Broglio's Dream

Da circa tre mesi lavoro a questa mio racconto di storia alternativa, in cui immagino un più sviluppato programma spaziale italiano fin dagli anni '60. Sono finalmente arrivato a scrivere fino quasi alla fine della prima parte, dopodiché lo pubblicherò su questo forum.

Apro quindi questo argomento per offrirvi un’anteprima della timeline (si chiamano così in gergo), e per chiedervi un parere preliminare. Infatti questa non è la versione definitiva, ma i cambiamenti che apporterò nella fase di revisione saranno minimi.

Detto questo, ecco il link alla cartella di drive:
https://drive.google.com/open?id=1ogzTWBQVnHzImBJnUmDfvbcsvhtREKzT
Ogni puntata è divisa in due: una prima parte “narrativa” e una seconda più simile ad un libro di storia. Il 4A e il 4B non saranno pubblicati (almeno non per ora), mentre la timeline fornisce una cronologia degli eventi; il file Excel e la lista motori dovrebbero tenere conto di lanci e simili, ma non sono aggiornati.

Ebbene, che ne pensate?

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Interessante.
Sono perplesso però circa il punto di divergenza storica, a mio avviso non realistico.
Mi spiego meglio: Broglio fece il meglio che poteva con le risorse italiane di inizio anni 60 del secolo scorso (ovvero nel momento del cosiddetto “boom”), di più non sarebbe stato possibile.
Broglio riuscirà a portare avanti una serie di iniziative (altre no) seguendo l’altalenate corso degli anni '70 e '80 dove le sue imprese spaziali si fermano (ultimo lancio da San Marco nel 1988).
Ti consiglio caldamente di leggere il libro Giorgio Di Bernardo:

Che, ad oggi, è l’unica biografia disponibile di Broglio.
L’Italia dalla metà degli anni '60 alla metà degli anni '70 porterà davvero avanti lo sviluppo di un SLBM (Submarine Launched Ballistic Missile) denominato ALFA:

(il disegno dell’ALFA presente è il mio…).

Premesso ciò per l’Italia di metà anni '50 (ancora sfiancata dai danni di guerra e ben prima del sopracitato boom) sarebbe stato non dico solo impossibile ma anche impensabile sviluppare una componente nucleare ICBM, sia pure con altre nazioni (senza contare che Francia e Germania erano messe quasi peggio). Tanto che solo USA e URSS all’epoca avevano risorse economiche e tecniche per un compito del genere.

L’unico mondo alternativo in cui l’Italia potrebbe avviare un proprio programma spaziale e/o militare (leggi ICBM) è quello in cui la nostra nazione resta neutrale durante la Seconda Guerra Mondiale. Senza le devastazioni umane, materiali e morali causate dal Secondo Conflitto e dalla susseguente Guerra Civile (1943-45) l’Italia avrebbe avuto risorse necessarie per avere una grossa fase di espansione economica/militare proprio negli anni '50.
Senza contare che. proprio in quel periodo, Enrico Mattei trova il petrolio in Libia.
Avrebbe fatto una differenza enorme avere ancora la Libia come colonia, dal momento che Mattei avrebbe evitato di trattare con le sette sorelle.

Senza contare che il governo fascista (aldilà di ogni giudizio storico e morale) era fortemente focalizzato sulle nuove tecnologie, soprattutto in campo aeronautico e che lo sarebbe stato (presumibilmente) altrettanto anche in campo spaziale.
Contando il fatto che, molto prima di Broglio, esistevano in Italia figure quali Gaetano Arturo Crocco ed Antonio Ferri i quali possono essere, a buon diritto, considerati pionieri italiani dell’astronautica.

Peraltro uno scenario del genere è stato già delineato (sia pure di sfuggita) nella trilogia di “Occidente” scritta da Mario Farneti:

Perdonami la lunga digressione, ma spero che queste brevi note possano esserti utili.

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Grazie mille Archipeppe, è un piacere discutere.

