Addio a Ernst Stuhlinger, uno degli ultimi membri del team di Von Braun

Il Dott. Ernst Stuhlinger, uno degli ultimi “rocket scientists” tedeschi trasferiti negli USA dopo la Seconda Guerra Mondiale è deceduto nella sua casa di Huntsville, Alabama all’età di 94 anni.
Ernst Stuhlinger (nato nel 1913) era nato a Niederrimbach in Germania; laureatosi in fisica all’età di 23 anni, lavorò successivamente per il Programma tedesco per l’energia atomica. Nel 1943 si aggregò al gruppo di Von Braun a Peenemuende dove lavorò nel campo dei sistemi di guida. Fu uno dei 126 scienziati che emigrarono negli Stati Uniti al termine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1955 divenne cittadino USA.
Nel 1950 Stuhlinger lavorò al progetto del Redstone Arsenal dove sviluppò nuove idee per un mezzo alimentato a energia solare. Uno dei più famosi progetti di questo tipo prevedeva un flusso di ioni emessi sia da atomi di Rubidio che di Cesio accelerati da elettrodi carichi negativamente che avrebbero spinto il flusso attraverso un condotto di propulsione. Il tutto sarebbe stato rifornito di potenza dal flusso di energia radiante proveniente dal sole. Chiamò questa macchina “navicella solare”.
Egli fu direttore del settore scientifico del Marshall Space Flight Center dal 1960 al 1968, poi direttore scientifico associato dal 1968 al 1975 quando si ritirò diventando Professore e Ricercatore all’Università dell’Alabama ad Huntsville.
Uno dei suoi più grandi traguardi fu quello di essere uno dei primi pionieri nella ricerca sulla propulsione a ioni; la prima missione a usare questa tecnologia fu il Space Electric Rocket Test (SERT) negli anni '70. Anche Deep Space 1 della NASA lanciato nel 1998 si avvaleva della propulsione ionica per la sua navigazione.
Il Dr. Stuhlinger ideò il primo sistema di questo tipo con l’idea di mandare l’uomo su Marte, e negli anni '70 assieme a Von Braun convenne che grazie a questa nuova modalità di propulsione si sarebbe potuta portare avanti l’esplorazione del sistema solare.

Godspeed Ernst, sono sicuro che i suoi studi sulla propulsione elettrica non rimarranno lettera morta… :disappointed: :disappointed:

Un altro grande scienziato che se ne va! :cry:

Grande innovatore, il suo testo “Ion propulsion for spaceflight” del 1964 resta una pietra miliare nel campo della propulsione elettrica. Anche in Italia, il progetto FEEP si rifà ai concetti di Stuhlinger. Da notare, per onore della storia, che Glushko dimostrò un propulsore elettrico già nel 1929.

E’ impressionante l’arco di vita di quest’uomo, quello che visto e fatto!
A vissuto in prima persona l’evolversi dell’astronautica!
Dai tempi degli aerei con motori a scoppio, all’esplorazione del sistema solare!

Si, ma io preferisco Hermann Oberth che avrebbe potuto vedere librarsi il Flyer dei fratelli Wright e fece appena in tempo ad assistere alla conclusione del grand tour dei Voyager.