Ci risentiamo tra 18 giorni ...

Non si nota bene, ma la Gemini è appesa al soffitto (chi soffre di cervicale è avvisato :stuck_out_tongue_winking_eye: ) e presenta due manichini uno dei quali è in “EVA”. Subito dietro l’Apollo 17 c’è un diorama a grandezza naturale con due astronauti sulla luna e un rover, e da qui si accede a una sala stile “caveau” di banca (con tanto di porta blindata) contente alcune pietre lunari. Una di esse, molto piccola (circa 2cm x 2cm) è messa all’interno di una teca bucata, e un cartello invita a toccare “la pietra lunare”. Non so se sia una bufala, nel dubbio l’ho toccata :ok_hand: . Continuando avanti si passa alla sezione Skylab, ASTP e Space Shuttle. Nella sezione Skylab è visitabile all’interno il mockup di addestramento della parte più ampia dello Skylab, con tanto di manichino che gira su se stesso (e a fianco un video che dimostra l’astronauta che lo ha fatto) e di manichino di Pete Conrad che si fa la doccia :clap: :grin:


Alla fine del mockup dello Skylab è presente pure una capsula Apollo da addestramento (non mi risulta che abbia mai volato, se sì chiedo venia, sculacciatemi pure :facepunch: ). Tale capsula presenta il solito portellone aperto, che in realtà è proprio mancante e quindi permette di visualizzarne l’interno. L’insieme capsula-skylab era usato per gli addestramenti al docking (così mi ha detto l’audioguida…).
Nella sezione ASTP c’è il mockup di addestramento dell’adattatore di docking tra Apollo e Soyuz, con il manichino di Stafford all’interno, più una serie di modellini che illustrano come si è svolto l’incontro e quali mezzi furono necessari.
Nella sezione Spce Shuttle infine oltre a un modello di Space Shuttle alto circa 2 metri ci sono tute di volo e un esemplare di Robonaut.


Tute di volo, modello dello Shuttle e Robonaut


All’uscita da tutto questo ben di Dio ci si ritrova di nuovo nell’ingresso principale, subito al di sotto di un LEM da addestramento che se ne sta appeso lì, dimenticato e ignorato da tutti (nel tempo che sono stato nel salone principale non ho visto NESSUNO fotografarlo, ma nemmeno degnarlo di un occhiata!).
In fondo al salone di ingresso, dietro a dei pannelli che rappresentano il progetto Constellation (prudentemente sono stati parzialmente schermati da una scritta che più o meno dice “Questo pannello sarà aggiornato al più presto”) c’è un mockup in grandezza naturale della sezione abitativa di uno Shuttle (il ponte inferiore e quello di comando), visitabili e filmabili a piacere. Alla base del mockup, l’ennesimo motore SSME.


Si sale su per una scala che porta al portello di ingresso dello Shuttle, ma NON si entra da lì :fearful: ma da un buco praticato più posteriormente, e si accede al piano inferiore della zona abitativa. Si attraversa il ponte inferiore, si esce dalla parte opposta a dove si è entrati, si sale quindi per un’altra scala e si arriva al ponte superiore.


Grazie Vittorio! Ottimo reportage, continua così!

All’uscita del mockup dello Shuttle ci si ritrova un altro shop e, cosa ben più importante, una mostra temporanea sui reperti di Apollo 13 in occasione del 40ennale (compresa la famosa “mail box”). Un cartello assicura che sono tutti reperti originali. Sempre qui vicino si accede ai trenini che fanno i due giri, alla Mission Control Room e alla zona addestramento astronauti. Ho scelto di iniziare con la Mission Control, e dopo aver fatto un giro abbastanza lungo attraverso la zona lavorativa dello Space Center e passando vicino al Saturn V si arriva finalmente all’edificio 38, sede della Mission Control Room. E’, se ho capito correttamente la guida, tutt’ora la sede della attuale Mission Control Room, quella che vediamo nei video delle missioni STS, solo che rispetto a quella storica sta al piano di sotto. Infatti per attivare alla sala storica (per la precisione si arriva nella zona del pubblico dietro alle vetrate) si devo fare 78 gradini (ma c’è anche l’ascensore, per chi lo desidera :wink: ).


:scream: :clap: :clap: :clap: :scream:

Tutto ciò che mi viene da dirti, Vittorio.

