Aggiudicato il contratto per le torri-parafulmine della 39B

Ivey Construction si è aggiudicata la costruzione delle 3 torri parafulmine alte più di 200m che proteggeranno la rampa 39B per 28 milioni di dollari.
La costruzione inizierà dopo l’ultimo volo dello shuttle su quella rampa, ovvero la LON STS-400 per un eventuale soccorso alla missione Hubble nell’estate 2008, la costruzione dovrebbe terminare nel 2010, i primi lavori per le fondamenta e la preparazione dei primi livelli inizieranno comunque già quest’anno.
Il contratto comprende la fornitura di tutto il materiale per la costruzione del complesso, compreso il sistema di cavi conduttori che proteggeranno la rampa.
Le torri saranno ribatezzate “Apollo 1”, “Challenger” e “Columbia”. Non saranno necessarie per i primi due test dell’Ares, che si svolgeranno dal 2009, in quanto per quelle occasioni verrà semplicemente montata un’antenna più lunga di quella attuale sulla rampa.
Per quanto riguarda le modifiche alla rampa, queste verranno iniziate prima della STS-400 in quanto questa missione non necessita di integrazione del payload sulla rampa (la stiva sarà completamente vuota) per cui le fasi di smantellamento e ricostruzione saranno avviate molto prima dell’ultima possibile missione.

Perchè la necessità di tali torri quando, per il programma Apollo che vedeva il maestoso Saturn 5 , non ce ne era la necessità?
L’Ares 5 non sarà molto più alto del Saturn 5 e non ritengo che ci sia quindi più rischi di attirare dei fulmini.
Si è poi visto, nel corso di questi anni, che ogni qual volta si è scaricato un fulmine, i parafulmini attuali avevano provveduto in modo eccellente a scongiurare qualsiasi tipo di problema.

Forse un parafulmine avrebbe fatto comodo ad Apollo 12.

Paolo Amoroso

Purtroppo non sarebbe servito essendo l’incidente avvenuto in volo. Meno male che come recluta vi era Alan Bean, altrimenti i suoi due camerata veterani avrebbero detto ciao ciao alla Luna :stuck_out_tongue_winking_eye:

Anche io mi pongo la stessa questione di Topopesto, uno solo in cima alla torre di lancio non basta?

Beh, secondo me gli eroi del lancio di Apollo 12 sono stati in verità 2. Il primo è il controllore di volo John Aaron, che al quadro di controllo dell’EECOM, non perse la testa quando notò i valori assurdi inviati alla casamatta dalla telemetria del Saturn V. Egli infatti intuì immediatamente che un reset della telemetria avrebbe fatto rientrare nella norma i dati trasmessi!

Il secondo è stato il comandante Pete Conrad, che in quel momento sedeva al posto di guida (come di consueto durante un lancio lunare)! Per tutto il tempo dell’allarme infatti, egli tenne la mano sulla cloche di aborto senza azionarla, aspettando con innato sangue freddo, la diagnosi del problema da parte di Houston.

Immaginate di trovarvi in quel frangente! Avreste avuto anche voi la lucididtà mentale necessaria in una situazione simile, pensando soprattutto al fatto che vi trovavate su un potente razzo impazzito, pieno di carburante, che in quell’istante stava spingendo al massimo? Aggiungete poi la consapevolezza che il comandante aveva acquisito sul tipo di guasto che si era presentato: tutte e tre le celle a combustibile, sembravano sovraccaricate a causa di un corto circuito e la corrente elettrica necessaria ad innescare l’aborto sarebbe potuta mancata da lì a poco!

Ad Alan Bean (grande astronauta, non lo metto in dubbio), secondo il mio modesto parere, va solo l’onere di aver ricordato in quale posizione della grande console, si trovava l’interruttore SCE da commutare su “Aux”, come suggerito da J. Aaron. Chi altri se non lui poteva azionarlo, visto che l’astronauta si trovava sul sedile di destra ed era responsabile dei sistemi elettrici del veicolo?

Per quanto riguarda la fase di lancio di Apollo 12 parlerei, più che di eroi, di professionisti calmi, preparati e amalgamati in una intesa perfetta.
Con questo non voglio sminuirli, anzi! L’atto eroico è qualcosa che si consuma nel momento, ed è legato più all’indole umana del singolo che a tutto il resto. Ciò che è assolutamente da esaltare di quei momenti terrribili è che il lavoro di squadra funzionò perfettamente, e in tal senso il merito va ridistribuito tra tutti gli attori che abbiamo citato nei post precedenti. Ciascuno portò a termine il suo compito in maniera impeccabile, non si lasciò prendere dal panico fidandosi dell’altro e ricevendo piena fiducia in risposta: Aaron individuò il problema, Bean lo risolse, Conrad mantenne la calma e tenne sotto controllo la situazione dalla sua postazione mentre la crisi si manifestava e quindi si risolveva.
Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi a quasi quarant’anni di distanza: una missione impeccabile (a parte la telecamera a colori… ;-)) e a tratti perfino esilarante (le pin up sul suolo lunare… :smiley:)

Grande Giulio!
Sagge parole! :smiley:

Questo particolare mi era ignoto. Non sarebbe bastata la batteria elettrochimica di cui disponeva il modulo di comando, che serviva normalmente durante la discesa una volta staccatosi dal modulo di servizio, per azionare la torre di salvataggio?

Concordo con Giulio però… penso + che altro che, la scelta di non attivare l’aborto ma di continuare con la missione , sia stata quella di risciare di perdere la Luna x sempre.
Bisogna infatti tener da conto il fatto che, se la missione fosse stata abortita, gli astronauti avrebbero rischiato di non scendere + sulla Luna questo perchè, il tutto avrebbe avuto delle ripercussioni sia su tutte le missioni in programma, sia sui finanziamenti.
Ne è stato un esempio Apollo 13 che , con il suo incidente. causò il ridimensionamento del programma e , per qualcuno degli astronauti, la Luna stessa.

Certo! Ci pensava il sistema EDS (Emergency Detect Subsystem) in maniera automatica! Questo sottosistema era stato progettato proprio per rilevare anomalie durante le prime fasi del lancio, sia nel CSM che nel Saturn V!

L’interruttore per il controllo delle emergenze si trovava sulla console principale, accanto agli interruttori di separazione dei moduli. Durante tutta la fase di accensione dello stadio S1-C sino allo spegnimento del motore F1 centrale, era lasciato sulla posizione AUTO. Se ci pensiamo bene infatti, quella era la parte più critica dell’ascesa, a causa della forte velocità accumulata e delle pressioni aerodinamiche che interessavano il vettore. Successivamente veniva posto dal comandante su OFF (manuale), proprio pochi istanti prima della separazione del S1-C dal S-II. Non a caso dopo l’accensione del secondo stadio, veniva innescato (sempre dal comandante) lo scarico in volo della torre di salvataggio e della protezione B.P.C.!

Quello che preoccupava Pete Conrad in quel momento non era il funzionamento stesso del dispositivo di emergenza, ma il 75% dei sottosistemi fuori uso che ne potevano compromettere il corretto funzionamento!

Anche nel film Apollo 13 si parla del sistema EDS! Allego foto di chiarimento!