Uno degli obiettivi della timeline è proprio quello di un programma spaziale di un’Italia non fascista, perché il contrario l’ho già visto (anche se non in dettaglio) in altri lavori. Quindi preferisco ingegnarmi per riuscire in questo modo

Lo avevo preso in considerazione nello stadio di progettazione iniziale, ma ho determinato che fosse troppo difficile da trasformare in veicolo di lancio. Inoltre, a quel punto avevo anche deciso di tentare il tutto e per tutto e di far entrare l’Italia tra le nazioni con capacità di lancio già negli anni '60

Ho basato la collaborazione con Francia e Germania su alcuni riferimenti ad un accordo simile le cui basi furono gettate dopo la crisi di Suez. L’idea della storia è di anticipare tale accordo per arrivare ad un punto in cui Italia e Germania non vogliono perdere il lavoro fatto.
Trovo riferimenti a tale intesa su Wikipedia, che cita pagina 120 di questo libro

La mia idea per le risorse è quella di non avere finanziameti divisi tra programma nazionale e ELDO/ESRO o alte organizzazioni internazionali (che qui non esistono), più il ricevere i fondi coe programma militare. Pensavo anche di cancellare un po’ di altri progetti (ma ora non so quali. Fiat G 91?).

Mi sono sentito motivato dal simile Blue Strak inglese, anche se tale razzo ha beneficiato di trasferimenti tecnologici dagli USA. Ho anche tentato di progettare il Minerva come un razzo semplice

Comunque grazie ancora per l’attenzione!

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Anche per me è un piacere, anni fa anche io (con l’aiuto di un mio amico) scrivemmo un’ucronia in cui i russi sbarcavano primi sulla Luna:

Ora capisco che non vuoi utilizzare un contesto già sfruttato ma è pur vero che l’ucronia per funzionare deve poggiare su solidissime basi. Non puoi prescindere dal contesto socio-economico e politico. Aldilà del punto di partenza più o meno valido, l’Italia degli anni '50 non aveva le risorse economiche e nemmeno la volontà politica per perseguire un obiettivo così ambizioso (come il volo spaziale umano) nemmeno con il concorso di altre nazioni.

Ti faccio un esempio concreto: agli inizi degli anni '50 il governo americano voleva cedere gratis alla nostra Marina Militare due portaerei (con i relativi velivoli): una di scorta (CVE) e una leggera (CVL) nell’ambito del programma MDAP:

Aldilà dell’opposizione dell’Aeronautica MIlitare (che sfociò nello spiacevole episodio di Capodichino del 1952 vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Curtiss_SB2C_Helldiver), la Marina fu costretta a declnare l’offerta perché le scarse risorse non consentivano la gestione di nemmeno una sola portaerei e nemmeno regalata (la CVL doveva essere la USS Cabot poi passata alla Spagna come Dedalo ed equipaggiata con gli AV-1A Harrier “Matador” a partire dalla fine degli anni '70).

Per quanto riguarda la travagliata storia di ELDO è risaputa e riguardava comunque l’impegno di quasi mezza Europa, l’unica cosa buona fu - alla fine - la nascita dell’ESA e lo sviluppo della famiglia degli Ariane.

La rinuncia alla realizzazione del FIAT G-91 (comunque vincitore della specifica NATO NBMR-1) avrebbe avuto degli effetti collaterali spiacevoli sia da un punto di vista politico sia da quello industriale.

Per capire quanto fosse complicata un’eventuale gestione di un programma spaziale manned con la Germania basta vedere quanto successo con lo sviluppo del VFW/FIAT VAK-191B, il quale doveva essere la risposta Italo-tedesca all’Harrier GR Mk1. Il programma fu abbandonato dopo la realizzazione di 3 prototipi, sostanzialmente per problemi economici.

