Ariane 6, competitività e sviluppi futuri

molti siti danno la Canopee come nave “ibrida” con tanto di “generatori eolici”. Mi pare però che la Canopee della foto sia solo a combustione interna…

Archiviato per motivi di costi o difficoltà ingegneristiche?

Puo’ essere che le vele siano solo ritratte, ma la linea che si vede qui sembra diversa da quella della nave di Ariane6:

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Ai lati del ponte si vedono delle strane strutture, che potrebbero essere il punto di montaggio degli alberi. Vedremo… magari è ancora da completare

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Il CEO di Arianespace si è espresso su quando l’Europa potrà avere un lanciatore riutilizzabile, indicando gli anni 30 come possibili anni in cui lo si avrà. È sicuramente di parte, dato che dice che “Ariane 6 volerà per almeno altri 10 anni”, quindi ecco, magari sarà smentito dai fatti.

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Interessante e piuttosto esplicito articolo scritto dal Direttore Generale di ESA Josef Aschbacher, che di fatto riconosce senza tanti pudori la politica miope dei lanciatori europei.
Il monopolio di fatto di Arianespace mostra tutti i suoi limiti ora che si trova in un grosso momento di difficolta’, e uscirne non sara’ facile.

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Traduzione del pezzo di Aschbacher.

Negli ultimi cinquant'anni, l'ESA ha spianato la strada alla leadership industriale, commerciale e scientifica dell'Europa in diversi settori spaziali, in particolare nella scienza spaziale, l'osservazione della terra, la navigazione satellitare e la comunicazione satellitare geostazionaria, costruendo nel tempo un settore scientifico, tecnico e capacità industriale di cui noi europei possiamo essere molto orgogliosi. Allo stesso modo, fino a 10 anni fa, l'Europa dominava anche il settore dei lanciatori commerciali. L'accesso europeo allo spazio storicamente va di pari passo con le priorità dell'ESA per sostenere la nostra politica spaziale al servizio di obiettivi scientifici, tecnologici, economici e di sicurezza.

SpaceX ha innegabilmente cambiato il paradigma del mercato dei lanciatori così come lo conosciamo. Con l’affidabile affidabilità di Falcon 9 e le accattivanti prospettive di Starship, SpaceX continua a ridefinire totalmente l’accesso del mondo allo spazio, spingendo i confini delle possibilità mentre proseguono sulla loro strada. Una volta che avrà successo, Starship trasporterà carichi utili di circa 100 tonnellate in orbita terrestre bassa (LEO) riducendo il costo di lancio di un fattore 10. Il Falcon 9 punta ad essere lanciato 100 volte nel 2023.

L’Europa, invece, si trova oggi in una grave crisi dei lanciatori con un gap (seppur temporaneo) nel proprio accesso allo spazio e nessuna vera visione dei lanciatori oltre il 2030. Fortunatamente per noi, una vera crisi ci costringe a riflettere con onestà sulle cause e le decisioni che ci hanno portato a questo punto, e a trarne le conseguenti, necessarie e dolorose lezioni, per uscirne più forti di prima. Più resilienti, più intelligenti, più visionari.

Parallelamente a questa crisi dei lanciatori, ci troviamo all’inizio di una nuova frontiera nell’esplorazione spaziale. La fine del programma Stazione Spaziale Internazionale dopo il 2030 e l’esplorazione ormai imminente e quasi tangibile della Luna e di altri corpi celesti sta stimolando la creatività e l’inizio di prospettive completamente nuove nella scienza, nell’economia e nella geopolitica.

La mia speranza, molto probabilmente la mia più grande aspirazione per l’Europa, è che questa temporanea mancanza di accesso allo spazio, unita a questo momento di nuove opportunità nell’esplorazione e a un’economia spaziale in rapida evoluzione, sia lo slancio per una profonda riflessione sul modus operandi dell’Europa, portando a una trasformazione del nostro ecosistema spaziale globale. Ma anche che la posizione generalmente accettata secondo cui l’Europa non può ancora perdere settori strategici chiave come abbiamo fatto alcuni decenni fa con l’IT o il calcolo quantistico ispira speranza e che questa volta l’Europa sarà pronta ad agire e a fornire risultati. In definitiva, immagino un approccio olistico per un nuovo programma faro europeo che combini l’accesso allo spazio e l’esplorazione, consentendo maggiori attività per l’Europa in LEO, nella zona cis-lunare, sulla superficie della Luna e oltre. Questa trasformazione dovrebbe essere guidata da un nuovo modello di collaborazione tra settore pubblico e privato, comprese nuove strategie di acquisizione e un ruolo diverso per l’ESA e l’industria per aumentare il ritmo e l’efficienza dei costi.

