Secondo quanto riportato dalla stessa Blue Origin in un breve comunicato stampa, il loro velivolo sperimentale VTOL (Vertical Takeoff and Landing) sarebbe andato distrutto durante un test svoltosi lo scorso 24 agosto, era al suo secondo volo e al primo ad alta quota e velocità supersonica.
Il primo test, denominato “Short Hop”, era stato un test di validazione di tutti i sistemi e aveva visto il velivolo effettuare un volo di alcuni metri riatterrando sulle “zampe” dopo pochi secondi di volo.
Questo secondo test era invece il vero e proprio primo volo suborbitale della macchina, non è stata divulgata la quota che si prevedeva di raggiungere ma il profilo di volo era previsto essere composto da un’ascesa suborbitale ad alta quota e il successivo rientro controllato con un atterraggio finale frenato utilizzando gli stessi thruster utilizzato per il lancio.
Secondo quanto dichiarato il velivolo è invece andato perso ad una quota di circa 45.000ft e Mach 1.2 in fase di salita a causa di un’instabilità insorta che ha portato il mezzo ad un angolo d’attacco non nominale facendo attivare il sistema di distruzione automatica. Non sono per ora emersi ulteriori dettagli sull’incidente.
Blue Origin, compagnia fondata e finanziata dall’ideatore di Amazon.com, è vincitrice di una quota dei finanziamenti messi a disposizione dalla NASA per il programma CCDev per incentivare lo sviluppo di sistemi di trasporto abitati da utilizzare in LEO.
Un brutto colpo, avevo letto del NOTAM concesso alla società su twittter, ma poi silenzio.
Ecco perchè. Peraltro non uno spettacolarissimo esempio di comunicazione trasparente, ma è solo per far polemica
In bocca al lupo al team di Blue Origin, questi errori sono stati la costante dei primi anni di NASA, speriamo bene per il loro prossimo tentativo!
Oddio, effettivamente rispetto alle rappresentazioni grafiche del progetto Blue Origin, questo prototipo per i test di volo, sembra proprio… uno scaldabagno volante.
Ad ogni modo, estetica a parte, é un peccato. Con un problema di questo tipo, o capiscono subito la causa oppure lo stop dei test andrà per le lunghe.
Speriamo almeno in una maggiore disponibilità nelle public relations
Ma la foto si riferisce al test supersonico andato male, oppure al primo test di decollo/atterraggio? Se fosse il secondo caso, magari per il test supersonico hanno usato un fairing più classico…
Nel periodo di sperimentazione della NASA erano altri tempi e c’erano interessi nazionali, quindi non confrontabile con quelli attuali di Blue Origin. Per quest’ultima, se non troveranno il modo di rimediare e la causa, senza spendere troppi soldi, rischieranno di essere tagliati fuori dalla “competizione”.; dopotutto non tutti arrivano alla fine di una “competizione”.
Si la foto del volo è del test andato male ed è di pochissimi secondi prima della distruzione (credo che la scia di condensazione che si vede sia già sintomo di un AOA esagerato per un mezzo simile), le altre due sono invece del primo “short hop”.
riprendo questo topic per andare un po’ off topic… (spero che gli admin non si arrabbino troppo)
sul sito di Blue Origin, sono stati pubblicati un paio di video di un test effettuato ad inizio anno sul veicolo in questione prima del volo distruttivo riportato nel topic, test effettuato a bassa quota e consistente in un decollo ed un atterraggio controllato con i razzi di propulsione.
fra le altre informazioni reperibili sul sito di Blue Origin, una immagine della capsula New Shepard che concorre al programma CCDev2 con il vettore utilizzato per inserirlo in orbita.
il primo stadio del vettore illustrato ha, nei progetti di Blue Origin, la caratteristica di essere riutilizzabile in quanto, dopo l’utilizzo, ritornerebbe a terra con un atterraggio controllato dai propulsori di salita analogamente a quanto mostrato dal veicolo di test.
Il problema è questo.
Una ditta privata può permettersi un tasso di (fisiologici) fallimenti pari anche soltanto alla metà di un agenzia Federale come la NASA?
Questo potrebbe essere il vero limite alla conquista commerciale dello spazio,per lo meno per quanto concerne ai progetti più innovativi.
Evidentemente questa idea di far atterrare in verticale il main stage di un vettore non è così folle, questo progetto fa buona compagnia a SpaceX in questo senso…vedremo se poi ci sarà un seguito o se resteranno solo sulla carta.
Certo è che queste compagnie private hanno meno margini di NASA, ma questo è anche il loro punto di forza nel cercare (per forza di cose) soluzioni più economiche e competitive rispetto alle precedenti generazioni di veicoli spaziali. Io credo che fisiologicamente, purtroppo, più di uno tra questi sistemi finirà nel dimenticatoio, ma comunque la competizione è sempre uno stimolo positivo sia per stimolare la ricerca sia per fare pubblicità al settore…
PS: 1,2 mach? lo scaldabagno più veloce del mondo!
Scherzi a parte, indubbiamente la forma della capsula non è che sia proprio “tradizionale” … Oppure non ho capito un tubo e quella non era una capsula?
@blitzed: hai ragione tu quando dici che più di uno di questi sistemi finirà nel dimenticatoio. Però l’esplorare nuovi concetti di progettazione secondo me aiuta a mantenere vitale il progresso. Quanto meno si stanno studiando praticamente pro e contro, cosa può volare e cosa no, e chissà, magari un domani ci saranno tecnologie adatte a far volare prototipi che oggi si schiantano al suolo
sul sito della NASA, pubblicata una immagine della Capsula New Shepard in realizzazione presso gli stabilimenti della Blue Origin in Kent, Washington.
la foto è del 8 dicembre ed è relativa alla visita del Vice Amministratore della NASA Lori Garver a Jeff Bezos, fondatore di Blue Origin.
p.s. @admins, per quanto sembri improbabile che riesca ad aggiudicarsi la commessa per il CCDev, non sarebbe il caso di inserire una sotto-sezione anche per Blue Origin?