Che succede all'Astronautica?

Persone ben informate mi raccontarono che l’ESA utilizza un database della NASA per la gestione dei propri documenti. Dato che il database della NASA funziona bene, perché crearne un altro?
Questo è una buona notizia in termini di cooperazione… però la dice lunga sulla volontà dell’ESA di essere autonoma

La volontà c’è, e fin troppo. Però devi considerare che la NASA fa misisoni spaziali da 50 anni, e quindi è molto più avanti anche nei sistemi di gestione e di controllo da terra…
Anche l’organizzazione dei team di controllo di Columbus è copiata pari pari da NASA, ma d’altronde se il loro sistema funziona da 50 anni, perchè sbattersi per costruirne uno diverso?

Ma sul “copiare” sono d’accordo anch’io. Bisogna ammettere che alla NASA hanno più esperienza e sicuramente sono il primo punto di riferimento. Ma un sistema di gestione documenti interno, anche se “copiato” dalla NASA, non mi sembra qualcosa di eccessivamente difficile da realizzare.
Non conosco l’ambiente ESA, ho solo delle impressioni di altri, però l’idea che mi sono fatta è di un’agenzia che vorrebbe fare di più, ma non ci crede neanche lei fino in fondo (anche e soprattutto per problemi di budget)

Insomma, a parte i presidenti USA, pare che il romanticismo spaziale in ambiente astronautico non ci sia. Cosa intendo per romanticismo? Intendo un percorso chiaro sullo sviluppo dell’umanità nello spazio. Ancora oggi si discute se andare o meno sulla Luna piuttosto che su Marte… se è per un mordi e fuggi all’Apollo, allora Marte, ma io vedo l’andare per restare, allora la Luna. E’ già una bella sfida restare sulla Luna, ma forse anche solo restare in LEO. Oggi c’è la ISS, la stazione spaziale. Allora faccio un paragone ferroviario e mi chiedo: ma quali treni passano di lì? Nessuno. L’ISS è un colossale laboratorio spaziale. Un MIR in versione maxi, frutto di accordi internazionali in un momento di crisi economica in cui il reciproco aiuto fra stati dava frutti a tutti, sia politici che scientifici (vi ricordo che la Russia è entrata a cose fatte ed ha permesso di ampliare una Alpha che era già bell’e pronta, pezzi e tempi di lancio). Una STAZIONE è un centro da cui partono e arrivano veicoli da altre parti. Terra-Luna, Terra-Marte… qui invece siamo ancora al Terra-Terra. Però si chiama ISS e ISS resta. Certo la ISS serve per imparare a realizzare grandi strutture nello spazio, come il MIR prima, come i SALJUT e lo SKYLAB ancora prima, il problema è che non c’è un dopo. Si è cominciato a parlare di stazioni spaziali già negli anni '70 e quanto tempo c’è voluto per farne una? Trent’anni! Se aspettiamo la fine operativa della ISS per iniziare a progettarne un altra, la prossima la faranno dopo un secolo dal suo rientro in atmosfera.
Il punto è che dello spazio, alla fine, non importa una beata fava a nessuno. Oggi c’è un mercato con le sue regole che consente di fare affari per tutti. Lo spazio come lo vediamo noi invece vuole che si esca da questo nido caldo fatto di puro businnes, con progressi lenti e soldi sicuri. Pertanto dubito fortemente che si rinnoverà qualcosa in tempi brevi. Restano solo i presidenti USA, che in vena di grandezza possono stornare parte del PIL per progetti faraonici a caccia di prestigio, salvo poi dimostrarsi pura propaganda quando il presidente successivo dice che di soldi ghe nè minga.
Ecco lo spazio di oggi, businness e scienza pura. E in questo non c’è posto per sbarchi sulla Luna o su qualsiasi astro del Sistema Solare. Non c’è spazio per l’umanità. Noi dobbiamo restare qui, pagare le nostre tasse e continuare a sopravvivere in un mondo che stà divorando le sue risorse a ritmi esponenziali. E quando le avrà finite, esiste sempre un fiornente mercato delle armi con cui poter risolvere ogni tipo di controversia in modo facile e semplice.

Purtroppo sono costretto a essere d’accordo. Il problema delle risorse e’ cruciale per il nostro futuro, viaggiamo allegramente verso una catastrofe globale e pochi sembrano preoccuparsene. I sintomi sono sotto gli occhi di tutti, basterebbe smettere di ascoltare l’orchestra e preoccuparsi della nave che affonda. Lo spazio e’ l’unica via di fuga, l’unica alternativa a una implosione planetaria (non lo dico io, lo dicono molte delle menti piu’ lucide del pianeta - Stephen Hawking in testa). Quindi non e’ solo questione di romanticismo, ma di sopravvivenza; riusciremo a sfuggire al pianeta prima di distruggerlo? Oggi come oggi abbiamo ampiamente sviluppato la seconda possibilita’, mentre per la prima purtroppo siamo a discutere di quanto costa, di quanto sia sicuro e di quanto ce ne viene in tasca!
La domanda iniziale del topic quindi dovrebbe concludersi con ‘… e cosa succedera’ di noi?’

