" dopo il 2024." può voler dire anche 2034 o duemilamai-meno-un-minuto…
“Le priorità principali saranno fatte per la creazione della stazione orbitale russa.” quando e se potranno, intanto proseguono con quel che hanno (la ISS)…
L’astronautica continuerà a non essere amica delle scadenze precipitose come sempre…
Alla NASA non sono arrivate le relative comunicazioni ufficiali e tantomeno date programmatiche…
…quindi di che stiamo parlando?
Rogozin non sarà più della partita ma la politica delle dichiarazioni sgradevoli ma irrilevanti mi pare sempre la stessa, da quando non c’è più pace in Ucraina.
Mi pare ci sia molto poco di rilievo astronautico in tutto questo tranne che Rogozin sia stato sostituito da Putin con un suo compare dopo che il primo è stato bannato da marcozambi nel post 18:
Ho pensato anch’io la stessa cosa.
Ma in questo caso non era più inteligente stare zitti,fischiettare e fare finta di nulla?
Non è che da un annuncio simile alla Russia venga qualcosa…anzi.
Per cui la mia opinione è che quantomeno questa è la loro intenzione,
poi che riescano a realizzarla c’è di mezzo un “se” grande quanto tutto il Kazakistan.
E’ anche vero che gli occidentali un minimo di programmazione per gli anni futuri devono pur farlo…così come si fa?
Sarei curioso di sapere se queste dichiarazioni vengono fatte
per stupidità
per propaganda interna
come minacce rivolte agli altri paesi
Io propenderei per l’opzione 2, che mi pare la più logica. Ma mi potrei sbagliare e la motivazione potrebbe essere anche la 1 o la 3, o una combinazione fra queste. Di fatto comunque escluderei l’opzione
perché così accadrà
visto che da decenni ormai tutti i proclami di Roscosmos sembrano terminare in un nulla di fatto e perché sono a corto di risorse, sia economiche che tecnologiche. Soprattutto ora che dovranno riparare gli enormi danni ricevuti all’arsenale militare convenzionale e difendere i territori occupati. Ammesso che lo restino a lungo.
La componente della propaganda interna ci sta tutta.
C’è anche una motivazione velleitaria di orgoglio nazionale,un tentativo di recuperare l’antico prestigio del programma sovietico, e sempre per orgoglio la volontà di chiudere la porta (anzi il portellone) in faccia agli occidentali,e fare da se.
Auguri…non sarà per nulla facile.
Potrebbe anche esserci sotto sotto anche il timore di non poter più continuare materialmente il programma; in questo caso è molto più dignitoso ritirarsi volontariamente con la scusa di dover preparare un programma indipendente,che,certo prende tempo…e poi,campa cavallo.
In ogni caso bisognerà vedere cosa decideranno NASA,ESA e gli altri partners.
Ripeto, certo che i Russi potrebbero anche (come ulteriore opzione) continuare come nulla fosse rinviando il loro addio…ma se non si hanno sicurezze come si fa a programmare il futuro della stazione?
Si può impostare un programma navigando a vista aspettando le decisioni di un socio imprevedibile?
Secondo me il vero problema sta qui.
Badate che siamo già ad un passo successivo rispetto alle chiacchere di Rogozin; qui c’è già una dichiarazione d’intenti ai massimi livelli.
L’asticella si è alzata.
Roscosmos conferma che l’abbandono è previsto “dopo” il 2024, quando di preciso dipende dalle condizioni dei moduli e dal progresso della nuova stazione russa.
Anatoly però riferisce che su questo versante ci sono degli intoppi già con il primo modulo.
Esatto. La traduzione del comunicato rilasciato da Roskosmos nel suo canale Telegram.
Il Consiglio di coordinamento multilaterale dell’ISS ha preso in considerazione una serie di questioni relative al funzionamento della stazione, inclusa la possibilità di estenderne l’operatività oltre il 2024 fino al ritiro della Russia dal progetto.
