Componentistica elettronica occidentale in Russia dopo le sanzioni per il conflitto in Ucraina

Volevo dire che discutere di come la UE (non) si sia mossa per affrancarsi dalla dominanza assoluta degli USA e sub-fornitori (silicon foundries) taiwanesi, cinesi e coreani potrebbe essere OT qui. Ma sicuramente è un fatto strategico estremamente importante.

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Aziende fabless ormai ce ne sono decine anche ad altissimo livello. Credevo che in russia almeno la parte di disegno fosse consolidata, al punto che per produzione di modesti volumi e litografia non di ultimo grido potessere essere “sufficiente” investire qualche decina di milioni e rilevare le vecchie fab da UMC TSMC o simili. Leggo invece che no, neanche a questo step sono arrivati e la cosa mi lascia un po’ così, da un paese che procede con le scelte che hanno fatto avere un po’ le spalle parate lo davo quasi per scontato.
Da quel che so la litografia per componenti aerospace difficilmente è a livello nanometrico, ma si preferisce rimanere su processi meno sensibili agli impatti dei fotoni ad alta energia. Implementare una fab a 90 nm o giù di lì (stato dell’arte di 15 anni fa) potrebbe non essere così impossibile

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come dicevo, credo che il motivo sia culturale: non è mai stata una società che faciliti l’investimento, l’inventiva, la concorrenza pur essendo ricchissimo di risorse economiche e intellettuali. Ricordo la frustrazione dei colleghi russi con cui lavoravo in MDB, giganti - letteralmente - dal punto di vista delle competenze, ma impossibilitati a lavorare a causa di un sistema assolutamente allergico alla meritocrazia e all’iniziativa personale.

La storia dell’attività spaziale lo dimostra perfettamente a mio avviso: un’ottimo inizio, poi un plateau e un lento declino, ma chi si metterebbe ad investire in un paese politicamente instabile, autocratico, in cui rischi di “cadere dalla finestra” se fai la mossa sbagliata? Immagino che si applichi anche alle aziende fabless (termine che non conoscevo… :face_with_raised_eyebrow: ).

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Ulteriore prova di quanto sia difficile controllare l’export di componenti elettronici (e non solo) verso paesi blacklisted.

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