La guida ci illustra come funzionava il lavoro nella stanza, si vedono distintamente le scritte “Capcom” e “Flight Director”, ci mostra le mail dell’epoca (i tubi della posta pneumatica) ci mostra sul muro tutte le varie patch. Groppo in gola a pensare che solo 10 metri più in là Charlie Duke 40 anni fa esclamava “Roger Twan… Tranquillity, we copy you on the ground, …” e Jack Lousma chiedeva a Jim Lovell “This is Houston, say again please?” e mia moglie che mi dava gomitate a più non posso chiedendomi di spiegarle cosa diceva la guida…
Dopo circa un quarto d’ora si riesce (nell’atrio un bel modello di Saturn V) e sempre sul trenino si comincia a tornare indietro, passando vicino all’edificio 31 (sempre se non ricordo male) dove dono tenute a temperatura costante e in condizioni ottimali (vuoto) le rocce lunari.


Si arriva quindi al rocket garden dove stanno esposti all’esterno un Redstone con un mockup di Mercury in cima, un Titan (o Atlas? scusatemi sono ancora un povero rookie :flushed: e non capisco al volo certe differenze) con il mockup dell’Apollo usato per le prove del LAS, un enorme F1 Engine e, rinchiuso in un capannone per proteggerlo, il Saturn V.


Questo è stato il primo Saturn V che ho visto (poi ho visto quello al KSC) e sono rimasto senza fiato! Per girarci attorno ci si mettono 5 minuti. Comunque, come al KSC ci sono lateralmente tutte le patch con le insegne delle missioni compresa Apollo 1. Qui il Modulo di Comando è, se non sbaglio, quello che ha testato lo scudo termico (e infatti si vede che è bruciacchiato).


Sembra più un Atlas, ma potrei sbagliare.

Io invece non credo che ti sbagli, anzi … Sentiamo comunque i senatori (e non è assolutamente una presa in giro, sia ben chiaro!).

A questo punto “bisogna” tornare al visitor center, e non funziona come all’Apollo-Saturn del KSC che uno volendo può o no andare al ISS center. Arrivati quindi al visitor center scopro che il successivo trenino (quello per la zona di addestramento astronauti) partiva troppo tardi per me (dovevo andare in aeroporto a prendere l’aereo in quanto me lo avevano anticipato :angry: ) e quindi ho dedicato l’ultimo quarto d’ora a fare qualche foto di tute “storiche” tipo quella di Conrad per l’Apollo 12 o quella di Alan Bean per lo Skylab, quest’ultima appesa assieme a uno zaino MMU, se ho capito bene. Ma l’ultima immagine per stasera non può che essere la faccia di uno stanco, ma felice appassionato :ok_hand: :beer:
A domani con l’eventuale proseguo al KSC.


Se è il razzo usato per le prove del LAS è sicuramente un Little Joe 2, lo si riconosce anche dall’aspetto tozzo, sufficiente per il profilo di volo molto particolare…

Bel viaggio e bel resoconto complimenti :clap:

Una domanda…nella foto allegata, Vittorio ha detto che erano tutti reperti originali della missione, ma la targhetta non era agganciata a una gamba del Lem?! :ambulance:


