Con un video su YouTube l’azienda ha comunicato che svilupperà un nuovo vettore completamente riutilizzabile e stampato in 3D (come per il suo Terran-1). Sarà a metano e ossigeno e servirà per il sempre più florido mercato di costellazioni e satelliti, oltre che per il trasporto interplanetario. Ispirato nel design a Starship, permette l’invio di oltre 20 000 kg in orbita bassa. Debutto nel 2024, quindi al pari di Neutron, il vettore con gli stessi scopi (ma meno carico pagante) di Rocket Lab
Ho sentito parechie voci anche piuttosto autorevoli sostenere che questo potrebbe essere un serio competitor anche per Starship, perchè essenzialmente quasi nessuno necessita realmente di tutta la performance offerta dal leviatano di SpaceX, e un lanciatore più piccolo è più pratico da gestire. E di conseguenza potrebbe finire per rubare parecchi lanci a Starship, sopratutto per carichi di modeste dimensioni e peso.
Cosa ne pensate in proposito?
P.S. alla luce di questo reveal di Relativity sono doppiamente interessanti le recenti parole di Chris Kemp (Astra) riguardo all’uso della stampa 3D. Mi chiedo chi avrà ragione.
I motori potrebbero non essere prestanti e con il rapporto peso/spinta dei raptor e le minori dimensioni sfavoriscono le prestazioni. E deve sopravvivere a rientro e atterraggio. Ha tutte le complessita’ di SS, e almeno ad un esame superficiale, margini di progetto piu’ ristretti. Peraltro non sappiamo ancora neanche se funzionera’ SS.
In bocca al lupo a loro, comunque. Non sara’ una passeggiata ma sarebbe un grandissimo successo.
Elon Musk ha già annunciato che quando Starship dovesse funzionare come sperato manderà in pensione pure il Falcon 9 perché non più competitivo
Russi e cinesi che già avevano detto di puntare pure loro al riutilizzo, dopo i successi di SpaceX ma ben prima di Relativity, se passeranno dai rendering ai fatti lo potranno fare con risorse superiori a quelle
Pure va ricordato che Musk già pensionò Falcon 1 non perché non fosse più competitivo* ma dedicarsi a cose più grandi, quindi chissà…
(* sto link a everydayastronaut, 28 maggio 2021, l’ho visto da qualche parete in FA non ricordo dove…)
I render sono sicuramente affascinanti, e mi sorprende il fatto che non ci sia uno scudo termico visibile nonostante si parli di riutilizzo completo, sarebbe interessante capire perché
Essendo stampato tutto in 3D innanzitutto il materiale utilizzato potrebbe essere l’Inconel per esempio, che sopporta comunque temperature importanti. Poi la stampa 3D consentirebbe ad esempio di realizzare uno scudo termico attivo realizzando dei canali e facendovi scorrere un liquido raffreddante.
Ovviamente sono solo idee mie e comunque non mi sorprenderebbe vedere evoluzioni stile Starship dove da un anno all’altro cambiava quasi tutto prima che iniziassero a costruire i primi prototipi.
La stampa 3d permette di implementare geometrie, ad esempio per le cavita’ in una camera di combustione, che sarebbero difficili da produrre con altre tecniche ma molto utili.
Non avevo mai sentito l’ipotesi di utilizzarla per lo scudo termico. Ha senso, ma anche se affermano di avere la stampante 3d piu’ grossa del mondo non so se basta per creare un oggetto delle dimensioni del secondo stadio.
Personalmente non escluderei neanche uno scudo termico tradizionale “smontabile” che viene sostituito e rivestito nuovamente di materiale ablativo ad ogni lancio. In un certo senso e’ come rigenerare i pneumatici… E’ un’idea che e’ circolata in qualche forum ma che non mi risulta sia stata implementata. Ma anche uno scudo ablativo delle dimensioni di un secondo stadio non penso sia una passeggiata.
A parte i proclami questo progetto contiene una marea di requisiti tecnologici di cui non sappiamo la soluzione e forse al momento non la sanno neanche loro. Non e’ una bazzeccola riutilizzare il secondo stadio. EM lo vuole fare da parecchio e per i Falcon ci ha rinunciato, nonostante che fosse nelle animazioni pubbllicate anni fa.
Parecchie novità da Relativity, praticamente ridisegnato tutto il vettore. Viene tentato un “undercut” su New Glenn e Vulcan in termini di prestazioni e costo, e viene abbandonata la filosofia del “100% stampato in 3d”.
Andando al 2026, Relativity si toglie dalla gara al vettore metalox che raggiungerà per primo l’orbita.
Altra riflessione: è l’ennesimo operatore a testare un “piccolo” vettore per poi passare a categorie ben più prestazionali, segno forse che il mercato dei piccoli lanciatori riutilizzabili sia veramente anti-economico? vedremo
Sempre dalla newsletter di Relativity veniamo a sapere che l’Aeon R, il motore del vettore, ha completato un Mission Duty Cycle. Prima una breve accensione da 10 secondi e poi una più lunga per simulare il volo.