Un altro problema dei serbatoi così in alto è se il luogo di atterraggio risulta inclinato.
Dipende, ed e’ sempre dipeso, dal tipo di missione e dalla massa del carico utile da spostare verso la Luna.
Pero’, e intuitivamente mi viene di dargli ragione, il tweet sottolinea che il lander di BO possa essere comunque piu’ stabile della Lunar Starship, in un atterraggio simil Apollo 15, nonostante i serbatoi sopra la zona abitabile. Senza contare che con equipaggio vicino al suolo manca tutta la complessita’ di ascensori / montacarichi ecc.
Attenzione che nonostante il “NASA look and feel” queste elaborazioni sono frutto di una speculazione (magari azzeccata eh, ma meglio tenerlo presente) dell’autore del tweet.
Sì, esatto, il nuovo Lander potrebbe essere più stabile di Lunar Starship. Volevo dire che Il nuovo Lander è più instabile in questa configurazione che se avesse avuto i serbatoi in basso.
Considera anche che se il propellente è liquido, in figura si sposta molto a sinistra all’interno del serbatoio.
Giusto per dare due link “istituzionali”.
Il documento originale di aggiudicazione dell’appalto Appendix+P_HLS+SLD+Selection+Statement.pdf (567,9 KB), il sito di Blue Moon e una foto a risoluzione decente del loro lander lunare dalla proposta presentata a NASA.
Credits: Blue Origin / NASA
Sicuramente. Dico una banalita’: in entrambi i casi ci saranno constraints su cosa i due mezzi saranno in grado di gestire in termini di inclinazione all’atterraggio. Come sempre il resto sono tradeoff e compromessi.
Vedremo come evolvera’ il tutto, anche perche’ leggendo il documento di aggiudicazione vedo che BO si fara’ due missoni di qualificazione con lander “ridotti” gia’ nel 2024 e 2025 cui seguira’ un ulteriore volo di collaudo del lander senza equipaggio. Dai render di oggi alla configurazione finale potrebbero esserci varie differenze…
Vorrei soffermare la vostra attenzione sulla seguente frase (fonte NSF https://www.nasaspaceflight.com/2023/05/twis2023-05-19/)
This contract awards Blue Origin 3.4 billion US dollars to spend on Blue Moon — far cheaper than their previous bid for the Artemis 3 lander. This time, Blue’s reaching into their own pockets, with over 50% of the cost of the lander coming from their wallet, rather than NASA’s
Ciò significa che Bezos e soci devono investire, di tasca propria, oltre 1,7 miliardi di dollari.
Si tratta di una cifra significativa.
Ovviamente non disponiamo dei numeri per l’investimento in house di SpaceX per fare un paragone, anche se lo sviluppo del Lunar Starship (in qualche modo) rientra nella linea di finanziamento per lo R&D di tutto il sistema Starship/Superheavy.
Ciò che se ne ricava, dando una lettura “politica” più che tecnica, è che si la NASA abbia voluto in qualche modo accontentare Bezos e soci per lo “scontento” manifestato a valle dell’assegnazione dl contratto HLS a SpaceX.
Ma che, proprio a causa di quello scontento (e di tutti gli strascichi legali che ha inutilmente generato), la stessa NASA abbia voluto in qualche misura “punire” Bezos con una condizione contrattuale non proprio favorevolissima.
Naturalmente la lettura che viene data è che Bezos abbia “spontaneamente” offerto di coprire più del 50% del costo relativo al nuovo lander. E’ probabile, però, che tale percentuale sia stata in qualche modo predefinita nei colloqui off the record che possono essere intercorsi tra Blue Origin/National Team e la stessa NASA.
Di fatto NASA ha preso Bezos in parola, dato che gia’ nel luglio 2021 si propose proprio di scucire di tasca sua fino a 2 miliardi di dollari pur di rientrare nel gioco. In un certo senso per NASA e’ un win-win: ottiene potennzialmente un secondo contraente evitando i rischi di bloccare tutto in caso di problemi in casa SpaceX, e lo fa a un prezzo “scontato” che la aiuta in termini di bilancio.
Scusate se remo contro, ma è una cosa che fa spesso Bezos di promettere soldi, tanto nessuno può controllare e questi dati non verranno mai pubblicati.
Le parole di Bezos rimangono parole al vento. La NASA non ha fatto affidamento su questa dichiarazione per la sua decisione. La proposta di Blue Origin è stata scelta in quanto miglior proposta.
Sono possibili vari scenari di fatto, visto anche quanto accaduto in passato, e cioé che Bezos metta soldi di tasca sua, che vengano messi altri soldi da NASA per ovviare ai ritardi di sviluppo, che il progetto venga abbandonato dopo anni (vedasi Constellation), che Blue Origin realizzi tutti nei tempi e costi stabiliti, che sopravvengano nuove opportunità per realizzare gli obiettivi Artemis in altro modo (altre partnership internazionali ad esempio). La prima è quella che a me sembra più irrealistica, anche se non è da escludere.
Sarebbe stata in ogni caso “la miglior proposta”, come già scritto (a mio avviso) si tratta di una decisione politica.
Perché irrealistica?
