Ad estremo: pianeti ricoperti di petrolio

Andiamo un po’ oltre con la fantasia.
Come sarebbe un pianeta ricoperto interamente da un mare di petrolio (con magari qualche isolotto sperduto)?
Tralasciando il fatto che sia possibile o no, quali sarebbero le caratteristiche di un pianeta simile?
Come sarebbe l’atmosfera, e ci si potrebbe atterrare o si esploderebbe al contatto?
E basterebbe una scintilla per fare esplodere tutto l’oceano di petrolio?

Non esplode nulla, tanto per cominciare. Per farlo la sua atmosfera dovrebbe essere d’ossigeno (comburente) e la vita dell’astro sarebbe piuttosto breve perché il primo fulmine naturale o la caduta di un micrometeorite trasformerebbe l’astro in una massa d’acqua con atmosfera di anidride carbonica, ovvero penso ad un astro d’acqua gassata. :flushed:

In natura Titano è un coacervo di idrocarburi solidi, liquidi e gassosi, quindi la sua fisica può essere comparata ad un astro di petrolio, che è un idrocarburo.

Ma suppongo che se potesse esplodere, una comune navicella non potrebbe atterrare, o esploderebbe, giusto?
E lo stesso pianeta non potrebbe esplodere completamente, se il mare di petrolio esplodesse?

come già accennato da Ares, ragionevolmente al di sopra di un pianeta interamente ricoperto di petrolio non ci potrebbe essere una atmosfera che contenga quantità elevate di ossigeno: qualsiasi evento naturale (fulmine, meteorite, eruzione etc) lo avrebbe già bruciato ben prima che una astronave ci si poggi su.

E al contrario: se c’è del combustibile in un pianeta ricco di ossigeno, questo brucia da solo. Ad esempio, il metano nell’atmosfera terrestre reagisce con l’ozono in quota e “brucia”, non ha vita lunga. Titano è un buon esempio, quando il lander di Huyghens è atterrato ha sicuramente lasciato una scia di fuoco per l’attrito dello scudo termico, ma non è successo nulla - lì non c’è ossigeno, e se ci fosse si sarebbe già combinato per cause naturali.

come la “combustione lenta” che avviene con la carta. se lasci un libro in un atmosfera dove puo’ bruciare, non hai bisogno di dargli fuoco, ti basta aspettare qualche migliaio di anni e lo troverai carbonizzato. È per quello che i libri ingialliscono, perché l’ossigeno li brucia spontaneamente anche se lentamente

Se un giorno costruissimo un drone per esplorare un mondo del genere dovremmo dotarlo di motori che lavorano al contrario: con un serbatoio di ossigeno (o comunque un ossidante) e aspirando metano dall’atmosfera.

Zarya, le risposte che hai avuto ti soddisfano?

Io me lo sono immaginato come un pianeta x delle dimensioni di Marte con nucleo spento ma orbitante alla giusta distanza ad un pianeta gioviano (so che sto parlando di un satellite). Il pianeta x potrebbe sostenere, tramite l’effetto marea del pianeta gioviano, un sistema ecologico sotto il mantello. La vita può creare le lunghe molecole a base carbonio in grado di formare il petrolio. Che attraverso spaccature di faglia sala fino alla superficie formando grandi oceani. Ovviamente non c’è ossigeno nell’atmosfera perché non trattenuto dal campo magnetico del pianeta x

Al contrario potrebbe esserci troppo ossigeno.
Però gli incidenti in camera iperbarica dimostrano il contrario.
Lavorando con il metano, so che se la concentrazione d’ossigeno rimane contenuta entro certi valori avete combustione, sotto o sopra tali valori, non si ha combustione.
Ora non conosco i valori per il petrolio, ma se ci fosse un eccesso di ossigeno, potrebbe non bruciare. Però bisogna giocare con le pressioni.
Diciamo che un astro di petrolio pronto per bruciare è una improbabilità enorme.
Altrimenti devi giocare. Ad esempio, ed è anche in natura, puoi immaginare un lago di petrolio in una conca piena di anidride carbonica (liquida o gassosa). Non avrai combustione fino a quando un evento non fa sgusciare via l’anidride carbonica e fa arrivare l’ossigeno. I vapori del petrolio si mischiano con l’ossigeno ed a questo punto ti basta una piccola scarica elettrostatica, come quella di una mano passata tra i capelli, per far detonare tutto.

Se hai un atmosfera estremamente rarefatta non puoi sostenere l’esplosione

Non importa quanto sia rarefatta l’atmosfera, ma quanto sia la percentuale dei componenti della miscela. Puoi anche avere una pressione di 0,01 bar ma ad esempio per il metano in aria se la miscela è tra il 5 e il 15 % ci sarà combustione. Al di sotto o al di sopra di quei limiti non ci potrà essere l’accensione della miscela.

Quoto Vittorio, è così. Ma Zarya, che ne pensa?

Essendo un mondo con oceani di petrolio con l’atmosfera estremamente rarefatta (di cui l’ossigeno è una piccola %, non ci può essere sintesi clorofiliana sotto terra) pensavo che non si potessero raggiungere le percentuali indicate da Vittorio.

Ma dopo il primo incendio planetario il petrolio residuo non potrebbe più bruciare, giusto?

Brucia finchè la concentrazione dei reagenti arriva sotto la soglia che permette la reazione. Un pezzo di carbone brucia finchè c’è carbonio da ossidare, oppure, se ad esempio è in vaso chiuso, fichè c’è ossigeno per ossidarlo. Ma io voglio l’opinione di Zarya, che dev’essere parente di San Damiano.

Non dimentichiamo che anche la temperatura influenza la combustione.

In generale, affinché ci sia una combustione c’è la necessità che ci siano 3 elementi concomitanti: combustibile, comburente e temperatura. Quando uno dei tre viene a mancare, automaticamente la combustione cessa. Infatti per spegnere un incendio (reminescenze di quando ero militare a bordo delle navi, ma anche dei vari corsi antincendio che facciamo obbligatoriamente ogni due anni sul lavoro) si va ad agire su una delle 3 parti di questo che viene appunto chiamato “Triangolo del Fuoco”: o si sottrae calore (si abbassa la temperatura), o si toglie il comburente (si soffoca l’incendio), o si toglie il combustibile (si toglie l’alimentazione). La variabilità delle percentuali nelle quali si ha la combustione rientra appunto in queste due ultime categorie, ovverosia per assurdo troppo combustibile potrebbe “spegnere” l’incendio (così come la sua mancanza), così come la mancanza di comburente ferma la combustione.

troppo combustibile potrebbe “spegnere” l’incendio
È esattamente il motivo per cui le auto di una volta si “ingolfavano” se dimenticavi di “togliere l’aria” quando si erano messe in moto. Problema tipico dei carburatori, con l’iniezione elettronica non esiste più.

:stuck_out_tongue_winking_eye:
è diventato un post di piromani
:skull:

:stuck_out_tongue_winking_eye: buona questa