Breve storia del volo spaziale - Edizione 2024

I Pionieri

Alla fine del XIX secolo il matematico russo Konstantin Ėduardovič Ciolkovskij (1857-1935. Il cognome è spesso traslitterato come Tsiolkovsky, Ziolkosky o Tziolkovsky) era un sostenitore della corrente filosofica del Cosmismo. La sua posizione in merito si riassume con un motto coniato da lui stesso: la Terra è la culla dell’umanità e l’umanità non potrà viverci per sempre. Era conscio che la colonizzazione dello spazio richiedeva un mezzo di trasporto. Passando al vaglio i mezzi disponibili all’epoca (l’aeroplano non era ancora stato inventato) si rese conto che un missile dotato di propulsione a razzo era il mezzo ideale. Conscio che all’epoca i missili erano poco più di grandi fuochi d’artificio, Ciolkovskij affrontò tutti i problemi tecnici che avrebbe dovuto affrontare un ingegnere per costruire un missile di grandi dimensioni. In modo assolutamente teorico trovò delle soluzioni che sono utilizzate ancora oggi. I suoi saggi fecero il giro del mondo e furono lo sprone per altri tecnici ad affrontare lo studio dei missili e la propulsione a razzo. Quella tra le due guerre mondiali fu un’epoca di grandi progressi tecnici dove si esploravano nuove forme di propulsione. Tra i tanti che studiarono la missilistica si citano l’americano Robert H. Goddard (1882-1945) ed il tedesco Hermann Julius Oberth (1894-1976) per la loro importanza. Goddard acquisì molti brevetti legati alla missilistica e dovette condurre studi in proprio perché in America non trovava istituzioni molto interessate e spesso l’opposizione dell’opinione pubblica. Famoso l’episodio del New York Times che in un editoriale sbeffeggiò Goddard, sostenendo l’impossibilità del volo spaziale con missili salvo poi ritrattare nel 1969, dopo la missione Apollo 11.
In Germania Oberth riuscì a riunire molti studiosi di missilistica nel Verein Fuer Raumschiffahrt (Società per i Viaggi Spaziali) o VfR. Con loro studiò i primi missili suscitando anche l’interesse dei militari perché tra le armi vietate all’esercito tedesco dopo la fine della Grande Guerra non si parlava di missili/razzi. In seguito nella VfR entrò un giovane ambizioso ed appassionato: Werner von Braun (1912-1977). Quando la VfR chiuse in seguito alla crisi economica del ’29, von Braun convinse l’esercito a finanziare i suoi studi sulla missilistica e durante la Seconda Guerra Mondiale, insieme ad alcuni dei suoi colleghi della VfR, è uno dei tecnici che nella base di Peenemunde, sul Mar Baltico, lavora allo studio di un missile balistico, l’A (Aggregat) 3. Lo sviluppo però è lento e per accontentare la Wehrmacht che lo sollecita realizza il primo missile della storia, la bomba a razzo A4, nota come V2 (Vergeltungswaffe, Arma di rappresaglia). Si scoprirà poi che il programma missilistico tedesco costò molto più del Progetto Manhattan: lo sviluppo della bomba atomica. Al termine della guerra von Braun venne spedito negli USA con tutto il suo personale ed i materiali catturati per lavorare alle dipendenze dell’US Army nella base Redstone, in Alabama.
In Unione Sovietica, un ingegnere appassionato di missilistica, Sergej Pavlovič Korolëv (1906-1966. Pronuncia corolòv) membro del GIRD (Gruppa Isutcheniya Reaktivniya Dvisheniya, Gruppo per l’Investigazione sul Moto a Reazione), finisce imprigionato a causa delle “Purghe Staliniane”. Nonostante fosse ancora in prigionia, venne spedito nella Germania appena occupata dall’Armata Rossa per visionare tutto il materiale riguardante le V2 che era stato trovato. Nel maggio 1946 Stalin firma il decreto che avvia la produzione di missili balistici al comando del ministro degli armamenti Dmitri Fedorovich Ustinov. Il progetto del missile R-2 di Korolëv ha successo, primo passo verso il più performate R-7 che sarà realizzato in seguito.
In America gli studi sulla missilistica proseguono con il Progetto Bunper: sulle V2 catturate viene piazzato un missile più piccolo, il WAC Corporal, per raggiungere quote elevate.
La missilistica restava comunque appannaggio degli scrittori di fantascienza, tra cui si insinua il tecnico tedesco Willy Ley (1906-1969), aiutato da von Braun nel 1955 apparendo in una serie televisiva della Disney per pubblicizzare le potenzialità del volo spaziale. Ma il presidente USA Dwight David Eisenhower non crede nella missilistica mentre in URSS è giocoforza sviluppare missili perché i bombardieri non sono in grado di trasportare efficacemente la pesantissima bomba atomica sovietica.

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