Immagino che alla NASA abbiano tutto l’interesse, oltre che il dovere (stiamo parlando di 1,7 miliardi di dollari di soldi pubblici che vengono comunque dati a Bezos) a verificare che il partner industriale co-investa la propria quota, al fine di raggiungere gli obiettivi del contratto. In fondo il GAO (Government Accountability Office) esiste proprio per fare “le pulci” alla NASA ed a tutti i suoi contractors, no?
Bezos non credo proprio che abbia margini per “parole al vento” quando si tratta di un contratto con la NASA, se deve co-investire il 50% non solo lo deve fare ma lo deve pure dimostrare, punto.
Bezos lo ha detto proprio perché nessuno può controllare. Il GAO può fare le pulci alla NASA, non a Blue Origin. Nessuno può controllare internamente come organizzano il budget, è un’azienda privata.
Citando dal documento ufficiale condiviso da @marcozambi sopra (pagina 8, §Price Assessment) non si evince nulla della propostta di Blue Origin di investire capitale proprio per lo sviluppo, per cui anche se Bezos ha annunciato l’intenzione con quella lettera, di legalmente vincolante non c’è nulla. Da sottolineare inoltre come quella stessa lettera fosse relativa al primo bando HLS, in cui BO era a capo del consorzio chiamato National Team, mentre qui il contratto è assegnato a Blue Origin, LLC.
Using the methodology provided in the solicitation and the techniques specified at FAR 15.404-
1(b)(2)(i) and 15.404-1(b)(2)(v), the SEP calculated the Total Evaluated Price for Blue Origin as
$3,419,345,052.35, and the evaluation concluded that this amount was reasonable and balanced.
The SEP also reviewed Blue Origin’s pricing for advance payments and concluded that it did not
propose any advance payments. Finally, the SEP compared Blue Origin’s proposed milestone
payment amounts to its monthly expenditures and concluded that the contractor’s investment
assumed a fair sharing of risk throughout contract performance. I concur with these conclusions.
Nel documento del 2021 non poteva esserci, dal momento che il bando non prevedeva né il cofinanziamento, né (tantomeno) un’offerta al ribasso, ragion per cui la NASA rimase “spiazzata” dalle profferte di Bezos prima, ed irritata dalla sua successiva azione legale.
Come giustamente dice @marcozambi la NASA deve averne tenuto conto nel bando attuale, prevedendo un cofinanziamento “ab initio” che poi si rifletterà in qualche modo nel contratto che sarà stipulato tra NASA e BO.
Assolutamente, quello che voglio dire è che NASA può averne tenuto conto ma comunque non c’è garanzia che Bezos li metterà, per quanto io personalmente e sinceramente ci speri. C’è da dire che le tempistiche di realizzazione sono così lunghe che possono succedere molte cose, da qui ad Artemis V.
Onestamente non so come funziona negli Stati Uniti ma, in Italia, se si partecipa ad un bando co-finanziato, la quota stabilità per l’azienda (in genere il 20-30%) va rendicontata in termini sia di ore/uomo sia di spese vive (materiali, viaggi, HW/SW, ecc.).
Proprio perché l’ente erogante vuole assicurarsi, nel limite del lecito e del possibile, che la parte contraente rispetti gli accordi economici investendo davvero le proprie risorse rispetto ai soldi pubblici ricevuti.
Per me il punto è proprio questo. Non ho trovato traccia del fatto che il bando sia cofinanziato: come dicevo sopra non c’è alcuna indicazione nel documento ufficiale.
Allora mi correggo rispetto a quanto scritto prima, secondo quanto riporta la CNN:
Il valore totale relativo allo sviluppo del nuovo lander è di circa 7 miliardi di dollari, dei quali 3,5 li mette la NASA ed il restante 3.4 li mette Bezos.
Quindi l’investimento di Bezos raddoppia rispetto a quanto stimato inizialmente.
Dunque il lander costa più del doppio dei 2.9 miliardi di dollari allocati a suo tempo a SpaceX per il contratto HLS. Ed anche se la NASA ci rimette “solo” 3,5 miliardi di dollari è sempre di più di quanto avuto da Musk.
Il bando a cui si riferisce @mattodeg è sempre quello del 2021, è chiaro che per questo nuovo contratto la NASA ha un accordo diretto con Bezos per garantirsi che metta davvero il resto della cifra.
Anche perché, evidentemente, i 3,5 miliardi di dollari non bastano per realizzare questo nuovo lander (ed il suo rifornitore in orbita) from scratch…
Come ha già spiegato Matteo, di scritto non c’è niente. Possono fare tutte le dichiarazioni che vogliono, ma Blue Origin trarrà solo profitto da questo contratto, non metterà sicuro un dollaro più del dovuto. È un’azienda privata che ha vinto un bando pubblico. Lascia scrivere ai giornalisti quel che vogliono, i documenti ufficiali NASA li abbiamo.
Il punto è: ma riescono davvero a realizzare un lander da zero con “soli” (si fa per dire) 3,5 miliardi di dollari?
Il costo intrinseco di una compagine di aziende (parlo per esperienza diretta) è più elevato di quello di una singola azienda monomandataria. Qui ne sono parecchie, o sono solo dichiarazioni anche queste?
Se ci riescono chapeau, ma sono davvero (ma DAVVERO) scettico.