Buran abbandonato

Katya Pavlushchenko riassume la penosa vicenda su NSF:

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Giusto per ribadire che il problema occorso al Buran rientra in un più generale clima di scadimento e rimozione dei monumenti riporto il commento, sempre spigoloso, di Scott Lowther sul suo blog in merito alla vicenda:

There are always people who want to trash things just because they can. Seriously: if the Air and Space Museum was left unguarded for ten minutes, do you think that the Wright Flyer would somehow escape being splashed with BLM, Antifa or gang crap? Or just simply burned to ashes?

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Questa vicenda mi ricorda quella del Colosseo fino al 1744 quando qualcuno si è svegliato (Benedetto XIV) e ha detto “Mah, pare brutto lasciarlo cadere a pezzi…diamogli una sistemata”

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Buran verrà sorvegliato costantemente per evitare altri vandalismi.

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Tra parentesi, il portellone laterale suggerisce che qualcuno abbia fatto anche un giro dentro, magari portandosi a casa qualcosa.
Ci mette i soldi Rogozin per sistemare in caso? :triumph:

Dal momento che Buran non deve più volare, non credo sia un costo così enorme piazzarlo in un sito museale già esistente o fatto appositamente. Stupisce la cosa visto il nazionalismo russo, la glorificazione della storia russa (certi film… ah!) e Buran potrebbe far bella mostra.
Almeno per un pò sarà sotto custodia.

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buran purtroppo non è in Russia

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Hai ragione!
Che gaffe.

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Sta in Ucraina?
E gli ucraini non han dato un contributo da poter sfoggiare il Bu. come cosa pur loro?

È in Kazakistan e di proprietà di un privato.

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Un tour del Buran, o di quel che ne resta, payload bay e cockpit compresi:

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riesumo questo post antichissimo solo per condividere due video con delle urbex che riguardano i buran con gli "esploratori "
che riescono a entrare e visitare i veivoli spaziali

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Solo io ci vedo un’opportunità di business?
Dovrebbero iniziare a mettere su un servizio per portarci qualche turista :face_with_raised_eyebrow:

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La vicenda continua a trascinarsi.

Il 6 settembre NPO Molniya, l’azienda aerospaziale russa (non parte di Roscosmos, mi pare) che a suo tempo ha realizzato i Buran, ha pubblicato sul suo sito la notizia che suoi tecnici avevano visitato il cosmodromo di Bajkonur

Lo scopo del viaggio era ispezionare la nave orbitale “Buran” e il suo mockup, nonché l’hangar in cui sono immagazzinati i prodotti, al fine di risolvere i problemi del successivo trasporto della nave orbitale nel territorio del nostro paese.

La visita è stata anche occasione di un confronto con altri rappresentanti di aziende russe su come trasportare i due veicoli senza danni, in modo da sottrarli ai “vandali” che scorazzano liberamente per il sito 112A del cosmodromo.

La cosa non è piaciuta al proprietario dei due veicoli, che risulta essere la società kazaka RKK Baikonur, il cui socio di maggioranza è l’affarista kazako Dauren Musa, che ha protestato contro il progetto. La società non ha intenzione di consegnare i Buran a nessuno.

Evidentemente qualcuno da parte russa ha fatto qualche passo falso, perché la notizia è scomparsa dal sito di NPO Molniya e ora si può leggere soltanto tramite archive.org:

https://web.archive.org/web/20210906135719/http://www.npomolniya.ru/novosti/predstaviteli-npo-«molniya»-pobyivali-na-kosmodrome-bajkonur.html

Contemporaneamente il 9 settembre Roscosmos ha pubblicato un messaggio di smentita, palesemente contraddittorio di quanto precedentemente dichiarato:

Per conto di NPO Molniya, dichiariamo ufficialmente che gli specialisti dell’impresa hanno visitato il cosmodromo di Baikonur solo per valutare le condizioni tecniche delle strutture in cui si trovano la navicella Buran, il suo modello e il modello del veicolo di lancio Energia-M [conservato in un altro edificio].

Questi prodotti non sono di proprietà della Federazione Russa e non ci sono piani per il loro trasporto da parte della NPO Molniya.

Al momento non è chiaro come si uscirà dallo stallo. Sin dal 2019 è in corso una diatriba legale con il governo kazako che ha chiesto la liquidazione della RKK Baikonur e la restituzione dei veicoli. A inizio agosto, dopo vari ricorsi, il tribunale di Almaty ha dato ancora una volta ragione a Musa, pur rilevando una serie di irregolarità a suo carico.

Sin dal novembre scorso Rogozin aveva pubblicamente annunziato la volontà di risolvere la cosa con un accordo con l’affarista kazako.

https://twitter.com/Rogozin/status/1327902631273099264

Probabilmente Musa ha richiesto un prezzo troppo alto e ora può continuare a farlo.

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Buran in movimento.

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Katya dà qualche dettaglio in più.

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