni, 8 ore e 31 minuti.
L’altro record è ancora più notevole in quanto riguarda due atterraggi consecutivi sulla stessa chiatta (JRTI nello specifico), sempre separati dai sopracitati 2 giorni, 7 ore e 29 minuti! Per JRTI il record precedente era di 3 giorni e 8 ore, mentre quello assoluto spettava a OCISLY con 2 giorni, 21 ore e 38 minuti.
A tal proposito Kiko Dontchev, vicepresidente delle Operazioni di lancio e recupero di SpaceX, ha condiviso con un commento su X un altro dato della recente impresa del Falcon 9 e del personale di terra: 12 ore, 5 minuti e 20 secondi. Questo è il lasso di tempo intercorso tra l’ingresso del trasportatore elevatore nell’hangar, per l’assemblaggio del razzo, e il lancio.
Per quanto sia notevole il nuovo record di riutilizzo di una piattaforma di lancio statunitense, lui crede che da qui a fine anno si possa fare meglio, molto meglio, abbattendo addirittura il muro delle 48 ore. Certo, limare ben otto ore non è affatto da poco. È un obiettivo sfidante, giocoforza necessario soprattutto in vista del 2026.
Aggiungo io: non dimentichiamoci che l’attuale licenza per l’utilizzo del complesso SLC-40 autorizza SpaceX al lancio di 120 Falcon 9 e di 40 static fire al massimo in un anno. Ammesso e concesso che tutte le 120 opportunità vengano colte, con una teorica media di un lancio ogni tre giorni, SpaceX è già sulla buona strada se terrà o sveltirà il passo per rimediare agli imprevisti.