Il 25 Maggio 1961 il Presidente americano John Fitzgerald Kennedy (1917-1963) annunciava al Congresso la sua intenzione di mandare un uomo sulla Luna entro la fine del decennio. Gagarin aveva fatto il primo volo solo il mese prima, poi il 5 Maggio con Mercury Redstone 3 "Freedom7 l’astronauta Shepard Alan Bartlett Jr (1923-1998) era stato il primo americano ad assaggiare lo spazio e già si parlava di mandare uomini sulla Luna. Tralasciando il discorso presidenziale pieno di retorica, il presidente aveva tre motivi strettamente connessi per avviare il programma lunare. Il primo era la ricerca di un secondo mandato presidenziale che però, secondo motivo, era minacciato dalla crisi del mondo aeronautico statunitense il quale minacciava di lasciare senza lavoro troppe persone. Il passaggio dal motore a pistoni al motore a reazione, con la sua possibilità di far volare aerei più in alto, più veloci e più lontano, oltre alla complessità del motore a reazione stesso, aprirono una nuova era pionieristica per il mondo dell’aviazione ma, negli USA, tutta la ricerca in merito era lasciata alle singole aziende mentre, in Europa, la concorrenza poteva sfruttare gli iuti di stato o, come in URSS, stato ed industria erano la stessa cosa. Kennedy doveva aiutare le imprese americane ma l’unico modo era fare una guerra. Impossibile. In suo soccorso venne lo statuto della NASA, la quale non poteva chiedere alle imprese di testare prototipi di veicoli spaziali, come si faceva nel mondo dell’aviazione, ma emetteva le specifiche e poi selezionava i progetti che le venivano presentati per l’approvazione. La NASA fornì due possibili percorsi: il primo, più logico, costruire una navetta spaziale e poi una stazione spaziale, ma servivano molti fondi e tempi lunghi. Il secondo una serie di voli verso la Luna, più rapidi da sviluppare, più economici e che potenzialmente potevano avvenire nel corso del secondo mandato presidenziale. In più, terzo motivo, mandare uomini sulla Luna avrebbe ridato prestigio agli USA. I fondi della NASA volarono per tutto il programma Apollo (1961-1975) tra il 3 ed il 4% del PIL annuo degli USA. Il picco fu raggiunto nel 1965 ed il programma lunare diede lavoro a circa settecentomila persone. Propedeutiche al volo lunare, la NASA fece volare la capsula Gemini (1964-1966) per testare alcune manovre, dominando la scena spaziale mondiale. Nel 1968 la missione Apollo 7 collaudò la capsula in orbita terrestre mentre nel Natale dello stesso anno l’Apollo 8, con a bordo gli astronauti Frank Borman (1928-2023), James Lovell (1928) e William Anders (1933), fu il primo veicolo abitato a raggiungere la Luna. A questo punto l’opinione pubblica americana riteneva mantenuta la promessa lunare di Kennedy e che l’inutile e costoso Programma Apollo poteva essere chiuso. Così, mentre l’umanità gioiva o si scandalizzava guardando in diretta televisiva Neil Alden Armstrong (1930–2012), Edwin Eugene Aldrin Jr. detto “Buzz” (1930) passeggiare sulla Luna il 20 Luglio 1969 ed il loro collega Michael Collins (1930–2021) attenderli in orbita lunare con la missione Apollo 11, il governo aveva già deciso di porre fine al Programma Apollo. Le missioni lunari terminarono con la numero 17, passando per il mancato dramma della 13.
In vista della futura costruzione di una stazione spaziale, la NASA convertì due terzi stadi di due grandi missili Saturn V (progettati da von Braun) in laboratori spaziali: gli Skylab (1971-1979). Solo uno volerà nello spazio (1973-1979) e sarà raggiunto da tre missioni Apollo. L’ultimo volo di una capsula Apollo avvenne nel 1975 per la missione Apollo-Sojuz Test Project/Sojuz 19.
Il Programma Apollo, a differenza di quanto si crede comunemente, ebbe un impatto notevole sulla società umana. Dal punto di vista economico, a seconda dei comparti tecnici interessati, il governo americano ha stimato un ritorno economico pari ad un rapporto, tra investito e ritorno, di un dollaro a tre/sette. Il balzo tecnologico fu pari a quello avuto tra l’inizio e la fine della Seconda Guerra Mondiale, che ha permesso alle imprese americane di immettere sul mercato nuovi prodotti che hanno influenzato la vita quotidiana di tutto il mondo.
Il Programma Apollo ha dimostrato, questo forse è lo spunto filosofico più importante, che unendo persone, mezzi e finanziamenti adeguati, l’umanità può risolvere molti dei suoi problemi, posto che lo voglia. Kennedy avviò il Programma Apollo solo per prendere voti alle elezioni successive ma, tutto il mondo con lui, non s’immaginava cosa avrebbe provocato la sua ambizione.
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