Quindi, ora che si fa?

Per riportare l’Europa in una posizione di leadership in termini di accesso allo spazio e di esplorazione spaziale, le seguenti azioni prioritarie dovrebbero essere intraprese dall’ESA entro il 2030:

  1. In primo luogo, garantire il successo del volo inaugurale di Ariane 6 e il rapido ritorno al volo di Vega-C, compreso il rapido aumento della cadenza dei lanci e il loro costante utilizzo. Una volta operativo, sono convinto che Ariane 6 sarà un eccellente lanciatore per molti anni a venire, portando avanti le prestazioni di Ariane 5 a costi notevolmente inferiori per soddisfare le esigenze europee e commerciali.

  2. Complementare i lanciatori europei finanziati con fondi pubblici con mini-lanciatori che emergano da progetti finanziati principalmente da privati in cui il settore pubblico funge da cliente di riferimento.

  3. Preparare gli Space Summit del 2023 e 2024 assicurando che tutti gli elementi necessari per una decisione politica siano disponibili in tempo, comprese le opzioni di architettura e le informazioni di budget per ottenere un ampio interesse da parte degli Stati membri e una tabella di marcia che definisca lo sviluppo delle capacità operative oltre questo decennio.

  4. 2023-2024: Preparare le decisioni per i Capi di Stato:

    • Eseguire studi di sistema completi sulla futura infrastruttura spaziale europea massimizzando la coerenza e l’efficienza in termini di costi, la semplicità, le sinergie e il riutilizzo e riducendo al minimo i costi operativi. Garantire il coordinamento con i partner internazionali, in particolare la NASA, ed eventualmente invitare altri partner.
    • Sviluppare gli elementi principali in termini di tecnologia critica, politiche di approvvigionamento e tabella di marcia del programma per i prossimi lanciatori e missiojni flagship di esplorazione, con una forte attenzione alla riutilizzabilità, all’efficienza dei costi, all’innovazione e alla sostenibilità.
    • Aumentare il sostegno alle entità commerciali europee promettenti nell’accesso allo spazio e all’esplorazione, attraverso la fornitura di finanziamenti iniziali e di accelerazione, supporto tecnico, accesso alle strutture di prova e ai laboratori dell’ESA e accesso agli investimenti privati. Incoraggiare il cofinanziamento quando possibile.
    • Bandire sistematicamente appalti per procurarsi opportunità di volo regolari da operatori privati europei che offrano la capacità di colmare le lacune per l’accesso allo spazio, nonché appalti per l’accesso all’orbita terrestre bassa per carichi utili di tipo scientifico o commerciale.
  5. 2025: gli Stati membri devono decidere su una proposta che presenterò al Consiglio ministeriale 2025 riguardante:

    • L’aumento progressivo dei servizi di trasporto spaziale commerciale per stimolare la concorrenza intraeuropea e gli appalti multi-sorgente, per aumentare la gamma di servizi europei disponibili, abbassare i prezzi e stimolare l’innovazione salvaguardando l’accesso sovrano europeo allo spazio;
    • Un nuovo programma faro basato sull’ambizione dell’Inspirator sull’esplorazione umana e robotica e sull’accesso allo spazio in piena sinergia e complementarità con il programma E3P dell’ESA e i programmi di sviluppo del lanciatore;
    • Un’ESA che funga da cliente per i servizi dell’industria, sulla base di appalti equi e competitivi intraeuropei.

Se l’Europa deve diventare ancora una volta un attore chiave nella nuova corsa all’esplorazione spaziale, come leader in diversi settori e garantendo una maggiore autonomia strategica, allora il momento di decidere e agire è adesso. È necessario prendere decisioni lungimiranti, in occasione dei vertici spaziali del 2023 e del 2024, nonché al prossimo Consiglio ministeriale dell’ESA nel 2025, riguardo le nuove ambizioni europee nel trasporto e nell’esplorazione dello spazio insieme ad azioni e sviluppi concreti. So che possiamo farcela. Andiamo avanti insieme.

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È una visione che mi sembra lucida per il presente ma non per il futuro. Pensare di inseguire spacex e gli altri produttori di veicoli economici per me adesso è assurdo. Nel momento in cui coinvolgi i privati lo fai per garantirgli un guadagno ma se lo scopo è ritrovare competitività non puoi nemmeno sperperare denaro per sostenere privati che rincorrono con 20 anni di ritardo di know how.
La mia personale opinione è che la battaglia “competitiva” sia persa nel medio termine (20-30 anni) e che forse sarebbe interessante investire per sviluppare mercati che non sono ancora esplosi.
Penso ad accordi con case farmaceutiche per produzione di farmaci in microgravità su larga scala con laboratori ad hoc, sviluppo di piattaforme nativamente idonee al turismo spaziale, o altro che non sia l’ennesimo starlink o copia di progetti già avviati e consolidati.
Se vogliono puntare sul privato per cose che ci sono già ci vuole meno a comprare le aziende e trasferirne il diritto in europa

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Ariane 6 in rampa per l’avvio dei fire test, per la prima volta fuori dal suo edificio protettivo.


