Astronomia di giugno e gli incidenti spaziali americani

Effettivamente è un po’ tardi per segnalare le uscite di Giugno ma segnalo lo stesso perchè in aeroporto ho trovato il numero de “Astronomia” (giugno) che ha un articolo anche abbastanza lungo sugli incidenti spaziali (piccoli e grandi) americani dopo Apollo 1 sino al Challenger.Quello che più mi preme segnalare è come anche in riviste che dovrebbero essere molto precise e obiettive,ci si lasci andare al catastrofismo e all’esagerazione se nn proprio all’errore grossolano.Per esempio su Apollo 13 dice che dopo il lancio il motore numero 5 inizio a vibrare molto e che fu spento da un interruttore di sicurezza,subito dopo aggiunge :“Se le vibrazioni fossero proseguite,il missile sarebbe andato in pezzi.Per recuperare la velocità perduta gli astronauti dovettero tenere accesi più a lungo i motori del terzo stadio.E dopo sull’apollo si senti una forte esplosione”…Sembra solo a me o la sequenza di eventi è errata almeno nel rapporto causa/conseguenza? L’articolo per fortuna continua meglio di come aveva iniziato ma senza mai abbandonare del tutto un sotteso di strage evitata (e di maledizione sovrannaturale alle volte),che mal si concilia col carattere tecnico e scientifico della rivista.

Purtroppo siamo vittime di un giornalismo malato, in tutti i campi, che mette il “fenomeno” e l’esagerazione al di sopra dell’obiettività.
Ormai riesco solo più a seguire le trasmissioni del duo Angela e le notizie che arrivano da questo forum.

Tutto il resto mi sembra inquinato da un inutile sensazionalismo ad ogni costo.

Abbiamo avuto un esempio lampante con il lancio di Atlantis… :scream:

Dunque, leggendo da “Disasters and Accidents in Manned Spaceflight” riporto che dopo 5 minuti e mezzo gli astronauti percepirono una piccola vibrazione, successivamente, il motore centrale del 2° stadio si spense 2 minuti prima di quanto pianificato.Per compensare la mancanza di spinta i restanti 4 motori rimasero accesi per altri 34 secondi mentre il 3° stadio spinse per 9 secondi oltre il tempo stabilito.

Sul fatto che il motore abbia vibrato e che per questo motivo gli altri abbiano avuto una accensione più lunga lo so,è che il modo in cui era posto mi sembrava più sensazionalistico-catastrofista che tecnico, come per esempio hai scritto tu (tra l’altro essendo un giornale per persone attente al dettaglio tecnico-scientifico,sarebbe stato meglio trattarlo tecnicamente).

Anche nel film hanno reso l’idea e si vede distintamente…

Bellissima la battuta:“In ogni missione c’è un problema, meno male che è solo questo. Ora siamo a posto…” (+ o -, non la ricordo letteralmente!)

Nel film letteralmente viene detto. “Il solito intoppo di ogni missione”.

Perchè mi ricordo benisssimo tutto il film ononimo e non la biografia di Lovell. :?

Certo, aggiungerei anche “impreciso” o meglio “incompleto” visto che entrambi gli stati spinsero per un tempo maggiore. Ovviamente il taglio dell’articolo stesso sarebbe cambiato con la dovuta spiegazione, togliendo quel senso di “tragedia sfiorata per un pelo” [-X

Giusto!

Bravo…
Il resto della frase era nello sguardo dei protagonisti…

Comunque hai ragione: dovrei rileggermelo il libro…