Aggiornamenti al software per STS-126

La missione di Endeavour del mese prossimo sara’ la prima a beneficiare dell’ultima release del software per i computer di volo dell’orbiter, denominata Operational Increment no. 33, con significativi miglioramenti sul versante della sicurezza in caso di scenari di “abort”, i piu’ temuti.

Un primo upgrade riguarda il miglioramento del controllo dell’assetto subito dopo il main engine cut-off in caso di abort con ritorno al sito di lancio (RTLS), e mirano a ridurre i rischi di una collisione con l’external tank dopo la separazione.
In questo scenario, occorre lasciar esaurire i due razzi a propellente solido, che, come noto, non possono essere spenti. Successivamente l’orbiter dovrebbe tentare di invertire la rotta per tornare al Kennedy, manovrando con i suoi motori SSME per portarsi ad una distanza e velocita’ compatibili con il rientro veleggiato. A questo punto si avrebbe lo spegnimento dei motori ed il distacco dal serbatoio esterno.

Un’altra miglioria riguarda il caso definito “two engines out”, ovvero il guasto a due dei 3 SSME durante le ultime fasi dell’ascesa. La release precedente del software, purtroppo, innescava un errore nella gestione automatica dell’accensione dei propulsori orbitali che, in caso di avarie, hanno il compito di spingere lo shuttle su un’orbita ellittica predeterminata. L’errore del software avrebbe causato l’accensione tardiva del’OMS, con conseguente rientro indesiderato.
La nuova procedura prevede che l’equipaggio passi alla manetta sul manuale con un residuo di carburante del 5%, alla manetta al minimo con carburante residuo al 2%, ed alla manetta su “automatico” nelle fasi successive.
Storicamente, una sola missione shuttle (STS 51F) ha avuto problemi ad uno solo dei motori in fase di lancio, concludendosi con un “Abort to orbit”, ovvero un sicuro inserimento in un’orbita relativamente stabile.

Altri miglioramenti sono stati apportati al complesso hw/sw che sorveglia costantemente il funzionamento di ogni singolo motore, ed in particolare delle turbopompe dell’ossigeno liquido e dell’idrogeno, essendo installato direttamente nel complesso propulsivo. Le migliorie consentono di raccogliere i dati e scaricarli dall’orbita, mentre precedentemente occorreva attendere il rientro dell’orbiter.

E veniamo all’ultima serie di modifiche che si riferisce alla possibilita’ che un orbiter debba effettuare un rientro, distruttivo o meno, privo del suo equipaggio.
Le alternative, da valutare in base alle condizioni del mezzo, sarebbero di far rientrale lo shuttle “di poppa”, con conseguente distruzione nell’atmosfera, oppure tentare un atterraggio con procedure in parte teleguidate, in parte automatiche.
Nella fattispecie, il nuovo software consente l’apertura automatica dei carrelli e del paracadute frenante subito prima dell’atterraggio, mentre in precedenza il comando doveva venire dall’esterno. Inoltre il sistema prevede ora di passare alla navigazione in GPS in caso di rientro teleguidato ed indisponibilita’ del sistema di atterraggio basato sulle microonde.

Va sottolineato che l’ipotesi del rientro distruttivo e’ di gran lunga la preferita, sebbene un rientro automatico senza equipaggio consentirebbe un’approfondita analisi delle cause dell’incidente, oltre, evidentemente, a garantire la sopravvivenza di un sofisticato e costoso velivolo.

Ragazzi, per onesta’ intellettuale vi devo confessare una cosa, anche se mi vergogno. :flushed:
A me tutti questi scenari di abort affascinano!
Se mi mettessero nero su bianco l’incolumita’ degli equipaggi, io la LON di Endeavour la vorrei veder partire, possibilmente con un rientro teleguidato di Atlantis.
Ecco, l’ho detto. Portate pazienza.

Beh, oltre ad essere d’accordo con te non è una cosa di cui “vergognarsi”… è uno scenario che non ci si augura avvenga ma allo stesso tempo si vorrebbe vederlo in atto per vederne l’efficacia…

E soprattutto le incredibili immagini di 2 Shuttle in orbita!

Ne verrebbe fuori un bel film di fantascienza… :wink:

E` accaduto più volte, nei simulatori.

Paolo Amoroso

Mi associo anch’io alla vergogna :flushed:
Ovviamente ci si augura che non avvenga…però… :flushed:

Io una cosa del genere l’avevo pensata per un RTLS… che quando ho scoperto in che cosa consisteva mi sembrava di leggere la trama di un film di fantascienza!

Tra l’altro, una nota a margine: per me RTLS significa Return to Launch Site, e questo acronimo lo ricordo da quando scaricai il manuale d’istruzioni dello shuttle ( :stuck_out_tongue_winking_eye:) una decina d’anni fa.
Invece, sul sito ove abbiamo colto l’ispirazione per l’articolo ( :sunglasses:) viene reso come Return to Landing Site, ben due volte, con riferimento al KSC Landing Facility.
Mi pare meglio la prima “traduzione”, che ho conservato, anche perche’ suppongo sia valida anche nella fantascientifica ipotesi di lanci da Vanderberg, da cui arrivare al KSC sarebbe un po’ impegnativo…

E’ giusta la definizione Return to Launch Site.
Anche se lo Shuttle, come aveva detto un tempo il buon Amoroso, per atterrare non usa piste, ma solo Landing Facility… :wink:

Posso mettermi in castigo nell’angolo con te? Confesso anche io.

p.s. nel caso di lancio di emergenza, credo che automaticamente venga segnata la fine del programma shuttle…

Credo proprio di si.

Nessuno si augura che accada, solo che sarebbe probabilmente la cosa più spettacolare mai vista in orbita (e parlo di spettacolare nel senso dello spettacolo che si guarda al cinema, di spettacolo ordinario ce ne e’ in abbondanza lassù)

Posso capire che sarebbe un vero spettacolo ma… non ci tengo proprio a vederlo! :point_up: Lasciamo che il programma STS si concluda in perfetta sicurezza e dimostrando di essere diventato (purtoppo soltanto alla fine prematura della sua vita operativa) un mezzo sicuro per l’accesso allo spazio e con capacità che, purtroppo, per i prossimo 20/30 anni ci saranno precluse…

Questo credo non lo si potrà mai sapere… i “buchi” nella sicurezza rimangono anche oggi, e nessun sistema è infallibile alla lunga… in fondo fino a STS-113 (la missione prima di STS-107) chi avrebbe mai detto che lo shuttle non fosse ormai un mezzo ultra-sicuro?

I vettori A2-Soyuz si potrebbero definire tali! Di fallimenti non ne hanno quasi avuti e comunque, per quel che concerne le Soyuz, in parallelo con l’utilizzo del vettore, non hanno mai causato la morte di cosmonauti.

Che non sia mai successo non significa che non accadrà mai e che siano quindi perfette, l’aggettivo infallibile non esiste categoricamente dal punto di vista ingegneristico e la sicurezza al 100% è un’altra utopia non di questo mondo.

Intanto…speriamo che duri! :grin: