Come salvare una cosmonauta sovietica?

Beh, la mia idea era di paracadutare una spia senza usare un aereo perchè troppo lontano. Per le sue capacità è scelta la russa, non tanto perchè donna ma per meriti e poi perché come spia ha seguito e conosce bene l’ambiente in cui andrà ad operare. questa è sicuramente la parte meno verosimile della mia trama, perchè tenere nascosto il lancio di un Proton con una vostok dentro… magari non da Baikonour, ma un altra località scelta apposta. Poi riempire la Vostok di strumentazioni plausibili è un bel gioco di fantasia. Se la cosmonauta NON può collegarsi con la sua base o con altri, eh, ma con il radioamatore si, ebbene bisonga dire che il radioamatore o è dotato di antenne speciali, vedi J.C.,ma non è facile, o la cosmonauta ha a disposizione un apparato radio per comunicare con qualcuno sulla terra su frequenze più accessibili. Resta che se non può parlare con la sua base è perché la sua base non vuole comunicare. poi per convincere la cosmonauta a non immolarsi in nome della Grande Madre Patria vuol dire che a casa le hanno fatto girare i santissimi di brutto, a quei tempi.
E se invece fosse una cosmonauta in fuga in occidente? che s’infila nella Vostok al posto di qualcun altro e la Russia tace per non fare brutta figura?
C’è un ultimo ostacolo. A quei tempi gli USA tracciavano già i lanci sovietici. Perché non si accorgono di questa Vostok? Un dispositivo antiradar sperimentale?

…mi crolla un mito… :astonished:

Ciao,
perchè non pensare invece ad una missione precedente a quella di Gagarin, in cui i Sovietici volevano dimostrare la propria supremazia in campo spaziale…
La nostra cosmonauta è una dei candidati cosmonauti, e viene scelta per uno di quei primi lanci, tipo quelli presunti dei Lost cosmonauts, perché le è stato insegnato, durante l’addestramento, le procedure che dovrà utilizzare, ma, al contrario degli altri candidati, non ha né familiarità con il volo, né una conoscenza approfondita della struttura della capsula che utlizzerà: ciò perché i vertici sovietici non volevano che, eventualmente, lei potesse divulgare queste informazioni altamente segrete.
Ora, il lancio ha successo, ma si verifica un guasto, che la porta su un’orbita più esterna: la configurazione di rientro prevista non è più valida e, soprattutto, l’angolo di rientro previsto nella sequenza automatica di rientro ora è sbagliato e la farà rimbalzare sull’atmosfera e perdere nello spazio oppure provocherà la distruzione della navetta all’impatto con l’atmosfera. Il centro di controllo sovietico, tenta di calcolare le nuove coordinate, ma poi viene a conoscenza che la cosmonauta, in apparenza schiva e riservata, è venuta a conoscenza di informazioni segrete che comprometterebbero l’immagine dell’Unione Sovietica e decidono di abbandonarla nello spazio.
Uno degli innumerevoli segnali di SOS che lei, persi i contatti con Mosca, lancia al mondo intero viene raccolto dal ragazzo, che potrebbe essere, come ipotizzato da Ared Cosmos, uno dei primi appassionati di astronautica.
Il ragazzo comprende che la cosmonauta non è assolutamente in grado di calcolare la nuova configurazione e decide di provare a farlo lui: si fa dare velocità angolare, tangenziale, altezza e tutto ciò che è necessario (?), con la difficoltà delle comunicazioni suggerita da Acris e si butta a capofitto nei calcoli, non potendo contattare né la Nasa o l’Esa (visto che all’epoca ancora non esistevano ed il programma spaziale Usa era in parte affidato a militari che mai si sarebbero sognati di aiutare una cosmonauta sovietica).
Le trasmette poi i dati da lui rielaborati, ma non è certo di avere tenuto conto di tutti i parametri critici, e lei tenta il rientro nel luogo che il ragazzo ha designato (sicuramente lontano dall’Unione Sovietica, forse nel deserto africano?)…le comunicazioni radio si interrompono…suspense…il ragazzo si reca sul luogo ma non la trova e pensa di avere fallito.
Si diffonde la notizia che gli abitanti di un villaggio vicino dicono di avere visto una palla cadere dal cielo, una divinità…lui si precipita e trova la cosmonauta ancora intrappolata nella capsula: un po’ malridotta, perché il ragazzo non è un esperto ed ha fatto scendere la capsula con un’accelerazione ed una velocità troppo elevate, e quindi l’impatto è stato violentissimo…ma è salva!

Forse un po’ banale, ma spero di avere dato qualche suggerimento…

Caspita che ragionamento, un lavoro davvero grande! Complimenti! :clap: :clap: :clap:
Una mia piccola curiosità: con che velocità la capsula ha impattato il suolo e che accelerazione di picco ha avuto durante il rientro?

Pignolo… :slight_smile:

…e, ciliegina sulla torta, il ragazzino americano che aiuta la cosmonauta si rivelerà, da grande, essere…boh…dite voi. Insomma, il colpo di scena finale che ti lascia basito… :ok_hand:

Girando così…per caso…ho trovato il diagramma delle assegnazioni e relativa durata, di tutti gli astronauti americani fino al progetto skylab. E’ messo su scala temporale…potrebbe essere d’aiuto… :stuck_out_tongue_winking_eye:


Direi che questo sembra più un racconto di pura fantascienza piuttosto che un “what if”.
Non vorrei fare il bastian contrario, ma ci sono diversi aspetti che vedo difficili da superare:

  1. la barriera linguistica: all’epoca i russi non studiavano l’inglese, (credo che i primi furono Leonov e compagni per l’ASTP) per cui o il fantomatico radioamatore americano (ma perchè deve essere per forza americano poi…) sa il russo (cosa singolare per l’epoca) oppure il discorso salta.
  2. anche se la NASA o i militari sono ostili, sono certamente vigili e presenti, per cui sentirebbero i presunti dialoghi tra l’astronauta ed il radioamatore, e non credo starebbero fermi senza fare nulla…
  3. la complessità dei calcoli: senza calcolatori adeguatamente potenti ed una preparazione scientifica avanzata all’epoca era impossibile calcolare una corretta procedura di rientro, e in ogni caso un astronauta pigiato dentro la Vostok non aveva alcuna possibilità di operare riparazioni dall’interno, per non parlare delle EVA, se poi lo sventurato in questione non è particolarmente preparato la vedo dura.
  4. La presunta capsula russa sarebbe in orbita, quindi in movimento continuo. Ora bisognerebbe chiedere ad AJ per la meccanica orbitale e a Michael per la parte da radiamatore, ma con la variazione del percorso di ogni orbita il radioamatore avrebbe davvero poco tempo ad ogni passaggio “buono” per farsi capire e tentare di aiutare la povera cosmonauta, se poi il tempo stringe la cosa va ancora peggio.
  5. l’URSS è scomparsa quasi vent’anni fa, perchè dobbiamo continuare ad accanirci nel dipingere questi russi cattivi e crudeli che mandano povere donzelle indifese nello spazio? Il nostro Archipeppe ha dimostrato che si può sfuggire a questa banalità, scrivendo un romanzo avvincente e tecnicamente ineccepibile che ha per protagonisti proprio i sovietici. Ho capito che i fratellini torinesi hanno guadagnato la notorietà con il loro nastro della povera Ludmilla che va arrosto, ma come dicevo prima la guerra fredda è finita da un pezzo, cerchiamo di passare ad altro…

Ah, non saprei…
Ricordo che in passato una cosa del genere è avvenuta realmente, infatti su internet ho ritrovato questo articolo, se ti può interessare: http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/scienza_e_tecnologia/navicella-sbaglia/navicella-sbaglia/navicella-sbaglia.html

Figurati, rileggendo ciò che ho scritto e confrontando con la tua risposta, sono d’accordo con te quasi su tutto… :smile:

  1. :ok:
  2. vero, però penso anche che gli americani non farebbero niente: se la cosa si diffondesse, sarebbe la prova che i russi li hanno battuti nella corsa allo spazio :roll_eyes:
    3)vero, per la complessità dei calcoli e la complessità della preparazione richiesta per capirci qualcosa (infatti ho lasciato un punto interrogativo :grin: ), ma non penso che nel 1960 venissero usati calcolatori eccezionali (a proposito, sapete se è vero che durante le missioni Apollo, alcuni calcoli trigonometrici, anche complessi, venivano effettuati a mano? L’ho letto da qualche parte alcuni anni fa…
  3. :ok:
  4. Nessuna insinuazione contro l’ex Urss, solo riferimento a vicende di cui, comunque, si è parlato, discusso e si continua a discutere…

Concordo pienamente. I computer di bordo delle missioni Apollo avevano una capacità di calcolo centinaia se non migliaia di volte minore rispetto ai computer di volo degli attuali Shuttle o anche solo ai computer di bordo delle auto di oggi, quindi immaginatevi un pò la difficoltà a eseguire dei tali calcoli…

Di certo prendere ispirazione dai lost cosmonaut ha il suo fascino,se così nn fosse non sarebbe stato così diffuso come rumor.

Fra tante finzioni di serie z penso che una storia liberamente ispirata ad un fatto simile sarebbe decisamente interessante,sempre meglio di film a tema astronautico quali tipo Astronaut Farmer :S

In effetti quello è uno “spaghetto” che ci ha datto prendere un bel colpo a tutti… Il problema in quell’occasione fu che per un mancato azionamento di uno dei bulloni esplosivi la capsula iniziò il suo rientro nell’atmosfera fuori assetto, costringendo così il computer ad effettuare un rientro balistico e non manovrato. Proprio quello che succedeva normalmente tanto alle Vostok sovietiche quanto alle Mercury americane. Una traiettoria ancora più estrema avrebbe comportato la disintegrazione della capsula e del suo passeggero.

Concordo con te. Ma a mio avviso sarebbe importante (cosa che non mi è mai capitato di vedere) che nei titoli di testa di tali film si chiarisca bene che si tratta di fatti inventati di sana pianta e che i lost cosmonauts sono solo delle “leggende popolari” altrimenti si finisce come con Capricorn One che ha fornito benzina sul fuoco dei sostenitori del complotto lunare.

Gli autori ci hanno chiesto consigli. La storia è comunque inverosimile, però gli autori voglio dargli una plausibilità, che è il punto forte di tutti i romanzi, dai polizieschi ai thriller ello spionaggio. Una plausibilità che poteva nascere scartabellando tra le pubblicazioni d’astronautica, e che poteva diventare banale, invece qui ci viene chiesta una plausibilità non professionale, ma certamente più approfondita. Come sempre tra plausibilità e realtà c’è una bella differenza, ma si può creare una storia credibile che NOI, conoscitori dell’astronautica, possiamo almeno giudicare godibile rispetto alle porcherie del cinema.
Occorre anche un pò di fantasia per colmare punti oscuri o zone irragiungibili, ma gli autori che ci chiedono aiuto non si sono sbilanciati troppo. Ci hanno chiesto quali situazioni d’emergenza potevano capitare in orbita e come cavarsela.
Cerchiamo quindi di non essere troppo fiscali, forniamo loro materiale che permetta il concretizzarsi di una storia godibile, una volta tanto che si parla d’astronautica… pardon! Cosmonautica.
Agli autori: fateci sapere dove e quando sarà pubblicata la vostra opera.

A me è capitato di vedere quello che dici tu nei titoli di coda. Ad esempio, il film finisce e si vede scritto “Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale” o anche “I fatti narrati in questo film sono esclusivamente fantasia degli autori”.

Provo a buttarla là poi vediamo, storicamente parlando, nel corso dei secoli, è esistita una fiorente comunità di italiani nella penisola di Crimea, in particolare a Sebastopoli. Se ben ricordo di origine genovese o veneziana (Repubblche marinare). Popolazione quasi completamente estirpata a seguito dell’invasione subita nel 1941 dal’Unione Sovietica. Si potrebbe ipotizzare che la cosmonauta sia la figlia un ufficiale dell’armata rossa (Cognome sovietico) e di una italiana, la quale ha insegnato alla figlia la propria lingua, che viene poi utilizzata dall’esploratrice spaziale per parlare con il radioamatore sulla terra. Si potrebbe anche inserire il discorso che oltre agli importanti piani sull’esplorazione spaziale umana, i servizi segreti abbiano scoperto la maternità della cosmonauta (fino ad allora un segreto tenuto nascosto). Per evitare che questi piani possano essere consegnati agli occidentali, decidono di lasciarla morire nello spazio. E’ solo un’idea ovviamente. Lascio agli altri molto più competenti di me i parametri della missione e qualsiasi critica alla mia idea. Ah comunque sono Alessandro e mi presenterò subito sull’apposito topic. CIao ciao e complimenti a tutti per lo splendido lavoro che state svolgendo

Capricorn One può essere inteso come una prova che lo sbarco è stato falsificato solo da chi non sa niente delle missioni Apollo o da chi ha gravi problemi mentali…
E poi come dice Paolo Attivissimo, alla fine del film li scoprono…e gia da li si smentisce da solo
Poi anche per i lost cosmonaut mi sembra quasi superfluo dire che si tratta di una storia inventata, dopotutto ET non ce l’avevano mica scritto…

Non sottovalutare la stupidità umana, commetteresti un grave errore. E poi c’è anche chi crede in ET (vedi ufologi).

Anche a mio avviso è senz’altro meglio, nei titoli di coda, comunicare se una storia derivi da pura immaginazione o sia basata su vicende realmente accadute…
Per quanto riguarda i Lost Cosmonauts, poi, in particolare, in quanto si rischia di alimentare parecchia confusione…

Io stessa in questi ultimi giorni mi sono andata a ricercare tutte le varie discussioni sull’argomento, a rileggere i vari post da voi pubblicati ( :grin:), a rileggere ed ascoltare le fantomatiche conversazioni registrate e ritrovabili in rete…
Devo dire che tutte le analisi tecniche siano concordi a farmi pensare che sia solo una montatura…ma non ne ho la certezza…in fondo qualche dubbio, forse irragionevole, permane…

Ora, senza andare troppo OT, vorrei solo ribadire l’importanza di mettere nei titoli di coda una frase che faccia capire che l’opera vista trae ispirazione dal “mito” dei Lost Cosmonauts e che, molto probabilmente, si tratta di un mito, cioè di qualcosa di non vero, sulla base delle analisi tecniche effettuate.

Concordo, tranne per una cosa. Non vanno utilizzati i titoli di coda, ma quelli di testa. A mio avviso sono pochissime le persone che finito il film si stanno a guardare anche i titoli di coda, senza contare che quando i film passano in televisione (perlomeno in quelle “non a pagamento”) i titoli di coda vengono molto spesso troncati.

Verissimo anche questo. :ok_hand: Proprio pochi quarti d’ora fa ho visto un inizio di film in cui c’era scritto “I fatti narrati prendono spunto da una vicenda realmente accaduta”.
Verissimo anche che praticamente sempre e per mancanza di tempo i titoli di coda vengono tagliati in televisione. Innumerevoli volte mi è capitato di vedere gli elenchi delle persone che hanno lavorato nel film e di venire bombardato alle orecchie di… pubblicità.