Quindi per tornare alla tua obiezione iniziale, sarebbe stato impossibile (come lo è stato) per un’Italia uscita (malissimo) dalla Seconda Guerra Mondiale portare avanti un programma del genere. Solo una nazione intatta, con le sue colonie ancora in suo possesso (una delle quali - la Libia - ricchissima di petrolio) e con una fortissima volontà politica, avrebbe avuto la forza di perseguire (anche da sola) un programma di sviluppo spaziale abitato.

Guardando le cose in retrospettiva è un autentico miracolo che l’Italia sia stata la terza nazione a lanciare un proprio satellite nello Spazio ed a dotarsi di un’infrastruttura di lancio indipendente (la base San Marco e il centro di controllo di Malindi in Kenya).

Senza contare che disponendo delle proprie colonie, l’Italia avrebbe potuto realizzare il proprio centro di lancio sulle coste della Somalia da dove i lanci sarebbero potuti avvenire in direzione dell’Oceano Indiano (così come per la vera San Marco) praticamente in maniera indisturbata.

Considerare basi di lancio nel nostro territorio nazionale è impossibile dal momento che sorvolerebbero mezza Europa con potenziali rischi associati. I lanci di prova del missile ALFA avvennero dal poligono di Salto di Quirra in Sardegna solo perché il primo stadio ricadeva ancora in acque territoriali nazionali ed il secondo stadio era inerte.

Purtroppo il programma (ed il grosso dei suoi documenti) sono ancora coperti da segreto ma sarebbe logico supporre che i lanci di prova dell’ALFA a piena capacità sarebbero dovuti avvenire necessariamente da San Marco.

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Capisco. Comunque il programma non è assolutamente con equipaggio e i lanci avvengono comunque da una piattaforma marina (simile al progetto originale esposto qui). Vedrò di pensare un po’. Certo, mi dispiacerebbe buttare quello che ho già scritto, ma alla peggio posso sempre pubblicare senza troppe pretese di realismo e concentrarmi sulla storia, in fondo il mio fine è ricreativo, per quanto si cerchi il realismo, non storico. Quanto al tuo romanzo, adorerei leggerlo, ma il link alla sezione download non funziona più…

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Se ti concentri sull’intreccio e tralasci la verosimiglianza va benissimo lo stesso, in questo caso avrai un romanzo di fantascienza pura piuttosto che un’ucronia.
Il che non è male, si tratta di un contesto diverso.

Quanto a Luna Rossa ti invio il pdf via email.

Hai la mia email?

No, puoi inviarmela via messaggio privato.

ho letto ciò che hai scritto e l’ho trovato davvero molto interessante e mi piacerebbe aiutarti con la stesura della tua storia.

Ricollegandomi ad Archipeppe, effettivamente un Italia uscita male dalla seconda guerra mondiale, negli anni 50 non aveva ancora la forza economica per fare ciò che hai descritto.
Tuttavia siccome ci troviamo nel magico mondo dell iffing ti vorrei suggerire questo spunto.

La timeline della tua storia la fai divergere nel Gennaio 1942.

A seguito della nuova situazione venuta a crearsi (perdita colonie centro africane, forte pericolo di perdita della Libia, azione tedesca ancora una volta fallita, questa volta in Russia ed entrata in guerra degli USA), il Gran Consiglio del Fascismo assieme al Re Vittorio Emanuele III prendono accordi segreti per abbandonare mussolini e voltare le spalle alla Germania unendosi alle forze alleate.

A fine Gennaio vengono firmati in segreto i “Nuovi patti di Londra” con i quali l’Italia si impegna ad entrare in guerra contro la Germania e a fornire i propri aereoporti per il bombardamento strategico del territorio tedesco. Italia perde le colonie centro africane, ma mantiene il territorio libico.

