40° anniversario Soyuz 5

Domani, 15 gennaio, cadrà il 40° anniversario del volo Soyuz 5, lanciato appunto lo stesso giorno del 1969.
Dopo aver sbarcato i compagni Aleksei Yeliseyev e Yevgeny Khrunov sulla Soyuz 4, con la quale rientreranno, il comandante di Soyuz 5 Boris Volynov si apprestava al rientro solitario, quando la manovra di separazione tra modulo orbitale e modulo di rientro fallisce.
In tal modo il modulo orbitale restava collegato, causando una posizione “a testa in giù” del modulo di rientro, ed esponendolo alle temperature di rientro nella zona del portello di ingresso. Quando le guarnizioni avevano iniziato a bruciare, finalmente le forze aerodinamiche del rientro consentivano la separazione che prima non era avvenuta, salvando in extremis la vita del pilota.

Interessante il documentario, tutto in russo, ma nel quale vediamo stuzzicanti cimeli e soprattutto sentiamo l’audio originale di un cosmonauta che sta effettivamente sperimentando serissimi problemi con la sua capsula. I paralleli con altre storie affrontate in passato è palese…
http://rutube.ru/tracks/427948.html?v=4c7b983e31fbcf8660d52f8c494b2357

Questa missione è forse quella che rende più evidente la superficialità dei media, sempre alla ricerca di situazioni drammatiche inventate e ignari di quelle vere.

Paolo Amoroso

Non solo, questo ci fa capire quanto è lontana la realtà - quella vera - dalle pataccate sui cosidetti “Lost Cosmonauts”, spacciate negli anni '60 dagli Judica-Cordiglia & Co.

Cose dure a morire se ancora ieri si discuteva, in un thread dedicato alle tute spaziali sovietiche, se uno che somigliava (oppure no?) a Vladimir Ilyushin, per il semplice fatto di indossare una tuta pressurizzata (cosa comune per i piloti da alta quota russi e americani), potesse essere scambiato o meno per un “Lost Cosmonauts”…

Avevo già visto la descrizione dell’ “incidente” in un documentario, della BBC (su internet e i inglese, non in TV ovviamente!), e la cosa che mi aveva lasciato più stupito, era il fatto che il modulo di rientro della Soyuz potesse aver resistito ad un simile rientro anomalo praticamente senza riportare danni degni di nota, e consentendo all’occupante di atterrare sano e salvo!
Tra l’altro, nel video sopra allegato si notano alcune cose estremamente interessanti:

  • la famosa “leva” per il controllo del volo planato della capsula.
  • il cosmonauta che nel filmato non indossa la tuta (licenza poetica o fatto storico?)

Poi, uscito dall’ufficio me lo guardo con più attenzione…

Nessuna “licenza poetica”, si tratta di un fatto storico.

I cosmonauti russi, dalla Voskhod 1 (eccetto la 2 che vide Leonov realizzare la prima EVA della Storia) fino alla Soyuz 11 non hanno più indossato alcuna tuta pressurizzata dato che i tecnici russi vuoi per risparimare peso, vuoi per eccessiva confidenza nei propri mezzi avevano deciso di fare a meno delle tute pressurizzate (così come gli americani per le missioni Shuttle da STS-5 alla tragica STS-51L ).

I cosmonauti russi indossavano delle tute di lana in due pezzi di colore grigio ed il caschetto in cuoio nero e cotone bianco con il complesso cuffie-microfoni (analogo agli “Snoopy Cap” degli americani).

Questa eccessiva confidenza nei propri mezzi portò al tragico incidente della Soyuz 11 in cui tre cosmonauti morirono, durante il rientro, per un’improvvisa decompressione della capsula (dovuta al malfunzionamento di una valvola d’equalizzazione). I cosmonauti stavano rientrando dopo un mese e passa di operazioni a bordo della Salyut 1, la capsula atterrò regolarmente ma i cosmonauti erano già morti da un pezzo. A nulla valsero i disperati tentativi della squadra di recupero di rianimarli.

