Come portare uomini su Marte.... versione 5.0

Verissimo, soprattuto se i veicoli devono essere operati da astronauti. E di certo le zone esplorabili saranno limitate. Ci sono comunque gia’ in fase di studio oggetti di questo genere (soprattutto per esplorazione robotizzata).

Paolo

Pur non essendo un sostenitore accanito dell’esplorazione robotica (come il nostro Paolo Ulivi), ritengo imprescindibile, nel caso dell’esplorazione di Marte, una forte componente robotica a supporto delle attività umane.

Probabilmente l’optimum si raggiunge con un mix di uomini e macchine, ognuno dei quali svolge i compiti che sono più congeniali, senza contare il fatto che le componenti robotiche possono andare in posti poco accessibili (magari volando) o fare escursioni particolarmente pericolose, mentre gli esseri umani possono dedicarsi all’analisi scientifica in situ.

ma se i Mer riuscissero a trovare prove di presenza di forme di vita, anche se del passato marziano, ci potrebbe essere uno stimolo in più da parte della Nasa ad inviare uomini su Marte?

ho trovato questo articolo, forse lo avete letto anche voi,
ma è attendibile?

http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/07_novembre_29/viaggio_marte_preparativi_nasa_c13f2caa-9e88-11dc-9968-0003ba99c53b.shtml

La Nasa conta di raggiungere il Pianeta Rosso nel 2031; nel 2020 l’allenamento sulla Luna

Il modulo Rover che ha perlustrato la superficie di Marte nel 2004. Fra 24 anni toccherà a un vero equipaggio umano (Reuters)
HOUSTON (Texas, Stati Uniti) – Sarà un viaggio lungo sei mesi, durante i quali gli astronauti coltiveranno frutta e verdura guardando dal finestrino il Sole che si allontana. E al loro arrivo ad attenderli troveranno una comoda struttura per ospitarli. È più o meno questo il programma annunciato ieri dalla Nasa (e riportato oggi dalla Bbc), per il viaggio dell’uomo su Marte, previsto per il 2031. Il progetto, già anticipato ma senza scadenza dal presidente George Bush nel 2004, inizia a prendere una forma precisa, anche se – si cautelano gli scienziati statunitensi – molti dettagli potrebbero essere modificati in corso d’opera. Al punto che anche il budget da stanziare è molto incerto: dai 20 ai 450 miliardi di dollari.

CROCIERA SPAZIALE - Il viaggio dell’equipaggio durerà dai sei ai sette mesi, durante i quali gli astronauti coltiveranno frutta e verdura sia per prodursi il cibo necessario, che per l’equilibrio psicologico. Aria e acqua saranno riciclati e riutilizzati sulla nave spaziale. Inoltre i primi inviati su Marte dovranno essere in grado di riparare la maggior parte possibile dei componenti meccanici della nave, e probabilmente anche di costruirne di nuovi all’occorrenza. L’equipaggio dovrà infatti essere il più autosufficiente possibile, visto che rifornire la nave in corsa è impossibile e gli approvvigionamenti direttamente su Marte richiedono tempi e costi esorbitanti. Una volta giunto sul pianeta rosso, l’equipaggio vivrà nel modulo che li ha preceduti (i test del modulo abitativo marziano sono già in fase di sperimentazione nell’Antartide) per un periodo di diciotto mesi. La casa marziana sarà alimentata a energia nucleare. La missione durerà in tutto 30 mesi: 6 per l’andata, 18 di soggiorno, e altri 6 per il ritorno.

Gabriele De Palma
29 novembre 2007(ultima modifica: 30 novembre 2007)

qualcosa del genere?

Io sono del parere che, pur non conoscendo apieno le caratteristiche atmosferiche e dei venti di marte, sia comunque possibile allestire un qualsiasi tipo di veivolo che sia in gardo di solcare l’atmosfera in questione.
Forse bisognerebbe variare un poco le caratteristiche aerodinamiche ma sarebbe comunque possibile far volare sia un veicolo automatico, sia un veicolo pilotato da astronauti.
E’ certo che per prima si opterebbe per qualcosa di automatico, atto a testare le varie fasi di volo in un’atmosfera a noi nuova, ma successivamente si potrebbe benissimo passare al volo con uomini a bordo.
Sono anchio dell’idea che , per esplorare al meglio il pianeta, sia preferibile fare più missioni con più punti di ammartaggio, piuttosto che avere una base permanente che consenta l’esplorazione solo nelle zone limitrofe alla base.