"Chiudete le Porte!"

Nei film ogni volta che succede qualcosa nello spazio si sente il Direttore di Volo pronunciare la fatidica frase “Chiudete le Porte!” prima di ogni altra cosa… È reale come procedura?

Di cosa avrebbero paura, di un’invasione di giornalisti e curiosi?

Non avviene solo nei film, anche nella realtà.
Dove lavoravo io, dopo un incendio agli uffici di domenica, quando è arrivato il direttore di stabilmento la prima cosa che ha detto è stata “chiudete il cancello”.
Credo sia una reazione normale.
In brianzolo c’è il detto “sarà sù ul stabièl qund’urmai l’è scapàa ul purcèl” , chiudi il porcile quando ormai il maiale è scappato!
:pig:

nb: cerca in rete il video NASA della diretta del “mancato” atterraggio del Columbia, sentirai il flight director Cain ordinare la chiusura con il magone.
:pensive:

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Da quel che so, il famoso “lock the doors” non è da intendersi in senso letterale ma come un comando che segnala l’avvio delle procedure da attuare in risposta a un evento critico, come appunto la perdita di un mezzo, per non contaminare e preservare tutta la documentazione disponibile.

Giornalisti che irrompono in sala controllo penso sia altamente improbabile. Curiosi, inteso come personale “di passaggio”, è già una eventualità. Più che altro però credo che la richiesta sia che il personale in servizio non abbandoni la sala controllo.

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Un’altra buona ragione per bloccare le porte, non solo metaforicamente, è che qualcuno potrebbe volere lasciare la sala per distruggere o alterare delle prove, per esempio in caso di negligenze o responsabilità personali.

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Lo ricordo bene.
Poi dopo qualche istante, ordinò a tutti i controllori di consultare il manuale delle emergenze alle pagine di propria competenza.
Mi si è gelato il sangue quando lo vidi la prima volta.

Uno step delle procedure di emergenza a Col-CC è (era? @buzz) la chiusura delle tende delle finestre che permettono di osservare la sala controllo dal ponte di osservazione (un corridoio al piano terra che guarda giù nelle sale controllo) e lo stop dell’invio di video a partner esterni.
Penso che le cose siano correlate ma non sono mai riuscito a trovare una spiegazione completa della ragione.

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Confermo che è ancora nelle procedure di COL-CC.

In NASA hanno il già discusso Freedom Of Information Act (FOIA), secondo cui ogni attività pagata con fondi pubblici deve essere accessibile al pubblico. C’è però il fattore tempo: il fatto che le info debbano essere pubbliche non signifca che debbano essere disponibili in tempo reale.

In ESA per esempio, le direttive di sicurezza impongono che ogni video in tempo reale che va in streaming su internet (a meno che non sia un evento pubblico) debba avere un ritardo di 60 secondi, per permettere di interrompere lo streaming in tempo in caso succeda qualcosa da non far vedere online.

Riguardo al perché, semplicemente credo che in caso di emergenza non si voglia far vedere al mondo in streaming un astronauta che muore soffocato o avvelenato dall’ammoniaca. E anche se non si tratta di qualcosa di così grave, non si vuole far vedere in streaming un astronauta che si spoglia nudo, cosa che è ad esempio prevista dalle procedure per l’emergenza in caso di perdita di amoniaca.

Ok che tutto deve essere pubblico, ma comunque bisogna applicare qualche tipo di filtro, se non altro per proteggere la privacy degli astronauti e delle loro famiglie.

Nei centri di controllo ci sono tutti i giorni turisti, autorità pubbliche o giornalisti in visita. Non sono dentro la sala di controllo, ma dietro a delle grandi vetrate da cui si vede tutto.

Non credo proprio che chiudano le porte per tenere dentro i controllori di volo!

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Penso sia vero anche l’opposto. In caso di anomalie non va sottovalutato il numero di “curiosi” che, avendo accesso alle control room con i loro badge, si farebbero vivi senza essere in turno, anche con le migliori ragioni, per seguire in tempo reale gli eventi o fare domande mentre un controller cerca di concentrarsi durante un momento di massima tensione.
Insomma, credo sia un’ottima misura per ridurre al minimo il “traffico” di persone in entrata o uscita nei momenti di massima tensione.

Non so come funziona in ESOC, ma nella mia esperienza il Flight Director ha sempre l’autorità di cacciare fuori dalla sala di controllo chiunque non sia in turno (i.e. anche un manager più in alto di lui/lei). Non c’è bisogno di chiudere la porta a chiave…

Si sicuramente, solo che di solito gli infiltrati sono i superiori di tale FD :stuck_out_tongue:

L’ordine di “bloccare le porte” è dato dopo la situazione di emergenza alla NASA e non durante. Quando l’emergenza praticamente è stabilizzata. In questa fase si inizia la raccolta forense di tutte le informazioni, specialmente tutti i dati di telemetria della missione, e nessuno parla con nessuno all’esterno fino a quando non ci sono risultati ufficiali da segnalare ai media tramite canali ufficiali.

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Non importa… L’ho visto fare e l’ho fatto io stesso in alcuni casi. E oggi, da “superiore”, so bene che mi devo tenere lontano dalla sala di controllo durante operazioni critiche.

Di solito i “superiori” vengono dallo stesso ambiente e capiscono che se FD li sta cacciando è perché stanno disturbando in una situazione difficile.

Mah, mi sembra una precauzione inutile… Chi è in sala di controllo ci è arrivato dopo anni di addestramento, se veramente bisogna tenere le informazioni sotto controllo, è sufficiente dirlo chiaramente. Credo che nessuno metterebbe a rischio il proprio lavoro (quel lavoro!), se gli è stato detto esplicitamente di non passare info al di fuori.

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Mi vengono in mente due episodi con due presidenti della repubblica:

L’incendio di Notre Dame a Parigi.
Il tetto della navata è andato, hanno già portato in salvo le reliquie, non c’è pericolo per le persone, non c’è pericolo di propagazione delle fiamme ad altri edifici e il capo dei pompieri non vuole rischiare la vita dei suoi uomini per salvare le due torri della cattedrale. Arriva il presidente Macron e gli viene chiesto se vuole prendersi la responsabilità della decisione. Macron accetta, si presentano dei volontari e le fiamme nella torre nord vengono spente.

La tragedia di Alfredino.
Durante le già disorganizzate operazioni di soccorso arriva sulla scena il presidente Pertini che vuole parlare tramite un microfono con il bambino nel pozzo. Pertini passa tutta la notte sul posto, incrementando l’attenzione mediatica e rallentando i soccorsi. La fine della storia è tristemente nota.

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