Il 5 Febbraio 1942 giunge tramite messaggio cifrato alle truppe italiane di stanza in Africa che i tedeschi sono il nuovo nemico. Dopo pochi giorni di lotte confusionare gli Afrika Korps di Rommel privi del supporto logistico si arrendono alle truppe anglo italiane. Mussolini viene catturato e sottoposto a processo per alto tradimento. In Italia viene istituito un governo provvisorio che perdurerà fino al termine del conflitto.

il 25 Dicembre 1944 la Germania firma la resa con i Russi entrati a Berlino e le truppe alleate che hanno in mano territori similari alla nostra timeline.

Gli italiani vengono riconosciuti tra le potenze vincitrici. L’Italia ha beneficiato per il resto del conflitto degli ampi supporti logistici (petrolio, carburante ad alto numero ottani, aerei,carri armati,cibo e vestiario…) da parte degli Stati Uniti, ha subito pochi bombardamenti nelle citta (le iniziali rappresaglie aeree tedesche sono state ben presto stroncate dalla regia aereonautica aiutata dai veivoli della RAF e in seguito dai veivoli USAF) e possiede come da trattato i territori libici.

Nel Giugno 1945 finalmente si vota per portare termine al governo provvisorio istituito nel Febbraio del 1942 e gli italiani scelgono la repubblica. Nasce cosi il 3 Giugno 1945 la Repubblica Italiana.

Da questa situazione si può imbastire un programma spaziale italiano

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Scenario molto interessante e che potrei quasi sicuramente implementare. Avevo evitato un punto di divergenza nella seconda guerra mondiale perché avevo paura che cambiasse troppo gli equilibri politici. Infatti non mi sento pronto a riscrivere la politica estensivamente, ma solo aspetti più tecnici come il design dei razzi ecc. Così però sembra che la situazione politica del dopoguerra possa rimanere abbastanza invariata (l’Italia esce meglio quanto basta, ma con l’essere entrata all’inizio con l’Asse difficilmente otterrà una sua sfera di influenza o simili). L’unica cosa di cui dubito è come faccia l’Armata Rossa ad arrivare per prima a Berlino se gli USA non devono risalire la penisola (o almeno buona parte di essa). Certo, alla peggio si non si avrà la Germania Est e fine… Da qui in poi integrare con quanto già scritto è piuttosto semplice.

Invece, ho scritto qualche castroneria di carattere tecnico?

Ottimo scenario, molto più verosimile di quello di Riccardo.
Certo l’uscita dell’Italia nel 1942 è inverosimile ma non impossibile perché già si erano messe in moto quelle forze (in primis la Corona) che avrebbero poi portato il Fascismo al suo compimento il 25 luglio.
Un paio di riflessioni:

  1. bisogna valutare attentamente la reazione tedesca, gli unni non sarebbero stati mani in mano mentre l’Italia voltava faccia per l’ennesima volta…
  2. Così come successo nella realtà il “cambio di casacca” italiano non sarebbe stato ne rapido ne indolore e non è affatto scontato che l’Italia fosse ammessa a sedere al tavolo dei vincitori. Il Regno Unito avrebbe avuto molto da ridire (ed in effetti lo ha avuto anche nella nostra timeline).

In realtà un piano del genere è stato realmente avanzato dal Conte Dino Grandi (proprio quello che mette all’ordine la sfiducia di Mussolini il 25 luglio), cfr. Renzo De Felice “Il Rosso e il Nero” (1995).

@riki2048ksp caro Riccardo se vuoi fare un’ucronia (per intenderci alla Dick nell’Uomo nell’alto castello) è necessario manipolare la Storia (quella con la “S” maiuscola per intenderci) e per manipolarla bisogna conoscerla bene in tutti (e dico tutti) i suoi aspetti.
Più dettagli conosci e più verosimile diventa la “tua” nuova timeline.
L’intreccio, che pure è importante, glielo “cuci” dopo su misura.

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@riki2048ksp ti ho inviato Luna Rossa alla tua mail personale.

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Si può anche considerare che nella realtà il “cambio casacca” reale, fu molto confusionario, frutto della totale disorganizzazione e che lascio effettivamente il regio esercito senza ordini di alcun genere.
In questo scenario, si assume che il cambio sia ben organizzato e che di conseguenza le forze armate abbiano ordini chiari. Giova anche il fatto che all’inizio del 42 la situazione militare era nettamente migliore di quella del tardo 43.

