Alcuni 'inconvenienti' che potevano capitare allo Space Shuttle

Alcune cose che è meglio non siano capitate e quelli veri, secondo voi quante sono le possibilità che l’equipaggio si salvi in questi casi?

oh mamma :open_mouth:

Questo “The Faking Hoaxer” é un abile creatore di effetti speciali video, che aveva anche montato in maniera incredibile il finto viaggio di apollo 18 su Marte, se ricordo bene. Un bravissimo digital videomaker.

PS Avete notato l’easter egg?

Sono l’unico che li trova bellissimi ma spesso di cattivo gusto? La cabina in fiamme mi mette i brividi.

A mio parere bellissimi dal punto di vista della CG ma un po’ troppo fiction dal punto di vista tecnico… La navetta che prende fuoco come fosse cosparsa d’olio è IMHO moooolto irrealistico (cosa dovrebbe prendere fuoco??)… Idem per la cabina in fiamme con i finestrini spaccati… I vetri si frantumano in una casa in fiamme, ma sicuramente non quelli di una navetta fatti per resistere a temperature estreme e spessi molti cm… Il radiatore staccato in quel modo mi sembra meccanicamente improbabile vista la struttura su cui sono montati… Altri scenari invece mi paiono più realistici…

Si, sono fatti proprio molto bene in termini di realismo, forse tranne il terzo(quello della cabina strappata via nel campo) in cui è evidente che è un fotomontaggio, quello migliore per me è, in termini di realismo, quello dello shuttle agganciato alla iss con un finestrino colpito da un micro meteorite o un detrito spaziale. Il cattivo gusto per me non c’è, sarebbe stato ‘cattivo gusto’ il cadavere di un astronauta a che fluttuava in giro…

Beh, se c’è stato un grande aumento di pressione dovuto a una violenta combustione (magari originatasi dall’avionic bay o dal payload) la struttura prima o poi cede nelle parti più deboli della struttura, vero che poi esiste un efficace sistema di fire suppression system interno all’orbiter, poi ciò che ha alimentato il fuoco è un altro discorso… Magari c’era un ius o simile che è esploso e ha sparso carburante solido dappertutto, anche se è strano che le porte della stiva siano rimaste integre a questo punto… Andando ancora per ipotesi forse c’era un esperimento che comprendeva materiali pericolosi, anche se dubito che la portata sia tale da provocare l’aumento di pressione tale da sfondare le finestre… In conclusione boh.

[quote="albyz85, post:6, topic:21275"] A mio parere bellissimi dal punto di vista della CG ma un po' troppo fiction dal punto di vista tecnico... La navetta che prende fuoco come fosse cosparsa d'olio è IMHO moooolto irrealistico (cosa dovrebbe prendere fuoco??)... Idem per la cabina in fiamme con i finestrini spaccati... I vetri si frantumano in una casa in fiamme, ma sicuramente non quelli di una navetta fatti per resistere a temperature estreme e spessi molti cm... Il radiatore staccato in quel modo mi sembra meccanicamente improbabile vista la struttura su cui sono montati... Altri scenari invece mi paiono più realistici... [/quote]

Beh, se c’è stato un grande aumento di pressione dovuto a una violenta combustione (magari originatasi dall’avionic bay o dal payload) la struttura prima o poi cede nelle parti più deboli della struttura, vero che poi esiste un efficace sistema di fire suppression system interno all’orbiter, poi ciò che ha alimentato il fuoco è un altro discorso… Magari c’era un ius o simile che è esploso e ha sparso carburante solido dappertutto, anche se è strano che le porte della stiva siano rimaste integre a questo punto… Andando ancora per ipotesi forse c’era un esperimento che comprendeva materiali pericolosi, anche se dubito che la portata sia tale da provocare l’aumento di pressione tale da sfondare le finestre… In conclusione boh.

