Come salvare una cosmonauta sovietica?

Carissimi utenti di Forum Astronautico,

siamo una coppia di (fratelli) sceneggiatori e stiamo lavorando a una storia ispirata al “mito” dei Lost Cosmonauts. Non avendo una competenza tecnica specifica avremmo bisogno di qualche dritta da voi “esperti” per risolvere un problema nella nostra trama. Non vogliamo annoiarvi con i vari dettagli della sceneggiatura. Ciò che interessa sapere in questo contesto è quanto segue:

Un radioamatore raccoglie l’SOS di una cosmonauta sovietica in orbita intorno alla terra a bordo di una Vostok. Dovremmo identificare 1) un problema che impedisca alla cosmonauta di rientrare sulla terra e che la faccia temere per la sua vita 2) una soluzione che il radioamatore può suggerire per tentare di risolvere il problema.

Tenete conto che: 1) il radioamatore e la cosmonauta non possono contare sull’aiuto della Nasa, dell’agenzia spaziale sovietica o di altre organizzazioni ufficiali perché a loro ostili. Pertanto il problema potrebbe anche essere facilmente risolvibile dagli addetti ai lavori ma apparire pressocché irrisolvibile per una cosmonauta abbandonata nello spazio e un semplice radioamatore a terra 2) La nostra storia, sia chiaro, non ha alcuna pretesa scientifica. Quello di cui abbiamo bisogno è una base di credibilità che potremmo poi arricchire e “romanzare”.

Speriamo che il quesito vi appassioni e stimoli le vostre competenze. Grazie in anticipo per il vostro aiuto.

MandrakiBros

volendo romanzare,si potrebbe pensare ad una mancata accensione dei retrorazzi in automatico ed a un banale interruttore che non attiva la procedura manuale,con il radioamatore che fornisce le istruzioni per bypassare il pulsante difettoso

I primi voli sovietici con equipaggio erano progettati in modo che, in caso di impossibilità di attivare i sistemi per il rientro a terra, l’orbita del veicolo sarebbe decaduta in una decina di giorni facendola rientrare passivamente. Al cosmonauta venivano dunque forniti viveri e riserve per quel periodo.

Paolo Amoroso

un guasto all’impianto elettrico

La capsula poteva rientrare in qualsiasi posto ed in qualsiasi momento… ma non poteva restare in orbita a lungo, 10 gg dicevano sopra. Se il suo lancio non era ufficiale, cosa ci faceva lì? Perché nessuno ne sapeva nulla? Perché non poteva mettersi in collegamento con la sua base?
Dunque, una spia? Un volo segreto con l’intento di farla atterrare da qualche parte e con una radio per comunicare con “alleati” ma non con la sua base per non svelare la sua identità. I dati per l’attivazione dei retrorazzi devono arrivare dagli “alleati”, ma… sono stati scoperti e non possono comunicare. Il volo doveva durare giusto qualche giorno, o forse anche meno. La cosmonaurta scopre d’essere considerata una pedina a perdere e non ci stà, quindi capta per caso un’armonica con le trasmissioni del ragazzo (uno dei primi patiti d’astronautica) e con lui imposta una strategia per ritornare sulla Terra viva, immagino progettando un rientro vicino ad una costa, dove la sua capsula potrà inabissarsi insieme a tutto l’equipaggiamento e dove il ragazzo, con un motoscafo di amici potrà recuperarla. Alle autorità basterà che si dichiara esule e che è arrivata fin lì con una barca che malconcia è affondata: chi penserebbe mai che è arrivata dallo spazio, in quegli anni?
Oppure il controllo di terra l’ha abbandonata appena i loro alleati sono stati catturati, quindi lei ascolta un’armonica con la voce del ragazzo che dà la sua frequenza, lei si sintonizza su quella frequenza e inizia il contatto, in questo modo quelli della sua base non la possono intercettare avendo cambiato frequenza. Per convincere il ragazzo, lo spinge ad osservare il passaggio della sua capsula nel cielo stellato attivando un getto di qualche tipo per rendersi visibile (procedura che era da utilizzare come segnale per gli alleati). Ovviamente non si rientra così, scendi e vai, allora la cosmonauta usa l’imbottitura della sua capsula come “foglio” per scrivere le formule del rientro. A bordo della capsula vi è un dispositivo che dovrebbe rendere “mirato” il suo rientro e che le facilita l’operazione (ai tempi non esisteva nulla di simile, ma la storia può tenerlo).
Che altro, pensavo ad una EVA anticipata, ma qui le cose si complicano troppo.
Però la cosmonauta deve effettuare l’accensione dei retrorazzi per la frenata, quindi con un corto circuito sbloccare il dispositivo che sgancia il modulo di servizio, in quanto da terra era stato bloccato proprio perché lei morisse in fase di rientro. Il tutto mentre inizia la fase di rientro e con le sollecitazioni che le rallentano i movimenti. Deve anche ingegnarsi per realizzare dei cacciaviti e delle pinze con quel poco che ha a bordo.
Insomma, lo spirito dell’astronauta, quello che quando è nei guai, vanificato il piano B, s’inventa il C, il D, l’E… salvo poi cadere nell’imarazzo quando al ragazzo, che deve portarle degli abiti, non sà quali siano le sue misure, abituata alle generiche taglie russe: piccola, media e grande… ed altre simpaticherie con cui sdrammatizzare il racconto.
Spero d’aver dato qualche buon suggerimento, anche se il Buon Dottore diceva che è più facile suggerire la trama di un racconto che scriverla.

E aggiungo: perchè la cosmonauta conosce, per esempio, l’italiano? Perchè da bambina, durante la guerra, nel suo villaggio c’erano degli alpini ed un ufficiale le aveva insegnato l’italiano. Tè!, così non avete nemmeno il problema della lingua, visto che ai cosmonauti non insegnavano l’inglese…
Oppure si tratta di un ragazzo spagnolo o latino americano e la sua missione era appunto in uno di questi paesi e le avevano insegnato la lingua.
Basta, o qui diventa spoiler…

…solo una piccola osservazione. Una “base di credibilità” non può prescindere dalla congruenza tecnico-scientifica della vicenda.Il fallimento o il successo di un film con un certo contenuto tecnologico lo decreta la verosimiglianza di questo contenuto…imho ovviamente…

Perchè non scrivete una mail ai fratelli Judica Cordiglia? loro sono specialisti nell’inventare fitte trame da piccoli avvenimenti fraintesi… :face_with_symbols_over_mouth: :face_with_symbols_over_mouth: :face_with_symbols_over_mouth:

:rage: :face_with_symbols_over_mouth:

Grazie a tutti per i suggerimenti! Proviamo a rispondere con ordine:

@da_groove: in effetti pensavamo a qualcosa del genere. Tuttavia, sarebbe meglio che l’aiuto del radioamatore non derivasse tanto dalla conoscenza tecnica della capsula (la cosmonauta al proposito ne saprebbe di più) ma dal fatto di poterla controllare da terra. Es. Se la cosmonauta avesse tutti i vari strumenti fuori uso, il radioamatore potrebbe calcolare la posizione e la velocità della capsula (magari triangolando i suoi dati con quelli di un altro radioamatore), in modo da guidarla nella manovra di rientro. Vi sembra che l’ipotesi potrebbe avere senso? (vi prego, andateci piano con gli insulti :))

@amoroso: grazie della dritta. Se il rientro, in condizioni normali, è comunque garantito, avremmo bisogno di ipotizzare un qualche evento che metta invece la cosmonauta in pericolo di vita. Cosa potrebbe essere? Un guasto all’impianto elettrico, come suggerito da Unknown? Oppure (è l’ipotesi su cui stiamo lavorando) un fallito tentativo di rientro in atmosfera potrebbe farla rimbalzare su un orbita più esterna, tanto da allungare i tempi di ricaduta?

@Ares Cosmos: grazie dei tanti suggerimenti! Qualcuna delle tue idee sono effettivamente già contenute nella trama (salvataggio in barca, imbarazzo all’incontro, ecc.), in altri casi abbiamo affrontato i problemi in maniera un po’ diversa (lingua italiana, ostilità dei russi, ecc.) Come detto, i punti ancora in sospeso sono: 1) tipologia dell’incidente che mette la cosmonauta in pericolo 2) risoluzione con l’aiuto del radioamatore.

@cns_rama: una nota sulla credibilità. Senza scendere in discussioni teoriche troppo complicate, pensiamo ad esempio a “Ritorno al Futuro”. Doc parte da teorie più o meno scientifiche, quindi la scienza viene condita dalla fantasia. Nel nostro caso, la storia contiene elementi quasi favolistici, non facciamo mistero di manipolare la realtà scientifica a fini drammaturgici…

@Acris: non possiamo che ringraziare i Cordiglia per l’ispirazione :slight_smile:

…tolto le parole… dalla tastiera…!! :ok_hand:

Questo è plausibile perché è gia successo, in un volo di test senza equipaggio delle capsule Vostok.

Paolo Amoroso

il problema sarebbe che però non potrebbe più rientrare,non avendo più il cluster dei retrorazzi e soprattutto,senza avere più un’adeguata riserva di ossigeno.

Se si vuole romanzare un po’ si potrebbe dire che la cosmonauta ha le competenze tecniche necessarie solo per essere un “ospite” all’interno della vostok,ed è stata scelta solo per motivi di propaganda e perchè fra le candidate,era quella che più aveva esperienza quale paracadutista (non troppo lontano dalla realtà,visto l’exploit della Tereskhova).
Poi magari un difetto nell’impianto elettrico potrebbe condurre la cosmonauta ad un’esperienza simile a quella sfortunata di Komarov,dove venne guidato da terra per un difficile allineamento per la manovra di rientro,non troppo diversa dalla manovra di Apollo 13,manovra questa che una cosmonauta non pilota potrebbe non essere addestrata a compiere,essendo stata addestrata solamente per un volo di routine.
Tutte queste cose comportano però sempre che chi è a terra ne sappia di più di chi sta in orbita,chessò,magari un pilota di caccia radioamatore,od un pilota russo che non è stato scelto per diventare astronauta,ma che si trova in qualche sperduta base fra i ghiacci

…si, ma così come molti dispositivi odierni sono alimentati a plutonio, è senz’altro plausibile che in un lontano futuro si possa assistere alla miniaturizzazione di un reattore a fusione (magari fredda). Mai e poi mai potremo vedere un astronauta senza tuta pressurizzata a cui basta trattenere il respiro per sopravvivere a 200mt di tragitto nello spazio profondo, da un’astronave ad un’altra (non ricordo il titolo del film…comunque non una produzione non di serie “C”). Un conto è la manipolazione della realtà scientifica…un conto è lo scientificamente assurdo…cosa che secondo me decreta il fallimento di un film.

beh insomma… di reale nell’inizio di the core non c’era molto… con lo shuttle che atterra dove in grease ci facevano le gare con le macchine ed alla fine tira il freno a mano per intraversarsi meglio… senza arrivare alla chiusura dei carrelli impossibile per lo shuttle (e credo per qualsiasi altro aereo che abbia già toccato il suolo…) ma che chiaramente è un aspetto troppo tecnico per i non addetti ai lavori e potrebbe essere plausibile

tornando in tema cercate di stare sul reale e scentifico possibile, anche perchè la vostra problematica offre mille soluzioni reali intriganti.
L’unico vero problema può essere che se la capsula orbita il LEO la possibilità di parlare con lei da un radioamatore si riduce a circa 5 minuti ogni ora e mezza…

ciao

Raffaele

Mi sembra sia “Sunshine”

…non ricordo bene se era “lost in space” o “punto di non ritorno”…forse quest’ultimo, comunque una produzione seria e con attori tutt’altro che scarsi.
Si anche in sunshine c’è un passaggio nel vuoto coperti di stagnola, però è un salto che dura 3-4 secondi, non privo di “effetti collaterali” e della cui pericolosità, almeno, tutti si rendono conto. L’embolia dovrebbe essere istantanea (o no?) ma in sunshine gli sceneggiatori fanno comunque del loro meglio per dare gravità alla cosa.

Di esempi ce ne sono a bizzeffe. Armageddon avrebbe potuto essere un bel film…ma l’hanno riempito di tali assurdità che alla fine si esce dalla sala con la sensazione di aver visto un film per ragazzi.

Un film riuscito emoziona e permette l’immedesimazione dello spettatore ed un componente che non può mancare è l’attendibilità di quanto accade evitando le “sviste” macroscopiche.

…ed anche 2001!

Ci andrebbe un dottore a dirci realmente ciò che succede ad un corpo con un delta p di -1 atm
L’evaporazione del sangue e comunque di altri fluidi corporei avviene se il sangue viene messo nel vuoto, ma in realtà il sangue è dentro il corpo che un minimo di pressione dovrebbe, almeno all’inizio fornirla al sangue… poi non ho idea se si esplode e basta… qualcuno avrà certo già provato con un povero topino però… :frowning:

ciao

Raffaele

P.S.

Googolando ho trovato questo:
http://imagine.gsfc.nasa.gov/docs/ask_astro/answers/970603.html

Cavolo, e’ vero. Ho citato Salieri e ho dimenticato Mozart!