Bisogna anche contare che nel 42, l’Italia aveva dalla sua parte il fatto che tradendo la Germania, avrebbe offerto agli alleati la possibilità di accorciare il conflitto seriamente e di iniziare a martellare le industrie tedesche in ogni dove. Bisogna considerare che un azione del genere avrebbe annientato un fronte intero (quello africano). E’ qualcosa sul quale l’Italia poteva fare leva nei fittizzi “nuovi patti di Londra”.

Questo è vero.
Lo scenario prende le mosse da Grandi che convince Maria José (moglie di Umberto II) del cambio di campo, la quale convince marito e suocero (un riluttante Vittorio Emanuele III).
Nel contempo anche Galeazzo Ciano e sua moglie Edda (figlia prediletta di Mussolini) entrano nel piano e tengono buone le forze fasciste.

Tenete anche presente che un’uscita “buona” dell’Italia dal patto con la Germania nazista ed un eventuale passaggio agli alleati quasi sicuramente avrebbe fatto uscire meglio la Corona da tutta la storia. Ergo probabilmente nessun referendum con l’Italia che resta un regno anche negli anni successivi (praticamente fino ai giorni nostri).

Il regno d’Italia avrebbe anche il vantaggio di rendere più stabili i governi a venire, cosa invece non successa nella nostra timeline.
Inoltre, senza le vicende legate alla Resistenza, il ruolo del Partito Comunista in Italia sarebbe rimasto praticamente marginale, lasciando ai Socialisti il compito di portare avanti le istanze della sinistra.

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Effettivamente il referendum è stato assunto più come forzatura per collegarsi alla storia di @riki2048ksp, tuttavia come descrivi te, molto probabilmente anche ammettendo un referendum, avrebbe vinto la corona, visto che in questa timeline risulta agli occhi del popolo “pulita”.
Bisognerebbe dire che considerare un programma spaziale italiano che si svolge sotto il Regno D’italia e non sotto la Repubblica, sarebbe un modo per rendere ancora più esotica questa timeline.

Teniamo presente che nel caso di questa timeline non sarebbero avvenuti:

  1. la mancata difesa di Roma
  2. la conseguente fuga di Pescara

Senza questi due eventi gli italiani non avrebbero mai abbandonato la Corona.

@riki2048ksp stavo dando uno sguardo più approfondito al Minerva.
Da quel che mi pare gli hai messo il freno a mano con le performance. O per meglio dire, considerate spinta e dimensioni il Minerva dovrebbe essere capace di surclassare con facilità i suoi requisiti di 1000 kg a 2400 km.

Considera che il primo stadio del Minerva in se (esclusi i 3 metri finali dedicati alla testata) è più alto di 2 metri rispetto un PGM-19 Jupiter, ha un diametro superiore (3 metri contro 2.67), e possiede quasi 2 volte e mezzo la spinta generata dal PGM-19.
E il PGM-19 può portare una testata da 1400 kg a quasi 3000 km.

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Domanda, avete pensato che con un Minerva evoluto e un filino più potente può costituire il nucleo di una famiglia di lanciatori capaci di mettere in orbita una capsula di circa 1000 kg?
Ovvero l’equivalente italiano di una Mercury.

Allora si che avremmo un bel “Broglio’s dream”…

Pensate che gli inglesi avevano qualcosa di simile in fase di studio (realizzato come full scale mock-up) intorno al 1962-63.

Effettivamente il Minerva è abbastanza vicino in prestazioni all’Atlas. Continuando la storia, con un secondo stadio oppure 2 piccoli booster laterali, ci arriva eccome in orbita.

La storia arriva appunto ad un secondo stadio Minerva-P, payload LEO almeno 1000 kg. Primo lancio con successo nel '63