Vi siete mai chiesti come potrebbe essere una futura missione verso Marte? Credo proprio di sì, e una risposta può venire sicuramente dalle missioni analoghe, che hanno lo scopo di simulare alcuni aspetti delle missioni spaziali ricreabili quaggiù sulla Terra
Crew Health and Performance Exploration Analog (CHAPEA), (Analogo di Esplorazione delle Performance e della Salute dell’Equipaggio, più o meno), è una missione analoga della durata di un anno organizzata dalla nasa all’interno del JSC, l’habitat è stampato in 3d (molto interessante) per simulare come saranno costruite le basi marziane reali.
L’inizio della prima missione è previsto nel 2022, al momento siamo nella fase della ricerca di astronauti analoghi, che si concluderà il 17 settembre.
Qui si tratta di basi di superficie stampate, il materiale lo si ricava sul posto elaborando regolite e altre cose interessanti che già sono lì, in teoria le dimensioni non dovrebbero essere un problema insormontabile, se non con una “stampante più grossa”.
Qualche anno fa la NASA ha fatto una competizione a proposito, ha vinto AI Space Fatcory con questo bestione!
Sembra confortevole. Noto l’assenza di finestre, che aiuterebbero dal punto di vista psicologico.Nella simulazione userei uno schermo HD con foto di Marte.
Non credo che uno schermo avrebbe senso, verrebbe trattato esattamente come gli altri schermi della base se non ignorato per via della scarsa utilità che potrebbe avere.
In futuro una finestra potrà essere sicuramente un grosso aiuto psicologico perché darebbe “aria”, ma qui lo scopo è isolare il più possibile, quindi personalmente non la ritengo necessaria.
Bella domanda.
Credo dipenda dal “quanto si voglia lasciare spazio al caso”, mi spiego: in simulazioni dove l’hab si trova all’esterno (hi Seas ad esempio) quando è nuvoloso si simula (nonostante sia un grossissimo arrangiamento) una tempesta di sabbia.
Quando hai un ambiente chiuso (come in Mars 500 o qui) puoi decidere e regolare ogni minimo dettaglio in base a cosa ti serve.
Insomma se volessero simulare cose come la durata del giorno, le condizioni climatiche, il rendimento del sistema elettrico, o chissà cosa, potrebbero farlo.
Scusate il ritardo, in questo periodo sono un po’ assente causa vacanze / volontariato vario. Nel frattempo però la missione è partita, con l’ingresso dei 4 “astronauti” in Mars Dune Alpha, ovvero l’habitat in cui rimarranno per un anno.
Più informazioni, praticamente tutte quelle che abbiamo al momento, sono disponibili in questo articolo di Marco Carrara