In realtà nessuna di quelle che hai detto è imho plausibile… I finestrini non sono certamente il punto più cedevole in caso di sovrapressione (Apollo 1 insegna). Per “fire suppression system” intendi gli estintori portatili? Non credo ci fosse altro in cabina… Il propellente solido se non è in pressione non brucia, è semplicemente inerte… E non credo fossero permessi materiali pericolosi in cabina, se non in minime quantità… Per la stiva non so, ma dubito in quantità elevate…

Comunque, ora che gli Shuttle sono tutti a terra non trovo che siano affatto di cattivo gusto. Anzi, la realizzazione è davvero ammirevole, finora avevo visto, dello stesso autore, solo un video con un relitto di Orbiter avvolto dai suoi detriti in orbita… molto ben fatto. Non entro nel merito di cosa sia più o meno credibile come dinamica degli incidenti, in ogni caso trovo che siano tecnicamente ben fatti e denotano un livello di attenzione ai dettagli superiore a quanto si vede in tanti film…

Le mie ipotesi non avevano la presunzione di essere vere, però trovo comunque interessante parlarne.

Per "fire suppression system" intendi gli estintori portatili?

No, mi sono confuso con lo smoke detection system, che serve solo a rivelarli, non certo ad estinguerli.
Ora che ci penso in effetti se la navetta riesce a sopportare il differenziale di pressione tra il vuoto dello spazio e la pressione interna può sopportare la differenza tra la pressione interna causata dal l’incendio è quella esterna atmosferica, o sbaglio?

quello migliore per me è, in termini di realismo, quello dello shuttle agganciato alla iss con un finestrino colpito da un micro meteorite o un detrito spaziale.

Decisamente l’unico realistico, anche se molto improbabile. Avere un impatto in quel finestrino mentre l’orbiter era agganciato alla ISS avrebbe significato che il complesso stava volando in un’assetto molto strano…

Bello il video comunque :slight_smile:

In quel caso (Shuttle attraccato alla ISS) le probabilità che tutti i membri dell’equipaggio si fossero trovati nella stazione sono alte.
Se qualche Astronauta fosse stato nell’Orbiter,non so che tempistica avrebbe richiesto mettersi in salvo dallo Shuttle alla ISS in una circostanza del genere (la decompressione è istantanea?)
Non sono certo se poi sarebbe stato possibile riparare il vetro della navetta o sigillare il finestrino in qualche modo (immagino però che si sarebbe potuto fare,specie con materiale inviato da terra)…sempre che l’eventuale decompressione non avesse danneggiato gli apparati di bordo rendendo impossibile il rientro.
In tal caso lo Shuttle sarebbe stato sganciato dalla stazione e deorbitato,e l’equipaggio (si spera per intero) sarebbe trornato a casa con le Sojuz.

Assolutamente no, ci metterebbe comunque un bel po’ di tempo. Considerao che tutti gli hatch sono aperti e che la ISS è parecchio grande. E probabilmente non farebbe molta differenza essere nell’orbiter o nella ISS, tutti vedrebbero una decompressione piuttosto veloce, ma molto probabilmente sarebbero riusciti tutti a mettersi in salvo chiudendo l’hatch del PMA.
Quando si ha un volume d’aria grande quanto la ISS, la depressurizzazione diventa uno scenario di emergenza meno catastrofico di altri.

Qui puoi vedere quello che hanno a bordo per riparare eventuali buchi. Dal video il buco sembra essere davvero grosso, ma quello è sul vetro esterno (quanti vetri in serie erano? la cupola se non sbaglio ne ha 4 o 5). Magari il vetro interno non sarebbe troppo danneggiato e si sarebbe potuto tappare con una di quelle patch.

Il problema però è che quelle patch funzionano con la differenza di pressione tra dentro e fuori, ovvero finchè la navicella è in orbita. Non sono sicuro che si sarebbe potuto efettuare un rientro con un vetro riparato in quel modo…

PS: bello parlare di “what if” sulla base di un video del genere :smiley:

Ipotizzando uno scenario del genere però mi vengono in mente altri problemi.
Dunque,impatto sul vetro,gli Astronauti eventualmente presenti nell’Orbiter passano rapidamente nella stazione e chiudono il portello.
Lo Shuttle si depressurizza.
Un primo problema è entrare nello Shuttle per compiere un ispezione dei danni: non so se un astronauta in tuta spaziale riesca a passare nel tunnel di collegamento,penso di si,ma è possibile depressurizzare la zona dell’ hatch per compiere quella che,anche se interna allo Shuttle, è praticamente un EVA?
Immagino inoltre che,essendo gli Astronauti al sicuro nella ISS, da Houston avrebbero il tempo di inviare un secondo Shuttle per ricondurre a terra il primo equipaggio e per portare tutto l’occorrente per le riparazioni (a ben pensarci,se ci fossero problemi di mobilità per le EMU,potrebbero caricare anche delle ACES modificate,meno voluminose,e forse una cabina stagna gonfiabile…
Io presumo che sigillerebbero il finestrino dall’esterno saldando un qualche tipo di placca.
Ma come procederebbero a ripressurizzare l’orbiter?
Inoltre,quali sistemi di bordo potrebbero guastarsi irrimediabilmente in caso di depressurizzazione?

Un primo problema è entrare nello Shuttle per compiere un ispezione dei danni: non so se un astronauta in tuta spaziale riesca a passare nel tunnel di collegamento,penso di si,ma è possibile depressurizzare la zona dell' hatch per compiere quella che,anche se interna allo Shuttle, è praticamente un EVA?

Per me sarebbe più comodo e sicuro farà uscire gli astronauti dal quest e farli rientrare dall ’ airlock dello shuttle che dà sulla stiva, credo non ci siano problemi ad azionarlo dall’esterno visto che lo shuttle è alla stessa pressione dello spazio vuoto, farlo passare da pma bisognerebbe depressurizzare tutto il modulo a cui è agganciato lo shuttle, non c’è modo di far stare un astronauta in emu nel vestibolo, è troppo piccolo.

A seconda delle dimensioni del buco, e quindi a seconda del rateo di depressurizzazione e del tempo a disposizione prima che la pressione sia troppo bassa, è anche possibile che gli astronauti rientrino nel modulo mentre sta avendo la perdita. Il motivo è che finché la depressurizzazione sta avvenendo si riesce a identificare più facilmente il buco perché la perdita d’aria fa rumore (se non nell’udibile, nell’ultrasuono, per cui hanno un rilevatore a bordo).
Una volta che la depressurizzazione fosse completa invece, trovare il buco potrebbe essere molto difficile. Chiaro che nel caso del video il buco è davvero grosso, quindi non ci vorrebbe molto a identificarlo. Ma in alcuni casi potrebbe essere più piccolo e potrebbe essere dietro la struttura secondaria, ovvero in posti non immediatamnete accessibili all’eqiupaggio. Questo se non sbaglio fu il caso della MIR, per cui provarono un’IVA ma se non ricordo male non riuscirono a trovare il buco…

Non dimenticare la differenza di pressione tra l’interno e l’esterno. Una riparazione all’interno sarebbe molto più resistente, perché una volta ripressurizzato l’orbiter il differenziale di pressione sarebbe dall’interno verso l’esterno. Se la placca fosse all’interno, il differenziale aiuterebbe a tenerla al suo posto. Mentre invece se la mettessi all’esterno, il differenziale tenderebbe a soffiare via la placca. E quindi la saldatura dovrebbe essere molto più resistente.

Una volta tappato il buco, si potrebbe ripressurizzare l’orbiter con l’aria nelle taniche della ISS. Gli hatch hanno tutti una MPEV (Manual Pressure Equalization Valve) che viene usata per equalizzare la pressione tra i due lati e quindi poter aprire il portellone. Attraverso quella stessa MPEV si può ripressurizzare il modulo o in questo caso l’orbiter.
Altrimenti, credo che anche lo Shuttle avesse delle taniche di riserva.

Non credo ci sia niente che si guasti irrimediabilmente in caso di depressurizzazione, purché venga spento in tempo. Lo stesso vale per i sistemi della ISS. Ovviamente questi sistemi vanno spenti, perché parte del controllo termico avviene attraverso l’atmosfera, ma una volta spenti credo possano resistere indefinitamente.

Leggo che si possono fare riparazioni sullo Shuttle anche mentre è in orbita.
Quindi nel caso dell’incidente al Columbia nel 2003 il danno, se fosse stato notato per tempo, si sarebbe potuto riparare in orbita consentendo un rientro sicuro agli astronauti oppure era comunque non riparabile?

Il danno non era riparabile.

Se ne è già parlato.
Forse,mettendo da parte ogni procedura di sicurezza si sarebbe potuto inviare un altro Shuttle per riportare a terra l’equipaggio.
Il rischio di lanciare così rapidamente sarebbe stato elevato,ma nè la NASA nè il Presidente degli Stati Uniti in carica sarebbero sopravvissuti alla decisione di non fare nulla.