Da quel momento in poi i russi hanno SEMPRE indossato le tute pressurizzate, sia al lancio che al rientro, pratica che prosegue ancora oggi.

Fatto storico.
La filosofia dei Russi in quegli anni era di indossare le tute solo in caso di EVA.
Ed anche quì,data la non necessità di depressurizzare il modulo di rientro della Soyuz,gli scafandri non venivano mai messi al momento del lancio o del rientro (che avvenivano con la famosa tuta di volo in pannetto “grigio-topo” e la cuffia bianca),ma stoccati nel modulo orbitale,e quì abbandonati al termine della missione.
Anche l’eventuale missione Sovietica sull luna avrebbe dovuto svolgersi secondo queste modalità.
Circa questo modo di procedere,vi furono delle riserve avanzate dai Cosmonauti,cui si rispose che “nello spazio doveva andare solo chi non aveva paura”.
Soltanto in seguito alla tragedia di Soyuz-11 si decise di dotare gli equipaggi di combinazioni pressurizzate lancio/rientro.

Però, mitico il “faro” della Soyuz… quali altre capsule (non sferiche) sarebbero passate indenni da un rientro “ribaltate” di 180°?? :clap:

1969:l’anno che vedrà per la prima volta un uomo, (anzi due), camminare sulla Luna, con la fantastica missione di Apollo 11. Ma quell’anno, così straordinario dal punto di vista tecnico scientifico, iniziò nel segno dell’Unione Sovietica: l’aggancio in orbita intorno alla Terra, per la prima volta, di due navicelle spaziali abitate, la Soyuz 4 e la Soyuz 5 ed il primo trasferimento di cosmonauti da una capsula all’altra. Protagonisti dell’impresa i cosmonauti Shatalov, Yeliseyev, Krunov e Volinov. Ecco,dalla mia collezione privata, le prime pagine del quotidiano “Il Giorno” datate 16 e 17 gennaio 1969.

oh,oh! è apparsa solo la pagina del 17 gennaio, ecco quella del 16:lancio della Soyuz 5

Va veramente riflettere pensare che all’epoca queste missioni avevano le prime pagine dei giornali… :disappointed:
ps complimenti per il tuo archivio lunakhod!! E’ sempre bello fare un tuffo nel passato con tutti i suoi termini buffi: “congiungimento” oppure “particolari scafandri”… :blush:

Le prime pagine le hanno avute almeno fino ad STS-5.

Anche io voglio una biblioteca con i giornali dell’epoca !!! :ambulance:

La didascalia della foto di destra riporta: “Ecco il comandante […] mentre si trova in stato di imponderabiità.”
Non avevo mai sentito questo termine per descrivere l’assenza di peso, il dizionario però lo riporta come corretto in questo senso. Ha un bel sapore vintage.

Sempre meglio degli articoli e delle didascalie di oggi…!!!

Imponderabilità = assenza di peso

Tenete presente che “tecnicamente parlando” non si dice mai “in assenza di gravità” quando si riferisce a cose e persone in orbita quanto “in assenza di peso”.

Dal momento che è la forza-peso, effetto della gravità, a venir meno e non la gravità stessa.
La forza-peso viene annullata perché un veicolo spaziale in orbita terrestre, o intorno ad un altro pianeta o al Sole, è in un sistema inerziale per cui le varie componenti che insistono sul veicolo si annullano (più o meno) reciprocamente.

La gravità terrestre non viene assolutamente meno in orbita bassa terrestre, e è per questo nemmeno in una qualsiasi orbita intorno alla Terra, perché si suppone che un oggetto in orbita sia soggetto al campo gravitazionale terrestre che - per inciso - è fortissimo, basti pensare al fatto che un oggetto grosso come la Luna vi orbita intorno alla bella distanza di quasi 400.000 Km.

Ottima precisazione…;
anche la semantica è importante!