Acqua off-limits per Curiosity?

Vorrei chiederVi un parere su questo articolo:

A me sembra un tantino esagerato.

A me sembra che sia tardi per non inquinare Marte. Dal 1971 e’ tardi…

Date il comando dei rover ad Howard! :rage:

Anche questo articolo del NY Times è sullo stesso tono
http://www.nytimes.com/2015/10/06/science/mars-catharine-conley-nasa-planetary-protection-officer.html?partner=rss&emc=rss&smid=tw-nytimes&smtyp=cur&_r=0
anche se meno…perentorio e da ragione a Smiley :stuck_out_tongue_winking_eye:
<<Earth has been invading Mars since November 1971, when the Soviet Mars 2 lander crashed.>>

E non abbiamo neanche trovato dell’Illudium PU-36…

Ciao a tutti, spero di non aver sbagliato sezione, e che l’ argomento non sia stato trattato in qualche altra discussione, ho fatto una ricerca, ma non ho trovato niente.
Mi riferisco al fatto che pochi giorni fa è stata data la notizia che su Marte ci potrebbe essere acqua salata allo stato liquido ed in particolare cito questo articolo:

Ma … possibile che dopo tanti sforzi si perda un’ occasione del genere ?

Ciau, ne stavamo parlando qui. Magari i Powers that Be possono unire le discussioni. :wink:

Azz… o meglio. Cribbio ! Eppure mi ero impegnato anche nella ricerca. Però cercando Curiosity e acqua non era uscita la discussione giusta. Perdonatemi.

Ma tecnicamente la missione sarebbe possibile ? La distanza, il tipo di terreno lo consentirebbero ?

Io spesso uso il tasto mostra tutti i topic non letti, e quelli di moda sono sempre tra i primi…

Mi sembra di capire che non vedremo mai l’acqua marziana sul posto, se è questo il livello di precauzione…
Anche perchè se troviamo batteri marziani difficilmente saranno diversi dai terrestri.

Sinceramente non capisco cosa c’è di nuovo. Il Contamination Control e la Planetary Protection esistono da sempre, ne abbiamo anche parlato altre volte sul forum.
I vari siti sono categorizzati in base alla possibilità che hanno di ospitare tracce di vita, e in base a quello si preparano le sonde che devono andare ad esplorarli. Il COSPAR da cui sono scaturite queste categorie è del 1958.
Wikipedia già contiene un po’ di info se volete. E se date un’occhiata qui, il COSPAR ha aggiunto la categoria IVc nel 2003, per includere le aree di Marte dove la vita potrebbe propagare. E qui c’è tutta la documentazione dettagliata, se avete voglia di leggere.

Trovo abbastanza normale che una sonda fatta e costruita per andare in un posto arido dove ci si aspetta al massimo di trovare dei fossili non possa andare ad esplorare una zona in cui potrebbero esserci batteri ancora vivi.

Ti faccio una domanda ammettendo la mia ignoranza: esistono protocolli di sterilizzazione diversi? Mi spiego meglio: il rischio zero per la presenza di batteri superstiti nelle sonde non esiste (credo). Abbiamo già protocolli per mandare sonde in zone “interessanti” Dobbiamo svilupparli ancora?

Certo, esistono protocolli e controlli più o meno restrittivi. Ovviamente i costi lievitano, quindi non si applicano i controlli X se per requisito basta avere quelli Y.
Io non sono un grande esperto, ho fatto solo un corso base di PP qualche anno fa in Alenia e mi sono interfacciato con gli specialisti quando mi serviva per lavoro, ma è roba che ho fatto quasi dieci anni fa… Le grandi aziende hanno in genere un piccolo dipartimento che si occupa proprio di quello.

Dai un’occhiata all’ultimo sito che ho linkato, quello NASA. È un po’ lungo da leggere ma è interessante. Qui ci sono i requisiti dettagliati a seconda delle varie categorie. Si parla proprio di spore per metro quadrato, di probabilità di contaminazione, etc. Più la categoria è restrittiva, più i numeri scendono.

E i costi salgono. Quindi non ha senso impiegare criteri di sterilità eccessivi per missioni che non prevedono l’eventualità di attraversare ambienti potenzialmente abitabili da forme di vita.

Riguardo l’eccesso di prudenza, non credo sia questo il caso. Sappiamo bene che alcuni organismi terrestri sopravvivono discretamente anche ai viaggi spaziali. Nella remota eventualità che su Marte si trovino forme di vita autoctone, la loro scoperta sarebbe il nostro primo contatto in assoluto con la vita extraterrestre, e potrebbe insegnarci moltissime cose sulla storia del cosmo e della vita stessa. Se incontrassimo batteri terrestri, saremmo indotti a trarre conclusioni radicali sullo scambio di materiale vivente tra pianeti e sull’origine stessa della vita terrestre: davvero non vorremmo mai avere il dubbio che tali conclusioni possano essere basate su una contaminazione provocata proprio da noi.

Ricordo una cosa, sulla sterilizzazione di uno strumento del curiosity, che mi fece ridere, ma non la so ritrovare. Era così: il rilevatore dello spettro del carbonio (forse era il SAM) aveva rilevato tracce di questa sostanza implicante la vita, i giornali avevano parlato di una grande scoperta, ma poi si era capito che prima della partenza qualcosa dentro la scatola ultra sterilizzata dello strumento si era rotta, perciò qualcuno aveva aperto “in fretta con il cacciavite”, sistemato e richiuso senza ri-sterilizzare. Della serie: “dù maròn…” :grin: :grin: