La politica negli USA è in fibrillazione, con l’avvicendarsi delle elezioni presidenziali a novembre, e il settore astronautico subirà sicuramente un impatto; in che direzione dipende dal vincitore.
Senza entrare nei dettagli della campagna elettorale che non ci interessano, la linea di Trump la conosciamo bene, ma la riassumiamo. A proposito, di recente ha tirato qualche colpo basso, tirando il successo di DM-2 al suo mulino, e in modo non del tutto legale.
I due competitor sono Donald Trump e Joe Biden.
Trump spinge la NASA verso obiettivi legati più al breve e medio termine. Preferisce spostare fondi dalle missioni scientifiche, soprattutto osservazione della Terra, al volo con equipaggio umano, dall’impatto politico più forte. All’inizio del suo mandato voleva fortemente mandare un astronauta americano su Marte entro 4 anni, anche a costo di un budget illimitato, e ce n’è voluto per convincerlo che i suoi consiglieri non erano incapaci quando dicevano che era impossibile. Si è limitato a puntare all’uomo sulla Luna entro il secondo mandato, e dalla sua proposta per il budget pluriennale della NASA sono chiare le priorità.
L’altro signore, Biden, è poco conosciuto in questo forum. Punta più agli obiettivi a lungo termine, senza grandi senzionalismi. È stato vicepresidente durante gli 8 anni di presidenza di Obama, ma ha sempre espresso pochissime idee personali in ambito spaziale. Tra le poche cose dichiarate si evince che preferisce le collaborazioni internazionali e commerciali all’indipendenza della NASA. Con lui venne cancellato il programma Constellation e venne istituito il programma commerciale di cui DM-2 ne ha siglato il successo (quindi non è merito di Trump come affermato da lui stesso la settimana scorsa).
Biden ha una visione della NASA come vettore per l’ispirazione a intraprendere lavori altamente qualificati; in un’intervista di 10 anni fa, affermò proprio che il successo del programma Apollo non è stato arrivare sulla Luna ma creare 435.000 nuovi ingegneri, scienziati e matematici. Un articolo dell’epoca: http://www.spacepolitics.com/2008/10/29/joe-biden-space-advocate/
Un’altra cosa dichiarata da Biden in una sua vecchia campagna elettorale è l’importanza di costruire una collaborazione con l’agenzia spaziale cinese, difatto controcorrente alle politiche spaziali attuali, che anzi vietano anche a altre agenzie esterne che vogliono collaborare con la NASA di avere scambi tecnologici con aziende cinesi. Probabilmente con Biden si vedrà un taglio all’accelerazione del programma Artemis, in particolare lo sbarco del 2024, con un dirottamento delle risorse verso le missioni scientifiche, il Gateway lunare e le partnership internazionali.
I pronostici danno vincente Biden con un margine al momento rassicurante ma non decisivo. L’approvazione del budget NASA dovrebbe avvenire, secondo i processi nominali del Congresso, entro la fine del primo mandato di Trump.