il 3 marzo 1969 partiva la missione Apollo 9 per il collaudo in orbita terrestre del LEM.
Quanti ricordi !!
Mi sembra ancora di sentire l’atmosfera elettrizzante, quasi irreale di quei mesi che precedettero l’Apollo 11, forse il periodo più magico e suggestivo di tutti gli irripetibili anni ’60.
Dopo il periodo di profondo sconforto e depressione succeduto alle tragedie dell’Apollo 1 e della Soyuz 1, nell’ottobre 1968 mi ero riconciliato con l’ottimismo grazie alla splendida, suggestiva missione dell’Apollo 7, la prima (se non ricordo male) con le trasmissioni TV in diretta dallo spazio, che la RAI di allora faceva generosamente vedere.
E poi, per Natale, la storica impresa dell’Apollo 8
Dopo lo splendore dell’Apollo 8, la missione Apollo 9 fu un po’ meno seguita da mass media e pubblico: dopo la Luna, si tornava in orbita terrestre con una missione sicuramente meno spettacolare e più “tecnica” della precedente, ma per gli appassionati c’era lo stesso molta carne al fuoco: per la prima volta l’Apollo si presentava nella sua configurazione completa, con quello strano LEM che sembrava uno sgraziato bussolotto d’alluminio.
I miei ricordi forse non sono più tanto buoni (sono passato oltre 40 anni), ma mi sembra sia stata la prima volta che i media abbiano enfatizzato il mal di spazio, che colpì in maniera particolare Russel Schweickart, tanto da costringerlo a ridurre al massimo le EVA previste.
Comunque, se non ricordo male, quella di Schweickart, anche se molto ridotta rispetto al programma, fu la prima EVA effettuata nelle missioni Apollo.
Apollo 9 fu una delle missioni Apollo per me più care perché mi fece prendere uno dei voti più alti in un compito in classe d’italiano, a scuola.
Il titolo era, più o meno: commenta una notizia apparsa sui giornali negli ultimi giorni. Per fortuna sul Resto del Carlino c’era una foto del Saturno 5 ormai pronto per la partenza: colsi al volo l’occasione per parlare dell’importanza della missione col collaudo, per la prima volta nello spazio, del LEM e con la prospettiva, nel caso di successo della missione, del quasi certo mantenimento della famosa promessa di arrivare sulla Luna entro la fine del decennio.
Adesso sta per iniziare un ennesimo, nuovo decennio ( o forse è già iniziato, dipende dai punti di vista) ed ora la speranza per l’astronautica americana è solamente di poter tornare nello spazio con mezzi propri (e solamente in LEO; mica sulla Luna) entro la fine del decennio.