50° anniversario del lancio della Gemini 5

Ore 15 italiane di cinquanta anni fa, 21 agosto 1965, da Cape Kennedy prende il via la missione della Gemini 5. A bordo gli astronauti Gordon Cooper, al suo secondo volo nello spazio, e Charles Conrad. Otto giorni nello spazio, tanto quanto un viaggio Terra-Luna, con il rischio costante di dover interrompere la missione a causa di un guasto a bordo del Gemini.


Grazie, lunakhod, per avercelo ricordato. Ho l’impressione che Gemini 5 sia una delle missioni più dimenticate (anche rispetto agli altri voli Gemini).

Mi pare che ci fosse una storia di censura sulla patch della missione. Chi è che se la ricorda bene?

Patch scelta dagli astronauti:

La NASA non gradiva quel “Eight Days or Bust” e lo coprì (questa che segue è la patch ufficiale):

ecco perché…


Effettivamente non si parla spesso di questa missione, che rappresentò il primo volo di uno dei più grandi astronauti della Nasa (Conrad), e l’ultimo per Cooper, uno dei famosi Mercury Seven che, malgrado l’incarico di comandante di riserva di Apollo 10 non volò più, pare per la mancanza di motivazione che lo portava a partecipare a corse in macchina ed altre amenità del genere mentre era in addestramento.
Fu proprio il carattere taciturno di Cooper, in contrasto con quello effervescente ed originale di Conrad, che portò quest’ultimo a dire ai suoi colleghi che se avesse saputo prima dei tanti momenti di silenzio durante la missione si sarebbe portato dietro un libro. Stafford scrisse a proposito: “uno può anche provare a fare conversazione ma non può farlo da solo in eterno…”

Gemini 5 fu anche la prima capsula NASA ad avere un computer a bordo.

Quindi le patch delle missioni (scusate, forse è una banalità, ma io l’ho scoperto ieri grazie a voi) sono un’invenzione di Gordon Cooper, tanto da esser inizialmente chiamate (ma mi pare che l’uso si sia perso) “Cooper patch”.

Cercando su google ho trovato un sito interamente dedicato alla storia delle patch dei primi voli (da Gemini ad Apollo e dintorni) che può essere interessante per gli amanti del genere: http://genedorr.com/patches/Intro.html

Tra le altre cose vi è riportata la “letteraccia” (ufficialmente un Memorandum) che l’Amministratore della Nasa James Webb scrisse a Slayton il 14 agosto 1965 (quindi pochissimi giorni prima del volo di Gemini 5) per chiudere la questione sollevata da Cooper. Nonostante il tono molto formale, si comprende molto bene che Webb si lamenta con il “capo” degli astronauti, per non aver saputo gestire bene il caso. Non conosco bene la storia ma mi è difficile non pensare che anche questo episodio abbia inciso sul futuro della carriera di Cooper.

Ne riporto una traduzione veloce:

[i]14 agosto 1965

MEMORANDUM PER: Donald K. Slayton, MSC, Houston, Texas

Come ho promesso a Houston, la questione della patch di identificazione o emblema che Cooper e Conrad desiderano portare sul volo Gemini 5 è stata ampiamente discussa ed è ora si concordato tra Gilruth, Mueller, Dryden, Seamans e me stesso quanto segue:

Sulla GT-5 e sui futuri voli Gemini, tale identificazione può essere portata sul petto a destra sotto la targhetta con il nome dell’astronauta; tale “patch” non dovrà essere più grande dell’emblema della NASA portato a sinistra. Questa patch sarà indicata con il nome generico di “patch Cooper.” In mancanza di tale “patch Cooper”, sotto il nome può essere messa la designazione del volo “Gemini 6” o “Gemini 7”.

Per GT-5 la “patch Cooper” sarà quella presentata, salvo che la dimensione dovrà essere quella indicata sopra al paragrafo 1, a meno che sia impossibile rifarla in tempo, e dovrà essere indossata sulla tuta nella posizione specificata.

Per i voli Gemini successivi a GT-5, sarà consentito al comandante dell’equipaggio o pilota senior di indicare o progettare o raccomandare una “patch Cooper” per il suo volo, previa approvazione sia del Direttore del Centro Veicoli Spaziali con Equipaggio che dell’Amministratore Associato per il Volo Spaziale con Equipaggio presso la sede della NASA. Fino a nuovo avviso, l’Amministratore Associato per il Volo Spaziale con Equipaggio, prima dell’approvazione, chiederà il parere dell’Amministratore.

Il Direttore del Centro Veicoli Spaziali con Equipaggio suggerirà una regola da seguirsi per i voli successivi all’attuale serie Gemini.

La decisione di cui sopra è stata presa a causa del forte appello personale fattomi da Cooper, ma devo dire che ho una certa perplessità per il fatto che sia stata presa così tardi e che una questione riguardante il morale come questa influenzi all’ultimo momento fattori più urgenti e importanti che riguardano il programma Gemini. Credo che sia tua responsabilità di evitare che ciò si ripeta in futuro.

Quando si tratta di questioni che riguardano il modo in cui gli elementi di questi programmi sono visti in molti diversi paesi da molte diverse nazionalità non possiamo lasciare la decisione all’equipaggio, non importa quanto forte sia il loro desiderio di avere qualche aspetto di personalizzazione. In questo caso, sia il Dr. Gilruth che io abbiamo una preoccupazione molto forte per il motto “8 giorni o disastro”. Vorrei che potesse essere omesso. Se il volo non dura 8 giorni molti diranno che “è stato un disastro”. Inoltre, che si raggiungano gli 8 giorni o meno, il modo in cui il testo sarà tradotto in alcuni paesi non sarà a vantaggio degli Stati Uniti.

Come ho spiegato a Cooper, da parte mia c’è il più forte desiderio di prestare grande attenzione a ogni richiesta, di qualunque natura, venga fatta, anche a titolo personale, da uno dei sette astronauti originali. Faremo il possibile per dare a ciascuno di loro, come a veri pionieri, ogni considerazione possibile e il beneficio di ogni dubbio. Tuttavia, credo che loro e tutti gli astronauti devono imparare a fare lo stesso per quanto riguarda il giudizio di alti funzionari di questa agenzia riguardanti le materie su cui siamo tenuti ad avere una visione più ampia di quella che essi possono avere.

James E. Webb
Amministratore[/i]

Fonte: NASA JSC History Office Collection

La "Cooper patch" di Gemini 5 - che era ancora assente nella foto pre-volo postata sopra da lunakhod - fa bella mostra di sé sulle tute di Cooper e Conrad dopo il rientro (29 agosto 1965). Si vede bene che, anche se la scritta “8 Days or Bust” è stata occultata, le dimensioni dell’emblema della missione, molto più grandi di quello della Nasa, non sono ancora quelle prescritte dal Memorandum di James Webb.