Qualcuno dira’ che sono un inguaribile pessimista, ma mi sembra che la storia mi dia ragione. L’umanita’ si da’ sempre da fare per riparare ai disastri, mai per prevenirli.

Se poi vogliamo anche parlare di romanticismo, diciamo che l’uomo ha sempre bisogno di una frontiera, dove sia possibile sviluppare i migliorii (e i peggiori) talenti e questa oggi puo’ essere solo lo spazio.

Sarei felicissimo di essere smentito, di avere scritto solo delle fesserie e scusate la disgressione sui massimi sistemi, ma ora come ora non invidio le prossime generazioni.

sai cosa pensa l’uomo comune? che tanto quando sto pianeta sarà inabitabile, lui sarà già bell’è morto da un secolo e più… e che quindi è meglio godersi la vita.

l’uomo è egoista.

Con il sistema solare pieno di sonde automatiche che lo esplorano con successo?
Mi sembra un eccesso di pessimismo!

Le sonde sono solo pura scienza. Sono anche spettacolo, sotto certi aspetti, ma l’emozione la possiamo provare solo noi che capiamo l’astronautica.
Qui si discute sullo spazio PER l’umanità. Il grande balzo di Armstrong è rimasto solo suo. Il resto sono solo affari. anche tornare sulla Luna o mandare un uomo su Marte sono affari, ma se i governi, principali finanziatori, non ci credono, le industrie non si espongono e si tengono quello che hannno, tanto il gioco funziona, perché cambiarlo?

Un momento, non dimentichiamoci che persino negli sfavillanti anni '60 prima dello sbarco di Armstrong ed Aldrin sul suolo lunare si sono avvicendate almeno TRE generazioni di sonde automatiche (Ranger, Lunar Orbiter e Surveyor) le quali hanno “spianato” la strada all’esplorazione umana.

Oggi come ieri la componente robotica è un irrunciabile precursore dell’esplorazione umana.
Nel (finto) dibattito tra esplorazione spaziale umana e robotica ci si dimentica che entrambe sono componenti dell’Astronautica.

Sicuramente l’impatto psicologico di un volo spaziale umano è incomparabile rispetto a quello di una sonda interplanetaria o di un satellite artificiale. Non scordiamoci, pero’, che prima dello storico volo di Yuri Aleskeievich Gagarin c’è stato lo Sputnik 1 e decine e decine di satelliti artificiali e sonde interplanetarie che hanno aperto la strada a quello straordinario volo.

Non è vero. Sono industria. Sono business. Sono marketing per aziende nell’hi tech. E sono precursori, come dice archipeppe.

Ma anche il balzo sulla luna di Armstrong era marketing. Anche il volo di Gagarin era marketing (vogliamo chiamarlo propaganda? Marketing è più politically correct).

Le opere e gli sforzi non saranno mai volte ad accrescere l’uomo come specie. PER l’umanità, come dici tu.
Quello che possiamo volere è che ci sia un ORCHESTRAZIONE sapiente,che faccia in modo che i risultati degli sforzi (commerciali, industriali, di ricerca, di sviluppo, di marketing) confluiscano in qualcosa che - come gradito effetto collaterale - rappresenti un progresso per la specie.

Muoversi per soli ideali rischia di essere molto deludente.

Assolutamente d’accordo con entrambi, il punto è che al momento c’è solo il businness. Gli ideali li vedo solo nei proclami, e non sò che farmene.
Di Marte ne ho piene le tasche.
Poi io ho la mia visione del mondo che contempla l’esplorazione, o meglio l’utilizzo dello spazio come componenete vitale per la società umana in generale. Senza lo spazio, vedo un futuro piuttosto oscuro per l’umanità in genere. Ma questo è quello che penso io e posso sbagliarmi alla grande.
Per l’astronautica, signori, c’è poca carne sul fuoco. Abbiamo un cuoco d’eccezione e gli facciamo cuocere la solita bistecca ai ferri…

infatti!

lo spazio in realtà e quel cqualcosa in più che per noi si rende necessario per la nostra incapacità di presrvare il pianeta.

se fossimo una cultura più attenta al nostro stile di vità, che sfrutta la tecnologia con l’obbiettivo di esser si sempre più progredita ma anche più eco, arriveremmo ad aver un bellissimo pianeta dove l’aria profuma di rose e tutti sono felici e semza grandi problemi…

la realtà ci fa capire che ognuno di noi se ne frega dell’altro a meno che quest’ultimo non ci sia utile o non ci renda dei pro piuttosto che dei contro.

in questa civiltà serve innanzitutto un opera di sensibilizzazione sempre più forte e la professione di una culura di bontà, collaborazione, impegno e cura del prossimo disinteressata.

lo so, la vostra risposta spontanea è stata: “seeee… vabbè”; dandomi ragione, confermando che siamo superfiiali ed egoisti.