In precedenza, Yury Borisov, Direttore Generale della Roscosmos State Corporation, aveva affermato che la Russia intende ritirarsi dal progetto ISS dopo il 2024, e non dal 2024, specificando che ciò avverrà tenendo conto dei tempi di inizio della creazione della Stazione orbitale russa, a seconda delle condizioni tecniche della ISS e, senza dubbio, con l’adempimento da parte russa di tutti gli obblighi precedentemente assunti nei confronti dei partner stranieri per mantenere l’operatività del segmento russo della stazione.
Naturalmente, la questione dell’estensione del funzionamento della ISS è importante per la cosmonautica con equipaggio della Russia e la parte russa adempirà ai propri obblighi nell’ambito del progetto.
Il Consiglio di Coordinamento Multilaterale della Stazione Spaziale Internazionale si è riunito in videoconferenza il 29 luglio. I rappresentanti dei partner della NASA, dell’Agenzia spaziale canadese, dell’Agenzia spaziale europea, del Ministero giapponese dell’istruzione, della cultura, dello sport, della scienza e della tecnologia/Agenzia di esplorazione aerospaziale giapponese e Roscosmos hanno discusso vari argomenti, tra cui l’uso della stazione spaziale, il funzionamento e la ricerca, come così come la pianificazione della transizione e il partenariato nell’orbita terrestre bassa nell’era delle stazioni post-spaziali.
Il consiglio incaricato di coordinare la gestione della stazione spaziale ha anche discusso di estendere l’operatività della stazione spaziale oltre il 2024.
Si’, il tutto lascia una tristezza immensa.
Continuo a pensare che le “sparate” siano a puro uso interno, dato che in occidente praticamente nessuno ci crede, a parte risibili personaggi.
Quello che conta sono le azioni ufficiali, e quelle le abbiamo sotto gli occhi.
Purtroppo la Russia spaziale era in affanno già prima della vile e sconsiderata aggressione all’Ucraina.
La prova provata sta nel fatto che il programma ISS fosse visto (dai russi) come una sorta di “salvagente” che consentisse di restare a galla ma poco più.
Un’altra prova provata sta nei vari programmi “in house” che hanno cercato di condurre nel corso delle ultime due decadi in maniera quasi sempre semi-fallimentare, qualche nome per tutti: il nuovo cosmodromo di Vostochny mai divenuto pienamente operativo, il nuovo lanciatore Angara A5 che ha effettuato solo qualche lancio ed infine la nuova capsula NTK-NP/Federatsya/Oriol ecc. alla quale continuano a cambiare il nome solo per non fare vedere il tempo che passa senza che si veda altro che rendering e mock-up scadenti.
Dopo lo scoppio della guerra contro l’Ucraina, la china discendente della cosmonautica russa ha oramai assunto l’inclinazione del baratro, dal quale sarà difficilissimo (se non impossibile) uscirne.
Deve, dunque, essere rimasto un briciolo di realismo in casa Roscosmos tanto da realizzare che dopo la ISS c’è il nulla (riempito dalle sparate spaziali di nuove stazioni orbitali, basi lunari ecc. che tanto sognare non costa nulla).
Fa una grande tristezza ma il XXI secolo spaziale appartiene ad altri attori, americani (NASA e privati), europei (da vedere in quale misura), cinesi, indiani e forse anche altri.
Credo che il problema sia anche nella crisi del sistema universitario post crollo URSS.
Ormai i grandi tecnici e scienziati usciti ai tempi dai Politecnici sono o in pensione o all’estero. E le nuove generazioni non sono certo all’altezza dei Korolev o di scienziati del calibro di Landau o Kolmogorov. La crisi certamente viene da ancora prima, grazie anche alla crisi economica, ma ricordo ancora quando, DECENNI fa, per la prima volta il Politecnico di Mosca ebbe meno candidati dei posti disponibili.
Dovrebbe essere una lezione per tutti: senza un eccellente sistema educativo, magari anche elitario come quello USA (che non è certo il mio modello, per inciso), prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.