Considerando che il forum è frequentato da persone che stanno facendo o hanno fatto esperienze lavorative in ambito internazionale vorrei chiedervi un vostro parere e la vostra esperienza su come vi siete approcciati con la necessità di interfacciarvi in una lingua non madre.
In particolare mi interessa come è andata con i primi contatti che vi hanno portato ad ottenere il lavoro. Non credo di cavarmela male ma tendo a essere abbastanza esigente e mi spaventa ad esempio un ipotetico contatto telefonico in cui io non riesco ben a capire cosa mi si dice.
http://www.livemocha.com/ ti permette di metterti in contatto con persone che stanno studiando come te (magari che studiano l’italiano a partire dall’inglese…) e di fare pratica insieme.
Andando all’estero principalmente… durante le vacanze, cercando di fare vacanze studio mirate all’apprendimento della lingua, magari cercando qualche lavoretto che permettesse di stare un mesetto fuori. E poi ho fatto la tesi all’estero. Un tesista ha meno “requisiti” di un lavoratore, e quindi la tesi all’estero è un ottimo metodo per affinare la lingua e per cominciare a far pratica con l’ambiente internazionale.
Vi ringrazio per le risposte ma probabilmente ho posto male la domanda.
Io chiedevo qual’è lo standard di inglese che si richiede in ambito lavorativo, o meglio se dalla vostra esperienza è uno standard elevato o medio.
Direi elevato per il listening, medio per il talking. La cosa importante è che capisci quello che ti dicono. Saperlo parlare bene non è fondamentale (ho qualche collega che lo parla piuttosto male, ma questo non gli ha impedito di essere assunto)
Direi che dipende parecchio dal lavoro.
Essendo il linguaggio fondamentale per qualsiasi cosa, se lavori all’estero e l’inglese è la lingua richiesta, probabilmente l’aspettativa è “alta”, specialmente di comprensione.
Pensa a quando parli con uno straniero: generalmente tolleri che il suo italiano sia zoppicante, ma è frustrante non essere CAPITI, no?
Se si tratta di girare hamburger da Denny’s Diner (senza alcun pregiudizio per i giratori di hamburger, anzi…) probabilmente un po’ meno.
Avendo un po’ di esprienza in colloqui in lingua straniera, non solo in inglese, ti dico come la vedo io.
Innanzitutto, visto che dici di essere esigente, fai un bel test per vedere a che livello secondo gli standard europei (A1, A2, B1, B2, C1, C2) sei tu. Io direi che B1 è il minimo se vuoi lavorare all’estero, B2 sarebbe meglio, C1 è desiderabile e C2 no problem.
Insomma anche tu devi essere in grado di auto-valutarti.
Considera che nel mondo aerospaziale, cioè tecnico, non occorre un super-livello. Si richiede chiarezza nell’esposizione, quel po’ di formalismo quando si scrivono documenti o e-mail ufficiali o si partecipa a meeting o telecon con altre persone.
Il di più è qualcosa che dipende da te ma ti assicuro che ho sentito gente, anche a livello di Project Manager, parlare un inglese pessimo!
Se sei un futuro tesista segui, se puoi, il consiglio di Buzz: una bella tesi all’estero dove avrai di sicuro opportunità di parlare inglese ed anche altro.
Nei colloqui telefonici, a meno di farli con inglesi/americani, non è detto che il livello di inglese sia eccelso (mi è capitato qualche volta di pensare che lo parlavo meglio io del mio “intervistatore” ).
Se hai qualche domanda particolare o curiosità chiedi pure.
dipende dall’ambito professionale, dall’importanza della comunicazione nel lavoro in questione e anche da quanto l’ambito di comunicazione è specifico.
per “capirsi” basta poco, per un lavoro “vero” il livello B2 è il minimo. se non sei sicuro del tuo livello puoi cimentarti nei testi/esami dedicati ai vari livelli del consiglio europeo, dovrebbe essere semplice ritrovarsi
per mia esperienza personale, il livello B2 è una buona base, poi dipende dal lavoro che devi fare: in ambito sanitario, ad esempio, il lessico è molto specifico e relativamente ristretto per cui l’unico scoglio è imparare la terminologia medica, poi ci si capisce sempre.
per una professione che richieda rapporti formali con il pubblico è fondamentale avere livelli di linguaggio ben maggiori, ovviamente
comunque, sempre per mia esperienza personale, quello che puoi imparare con i corsi etc serve solo come base per un buon corso all’estero o (se hai tempo, pazienza e denaro) per un periodo all’estero che è l’unico modo VERO per assimilare la lingua.
Grazie per la risposta, hai centrato perfettamente il topic. Quello che mi interessa è proprio capire il livello necessario per inserirsi in un contesto lavorativo e la classificazione rispetto ai livello ESOL è precisa e chiara, grazie. Vista la tua esperienza nel fare colloqui, immagino in ambito aerospaziale, vorrei approfittare della tua gentilezza ponendoti e ponendo a chiunque abbia voglia di aggiungere qualcosa in merito una domanda relativa alla redazione del curriculum. Da quando mi sono laureato, DIC 2010, ho intrapreso un percorso universitario post-laurea occupandomi di un argomento di nicchia. Non che la soddisfazione manchi, anzi mi sono guadagnato la mia prima conferenza, ma non avrei intenzione di fossilizzarmi su questo tema sviluppato comunque esclusivamente in ambito accademico.
Detto ciò, credi/credete che inserire riferimenti a questo aspetto della mia formazione possa rendere il mio profilo meno appetibile perché indirizzato già verso una temetica, anche se sono a meno di un anno dalla laurea?