(ovviament parlo per somi capi, poi ognuno di noi è un argomento a parte. non commettiamo però l’erore di dire subito “io non sono cosi”… perchè senza neanchè farci un esame di coscienza ogni qual volta ci venga rivolta un’affermazione simile, cadremmo nella superficialità… di li al’egoismo, il passo è breve)

Come si fa a non quotare frasi del genere? Sagge parole :ok_hand: ti stimo.

Lo spazio ti servirebbe comunque.
Ti ricordo che nel giro di pochi decenni si è passati da quota un miliardo a sei, è siamo ancora fortunati perché le previsioni per il 2000 davano sette.
Sei sicuro che sul nostro pianeta ci siano le risorse per sei miliardi di persone? Sei sicuro di poter riscaldare d’inverno e refrigerare d’estate sei miliardi di persone? Si, oggi non siamo al limite delle risorse. Anche il petrolio a sentire certi, oggi non doveva essercene più neppure una goccia, ma con questi ritmi quando saremo a quota 10 miliardi, avremo ancora risorse per tutti?
Anche con tutta la buona volontà ecologica, arriverai al limite prima o poi. Oh, certo, se arriverà poi, perché preoccuparsi oggi? E’lo stesso ragionamento di oggi. Oggi spreco, domani si vedrà.
Per mantenere livellata la popolazione umana devi ricorrere a metodi di contenimento delle nascite, ma al momento tali metodi hanno tutti una forte connotazione disumana, che è l’opposto dell’ecologia. Perchè i metodi ed i principi ecologici devo essere applicati anche all’umanità, non considerarla come cosa a parte.
Se anche voi siete come quegli ufologigi che sostengono che gli UFO scenderanno tra noi solo quando avremo raggiunto una evoluzione sociale più elevata… beh, allora gli UFO faranno in tempo ad estinguersi.
Tutte le mattine esco in strada ed ho a che fare con QUESTO mondo. Che mi piaccia o meno. E questo è un mondo che si avvia verso strade molto brutte. Non pretendo di cambiarlo, è troppo grosso, ma mi unisco a quelli che un poco lo spingono verso la direzione giusta, e per mè è lo spazio. Quando e se, non lo sò. Intanto spingo.

il problema invece non si pone!

quelle che dico ora sono parole terribili ma fondate sui fatti:

la popolazione si ridurrà drasticamente ( sopratutto in quei paesi che sono sottosvilupati e sovrappopolati), perchè la gente inizierà a morire letteralmente di fame e carestie!!!

a poco servono quelle organizzazioni umanitarie, quando il sistema non è in grado di sostenere certi numeri.
e quel sistema contribuiamo noi paesi ricchi a renderlo ancora più fragile, andando li a sfrutare territori e popolazione per aumentare il nostro benessere…

un sistema a sua volta autolesionista, perchè quando li non ci sarà più niente da togliere ad altri, se non avremo cambiato il nostro modo di essere, inizieremo a toglierci tra di noi il benessere rimasto.

è autolesionismo silenzioso, ma all’ennesima potenza!

Pensavo di essere pessimista io (vedi precedente intervento), ma vedo che molti mi battono per distacco…

