ATV-2 Johannes Kepler pronto alla fine della sua missione

Grazie, corretto.

Per Anthonyon: magari prova a chiederlo a lei sul forum… perchè no? (magari senza insultarla perchè usa termini inglesi, come ha fatto qualcuno :))

Sono persone così che mi fanno perdonare i peggiori casinisti di questo forum :slight_smile:

ehm, anche io ho commentato sull’inglese nel post di le scienze

Parlando chiaro, anche a me dà fastidio leggere “la crew” quando “l’equipaggio” richiede solo battute in più. Però rispetto quel modo di parlare, tipico di un certo ambiente, e non mi permetterei di criticare così una persona tanto collaborativa. C’est la vie, non siamo mai contenti :slight_smile:

aaaaarrrrrggggghhhhhhh :stuck_out_tongue:

De gustibus non est disputandum…

Beh, se Lilli è l’insider della Di Giorgio, io sono il vostro insider :smiley:

Vorrei chiarire una cosa: qui non é una questione di astronauta europeo o americano. Durante ULF-6 hanno avuto dei problemi durante le attività di manutenzione che hanno fatto perdere molto tempo. Per questo motivo hanno dovuto saltare/posticipare delle attività di preparazione a ULF-7, che per ovvi motivi devono assolutamente fare prima di ULF-7.

Questo si aggiunge al fatto che dopo ULF-6 è passato un po’ di tempo in cui erano solo in 3 a bordo, di cui uno solo era Americano. E quindi Ron ha avuto solo tempo per fare attività preparatorie per ULF-7.

Per questo motivo, NASA ha annullato e sta annullando moltissime attvità, anche in Columbus. In tutto ciò è arrivata la failure del fan di ATV, che come ho scritto sopra ha comportato la perdita di smoke detection, e conseguentemente la disattivazione di alcuni equipaggiamenti. Per completare il refill di ossigeno, avrebbero prima dovuto sostituire il fan rotto. E se sono arrivati ad annullare un’attività che era necessaria per completare il refill di ossigeno in una stazione spaziale, vuol dire che davvero di crew time non ne avevano proprio!

Ora veniamo alla questione astonauta americano/astronauta europeo. Per ovvi motivi il crew time è limitato a 3 astronauti x 6.5 ore di lavoro giornaliero. Più di questo non si può ottenere. Questo crew time è suddiviso tra i vari partners della ISS (lato USS) a seconda di quanto ogni partner investe. L’europa ha a disposizione l’8%.
Prima di ogni incremento, si fa un documento che si chiama IDRD (Increment Definition and Requirement Document), in cui si decidono tutte le attività da fare nell’incremento, e il relativo crew-time (lo possiamo tradurre come tempo-uomo). Questo IDRD viene poi modificato all’inizio dell’incremento, con un documento che si chiama CSRD (Current Stage Requirement Document). Una volta che il CSRD viene approvato da tutti e chiuso, le attività degli astronauti sono, diciamo così, congelate.

Se poi avviene qualcosa a bordo (tipo un’anomalia) che richiede crew time aggiuntivo, la cosa va discussa e richiesta ufficialmente attraverso un Chit (che alla fine è un pezzo di carta). Se succede un’anomalia ad ESA e vogliamo un’attività, dobbiamo scrivere un Chit (cosa che normalmente faccio io, ndr.) in cui chiediamo a NASA il crew time aggiuntivo. E NASA valuta e decide, ovviamente discutendone con noi, a seconda di quanto l’anomalia è grave e di quanto crew time disponibile hanno.
Questo vale per gli astronauti Americani (o comunque USOS). Se poi dobbiamo chiedere crew time ai Russi, allora la cosa diventa enormemente più complicata. Per quanto ricordo io, non ci sono mai state attivitá in Columbus eseguite da un astronauta russo…

Nel caso invece in cui ci fosse un atronauta ESA a bordo (come Paolo), la cosa è un po’ più facile. Il motivo è che questo astronauta fa con noi delle telecon regolari, e in queste telecon si può chiedere all’astronauta di fare qualcosa “off the records”, diciamo al di fuori delle 6.5 ore di lavoro pianificate. Questo ha funzionato per 6 mesi perchè Paolo aveva una gran voglia di fare, e quindi negli ultimi 6 mesi ci siamo abituati a fare un sacco di attività all’ultimo momento. E ora che Paolo se n’è andato siamo tornati alla routine di prima, ma ancora non ci siamo abituati…

Grazie mille Buzz per le delucidazioni!!
Informazioni molto chiarificatrici devo dire.

P.S.
Sei il mio insider preferito! :wink:

E Paolo ha detto a più riprese (durante i collegamenti ARISS) che la cosa che gli piaceva più fare era riparare cose, ovviamente dopo l’ammirare il panorama da Cupola.
Grandissimo Paolo :slight_smile:

Un uomo, un mito! Meglio di SuperMario!

Imho fai bene a tenere questo atteggiamento. Mi spiacerebbe sinceramente se passassi guai perché ci dai info senza passare da oscure policy di PR interne. Magari informati, ne potremmo solo essere tutti avvantaggiati e magari farne, perché no, anche un servizio per tutta la community.

Credo che sia un problema di policy, a cui Peppe è molto attento (giustamente).
Altre volte si tratta di mettere in moto funzionari che magari non si sono mai posti il problema di autorizzare qualcuno a parlare di cose spaziali quando questo qualcuno non è l’ufficio PR di ESA ma un tecnico.
Anche in NASA persone come @absolutespacegirl twittavano tranquillamente dalla control room, salvo poi essere cazziate dai superiori.
NASA ha poi regolamentato il tutto imparando a sfruttare twitter, tuttavia @absolutespacegirl andava in LOS proprio prima dell’inizio del turno, non avendo autorizzazioni specifiche per poter riferire in tempo reale del suo lavoro in consolle.

Anche ESA ha cazziato qualcuno di Columbus perchè postava su FB di cose che accadevano in real time o commentava anomalie… per questo cerco di tenermi sempre un po’ a freno. Però nel momento in cui una cosa è pubblicata su altri forum o giornali (anche se magari senza dettagli) a quel punto credo non ci siano più problemi per me…

…fai benissimo!.. meglio avere notizie in meno, o un po’ in ritardo, piuttosto che un posto di lavoro “sulla coscienza”…

:smile:

Causa problema sconosciuto non si sono ricevuti i dati del rientro distruttivo dall’esperimento REBR

Fonte ESA

E questo è un gran peccato!!

Ma scusate rebr non doveva essere tipo scatola nera da recuperare per averne i dati?

non mi pare, la trasmissione dei dati avveniva durante la discesa distruttiva, anche perché recuperarla in un punto imprecisato a 2500 km dalla Nuova Zelanda la vedo dura…

Subbaccqui!