:camera_flash: (C) ESA - M. Pédoussaut

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Sei troppo pessimista. L’industria e gli ingegneri europei sono molto validi e di solito quando c’e’ una best practice magari in tempi non brevi ma la implementano al meglio. Vedi quello che e’ successo ad esempio nel settore dell’aviazione civile in cui Airbus ha una leadeship qualitativa, e spesso numerica. Mentre Boeing, anche per sue colpe argomento di altro thread, e’ rimasta indietro continuando ad utilizzare airframe di molti decenni fa. Anche quello dell’aviazione civile e’ un settore con altissime barriere all’ingresso, forse anche piu’ dell’industria spaziale.

Se sul lungo termine sei bravo a implementare puoi permetterti la strategia di stare alla finestra, lasciare siano altri a sperimentare nuove strade eventualmente pagando i costi dei fallimenti o, se invece funzionano, implementarle a tua volta ma migliorando strutturalmente la soluzione degli altri grazie al know how che si e’ creato nel frattempo.

Il problema e’ decidere quando e’ giunto il momento di smettere di stare alla finestra e iniziare a progettare. Forse dato il contesto questo momento potrebbe essere dopo che si e’ visto se e e come SS funziona. Non che dopo le bocce saranno ferme, ma muoversi prima quando tra pochi mesi (speriamo) ci saranno molte piu’ informazioni forse non e’ il caso.

Da quando decidono di muoversi a quando possiamo sperare di veder volare qualcosa comunque ragionevolmente non ci vorranno 20-30 anni… neanche con l’allungamento dei tempi dovuta alla struttura multilaterale e al diverso approccio dell’industria europea… Non so, se lo vogliono veramente fare, c’e’ la volonta’ e il supporto materiale dei governi quanto ci puo’ volere partendo dal foglio bianco e dalle esperienze altrui? 10 anni?

A meno che tu non intenda quando potra’ un industria semipubblica e sovvenzionata tornare ad essere competitiva con i privati. In questo caso ci vuole la sfera di cristallo. Forse mai. Con la commoditizzazione di un settore non ha neanche senso che siano gli stati a farsene carico, gli stati non producono commodity, o almeno non lo fanno bene. Ma il settore aerospaziale non e’ ancora una commodity, e’ un oligopolio come la succitata aviazione civile, con spazio per pochissimi attori mondiali. Quindi boh.

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14 messaggi sono stati spostati in un nuovo Argomento: Trasparenza nelle comunicazioni pubbliche: ESA vs SpaceX vs altri

L’Ariane 6 andrà a Kourou in barca a vela
https://twitter.com/alex_avoigt/status/1695670750781325373

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Prima accensione (di 4 secondi) anche per il primo stadio :tada:
https://twitter.com/ArianeGroup/status/1699325356522541302

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I video YouTube dei due test.

Ho un dubbio: quello che vediamo sul pad è un Ariane 6 vero (ossia un protoflight)?

Oppure si tratta di un “test article” realizzato allo scopo di certificare il pad stesso ed effettuare il test “hot fire”??

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la seconda credo

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Sto ultimando l’articolo e confermo (fonti ESA e CNES) che lo stadio centrale, seppur completo, non è adatto al volo, i booster sono modelli inerti e l’upper stage aveva i due serbatoi LOX e LH2 carichi. Non ho trovato nulla a riguardo la presenza del propulsore Vinci.

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Nuovo articolo di Simone Montrasio pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Aschbacher: test ok (https://twitter.com/AschbacherJosef/status/1704875460000129370)

Ariane 6 task force update: great data and results from the hot-fire September tests for Ariane6 both in French Guiana and Germany.

Ma …

During a normal procedure in preparation of the stage for the test, an anomaly was detected affecting the hydraulic group of the thrust vector control system. The role of the thrust vector control is to maintain the launcher’s attitude by gimballing the Vulcain 2.1 engine during flight. Further investigations are necessary before running this long-duration hot firing test, which can no longer take place on 3 October. The task force will provide an update when the conclusions of the investigation are known.

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Bisogna togliere competitività dal titolo del thread

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