x Unkown: appunto per questo.
La visione che molti hanno dell’universo è puramente 2D, ma l’universo è 3D, solo che restano aggrappati alla sottile crosticina della Terra come cozze, e allora continuino pure a fare le cozze, ma io mi sento più mosca e voglio volare via.
sono aggrappati alla visione 2D perchè hanno paura del nuovo e piuttostono si tengono un brutto vecchio. La paura dell’ignoto e la certezza del sicuro. Anche quando sai che con il certo finisci male, non fa nulla, ADESSO stò benino.
La cultura pragmatica nel quale siamo immersi ci porta a non preoccuparci di nulla più dell’ADESSO, il PASSATO è cacca ed il futuro è MISTERO.
“Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza”. Il problema è che i sostenitori di questa filosofia, nel momento che la loro fonte di gaiezza si esaurisce o rischia seriamente di esaurirsi, diventano i peggiori rappresentanti del genere umano, facendo di tutto per garantirsi ancora la gaiezza perduta o quella ancora in loro possesso. qualcuno dice infatti che oggi se la gode e domani pazienza, ma pazienza un corno, perché oggi se la gode e domani vivrà nell’odio per la mancanza del godimento precedente.
Basta filosofia.
Torniamo all’inizio. Cosa succede all’astronautica? Che lo spirito di novità che aveva l’astronautica negli anni '60, quando grazie ai progressi scientifici ed alla SF la gente credeva veramente che presto si sarebbe esplorato lo spazio, nuovi mondi, alieni, ecc. Poi è arrivata la realtà: niente avventura, niente alieni, niente miglioramenti nella vita di tutti i giorni (miglioramenti sostanziali), ma, per gli USA, guerra, e poi disoccupazione. il fallimento di una speranza tecnologivca che ha lasciato il posto al contrario, al misticismo dal buddismo all’astrologia & C… Poi la ripresa con lo sviluppo dell’elettronica ed eccoci invece cadere nel virtuale, nell’effimero dei complotti frutto della pura fantasia. In questo l’interesse per l’astronautica da parte delle masse ha seguito questi andamenti. Fino alla Luna ci fu interesse, poi la noia, quindi il disinteresse. Riecco la fiamma riaccendersi con la navetta, ma anche lei si spegna quando fa solo quelle 4 cose e poi ti esplode a pochi minuti dal lancio.
Quanta gente ha seguito con speranza la messa in orbita della ISS? Solo noi pochi. Ai più non importa nulla della Luna, di Marte o della ISS, affogati nei loro problemi quotidiani ed alla affannosa ricerca di un superbenessere come panacea per tutti i mali. Punto.
Un momento di riflessione? Si. La navetta ha ormai giocato tutte le sue carte anche perché dopo vent’anni non si è fatto nulla, nulla più che tirare a campare. La Russia ha la sua Soyuz e sembra non riuscire ad andare oltre, indegna erede del MIR, l’unica vera novità spaziale, di sovietica memoria. La ISS, eh…, una MIR in versione maxi. Sonde e sondine sgunzagliate nel Sistema Solare le cui immagini sembrano solo dei quadri astratti a cui la gente non presta attenzione. In compenso proclami a profusione. Da quanto tempo ESA e Russia devono realizzare stò benedetto veicolo spaziale manned assieme? Comincio a non crederci più, anzi, non ci credo proprio più.
Sarebbe bello fare un sunto dell’astronautica oggi. Cosa c’è e cosa bolle in pentola, nel senso delle pentole sul fuoco, dove c’è dentro qualcosa, non degli ingredienti ancora sparsi nella credenza. Mi sà che sui fornelli c’è poco.

Secondo me si parte da un errore di prospettiva.
L’Aereonautica militare Americana senza alcun dubbio “emoziona” con i suoi velivoli migliaia di persone,che pur non essendo tecnici sono appassionate di volo.
Contemporaneamente con i suoi “top gun” fa sognare la gente.
Detto questo non è che debba rendere conto al pubblico se i suoi programmi sono “noiosi”; non è che il suo budget venga ridimensionato perchè l’elettricista di Dallas o l’impiegato al comune di Pasadina o il lattaio di Tampa,all’ennesimo atterraggio di un F-20 dice “che barba non mi da emozione”.
Insomma,così come i bilanci delle Forze Armate (o quello di altri rami essenziali della pubblica amministrazione) non sono soggetti al gradimento del pubblico,
allo stesso modo stabilito un programma spaziale questo va perseguito, indipendentemente se la gente lo segue o meno.
Non stiamo parlando di una fiction che deve fare ascolti;
chi se ne frega se da casa gli spettatori per il lancio di Apollo 13 sono diminuiti;
si va fino ad Apollo 20 come stabilito e basta.
Questo non vuol dire che la NASA non dovrebbe investire in comunicazione e pubblicità (anzi questo a parer mio è stato uno dei maggiori punti deboli dell’ente spaziale Americano).
Ma non si può e non si dovrebbe essere schiavi dell" 'interesse" del pubblico,così come non ne sono schiavi i militari,perchè sennò non si va da nessuna parte.
Gli appassionati di cose spaziali sono e saranno sempre un esigua minoranza.

se nel XVIII secolo chiunque avesse parlato di macchine volanti / aerei come usuale mezzo di trasporto quotidiano da lì ad un paio di secoli a venire sicuramente sarebbe stato considerato visionario o schizofrenico così come potrebbe essere definito in ugual modo chi attualmente ipotizasse alla portata di tutti viaggi orbitali e interplanetari da qui al XXII o XXIII secolo.
ciò per aver una minima idea che potrebbero occorrere varie centinaia di anni per poter riscontrare notevoli salti ed evoluzioni tecnologiche di importanza planetaria.

si ma vogliamo paragonare la situazione ambientale mondiale del XVIII con la nostra?

se non ci sarà una politica di, non dico riduzione e neanche di mantenimento, quantomeno verà riduzione dello sfruttamento distruttivo che facciamo a questo pianeta…

tra 2-3 secoli, come si sarà ridotta la terra?