Continuo stamattina con la descrizione e le foto del KSC a beneficio di chi non c’era mai (non mi permetterei mai di insegnare nulla a chi c’era prima di me :flushed: ).
Io e mia moglie arriviamo in perfetto orario per l’apertura mattutina (ore 9:30) sotto un acquazzone tropicale (temperatura esterna: 27° circa…) che per fortuna cessa quasi subito trasformandosi in una stupenda e assolata giornata. Non essendo ancora attivi i bus per il tour alla LC39 Observation Tower, Apollo-Saturn e ISS e approfittando del fatto che a causa del temporale c’è pochissima gente vado subito al simulatore di lancio Shuttle. Arrivo e sono praticamente solo (mi fanno aspettare che arrivi ancora qualcuno per riempire almeno un pò il simulatore). E’ interessante la preparazione, in quanto ti fanno togliere tutto dalle tasche in quanto realmente ti mettono disteso sulla schiena, e obbligano a depositare zaini ed altro in armadietti gratuiti a chiave (devi mettere un quarto di dollaro, ma te lo tornano quando riapri l’armadietto). Lungo la salita al simulatore su vari monitor scorre in continuazione un video nei quale vari astronauti (tra cui John Young ) descrivono la loro esperienza durante il lancio dello Shuttle. Quando finalmente ci fanno entrare, entriamo prima in una sala dove Charlie Bolden :ambulance: spiega attraverso un animatronics (esempio: un booster che gli parte tra le mani, e che poi riprende con dei guanti che qualche attimo prima non aveva da un secchio della spazzatura spiegando nel frattempo che i booster sono riciclabili) come funzionerà l’esperienza del lancio, la tempistica, etc. Si passa quindi in un corridoio dove sono presenti 4 serie porte attraverso ognuna delle quali si accede ad una diversa sala del simulatore, e si viene “impilati” in file 7 file di 6. Il simulatore “simula” appunto (scusatemi il gioco di parole :flushed: ) un lancio nel quale le 42 persone sono messe al posto dei payload nella zona cargo. Fino a un attimo prima di entrare, se qualcuno non se la sente può alzare la mano e viene fatto uscire dalle file e accompagnato in una saletta a fianco da dove può osservare tutto ciò che succede senza però ricevere alcuna scossa. Ovviamente io ho alzato la mano… :stuck_out_tongue: scherzo, e che sono scemo? Dunque cintura di sicurezza (quelle da aereo), sedili anatomici, e nuovamente Bolden :ambulance: che spiega che per un vero lancio bisogna essere messi appoggiati sulla schiena. E infatti il simulatore si alza, e si sente che realmente ci stiamo mettendo appoggiati sulla schiena. A questo punto inizia il countdown (si parte da T -15), a T -4 si comincia a sentire una pressione sulla schiena, a T 0 si sente bruscamente una pressione in avanti dell’accensione dei booster … e Bolden continua a spiegare :ambulance: :ambulance: :ambulance: ! La pressione diminuisce (siamo nella parte densa dell’atmosfera, ci dice Bolden) ma un attimo dopo ecco il “Go at Throttle Up” e vai con il valzer di sballottamenti vari e sobbalzi per un paio di minuti fino al distacco dei booster, dopo del quale si sente ancora una certa pressione dietro alla schiena, ma non gli scuotimenti precedenti. Siamo quasi in orbita quando il nostro gentile ospite ci dice che c’è un guasto (si accendono allarmi dappertutto… mah…) che però viene prontamente risolto dal comandante e si prosegue fino al MECO, dopo del quale non so come fanno, ma si sente un calo del proprio peso corporeo (non un vero e proprio galleggiamento, sia ben chiaro), si aprono le bay doors della stiva e (guarda caso) siamo in orbita proprio sull’Italia! Ovviamente a questo punto lo spettacolo è finito, dopo una trentina di secondi le bay doors vengono chiuse, l’abitacolo viene riportato in orizzontale e si esce dalla parte opposta a dove si è entrati. Si scende attraverso una lunga spirale che riporta tutte le missioni STS che ci sono state (con tanto di spazio finale per “future missions”), si arriva al solito shop e si riesce all’esterno proprio attaccati a dove si entra, pronti a recuperare ciò che si era depositato.
A mio giudizio a meno che uno non sia proprio malato di cuore se è veramente appassionato è una esperienza da fare, è molto meno preoccupante di un giro su una montagna russa, personalmente non mi ha fatto un grandissimo effetto fisico, ma come esperienza (a parte Bolden che fa lo spiritoso :ambulance: ) è stata bellissima. Credo che immaginiate che di questo non posso fornirvi immagini.

Non lo so, a me risulta che è stata riportata indietro (lo avevo visto anche da altre parti) e che doveva essere agganciata alla zampa del LEM da Lovell, ma ovviamente non è stato fatto. Ripeto, il cartello riportava così, se poi ho letto male chiedo scusa (non credo la NASA si metta a imbrogliare…).

Ah capisco, credevo che la targa si trovasse già sulla zampa del Lem al lancio :wink:

sai cosa mi ha spiazzato? tella specie si secondo stadio, se non è un inganno della prospettiva e si tratti del “complesso” SM-CM ed allora hai pienamente ragione tu, Giulione.

Dopo il “giro in giostra” procedo (stavolta assieme alla moglie che non ne voleva sapere di entrare nel simulatore) verso lo Astronaut Memorial passando prima per il mockup dello Shuttle che si trova appunto fra il simulatore e il Memorial.