Considerazioni personali sul "Moonlight scenario" ed equivalente marziano

Ho poco tempo, perche’ il mio lavoro mi porta spesso in giro per il mondo… anzi diciamo che ogni tanto mi riporta a casa… :slight_smile:

ma in questi giorni mi e’ venuta la voglia di far visita a questo forum e cosi’ non ho resistito.

Ho dato una scorsa veloce agli argomenti che piu’ mi interessano e non ho potuto non notare l’ottimo lavoro di archipeppe.

Vi sono pero’ alcune note che vorrei discutere e sulle quali vorrei farvi ragionare.
Molti di voi non mi conoscono e gli altri sanno poco di me… qualcuno non accetta le mie idee e questo, comunque, mi fa piacere. Ma ho contatti, tanti… anche troppi, e vi posso assicurare che l’Italia viene vista di buon occhio nel mondo astronautico che VALE (non quello istituzionale). C’e’ da dire, pero’, che fin troppo spesso non diamo sufficiente spazio alla nostra geniale fantasia e i progetti che vengono presentati non appaio quasi mai veramente “innovativi”.

Questo e’ anche il problema, a mio avviso, del “Moonlight scenario” e del suo equivalente marziano (che non ho capito come si chiama).

Per migliorarlo bisognerebbe considerare almeno 2 fattori… ed accettare le critiche di una persona che, per sua scelta personale, non e’ laureato (questo e’ un fatto che mi viene sempre rinfacciato in Italia… mai all’estero)!

  1. lo scopo dei progetti e’ quello di arrivare ad avere una struttura permanente sulla superficie del pianeta di destinazione.
    Le distanze tra il pianeta di partenza (la Terra) e quello di destinazione (soprattutto nel caso di marte), nonche’ la tipologia del volo (superficie->LEO->LLO/LMO->superficie) e il rischio intrinseco delle missioni stesse, non sono da sottovalutare. In tal senso, pensare ad una stazione di sosta permanente, a basso consumo energetico, in orbita stabile intorno al pianeta di destinazione, potrebbe essere un buon compromesso tra economicita’ della missione e sicurezza della stessa.
    Rifornire una stazione spaziale, utilizzando la tecnologia russa, e’ un lavoro che puo’ essere “automatizzato”. Questo ci permette di pensare a viaggi preventivi con navi cargo opportunamente attrezzate, da utilizzare, in caso di necessita’ ed urgenza, come veicoli di emergenza per un tempestivo rientro sulla Terra. Si tratterebbe, per lo piu’, di navi “cisterna” che si aggancerebbero alla stazione spaziale di appoggio e che garantirebbero alla stazione stessa e agli occupanti, quei rifornimenti necessari al supporto vitale di x astronauti al suo interno.

  2. il problema principale delle missioni spaziali future e’ rappresentato dai detriti in orbita intorno al nostro pianeta. In tal senso, pensare a missioni che non ne incrementino la criticita’, puo’ essere un buon motivo per essere scelti. Al rientro degli astronauti sulla Terra, che fine fanno i “Luna Tug”? Pensare ad un modo per riutilizzarli e/o renderli prontamente disponibili potrebbe migliorare alcuni aspetti del progetto. Renderli modulari o trasformabili in “mezzi di trasporto di linea”, semi-automatici da e verso il pianeta di destinazione, potrebbe ulteriormente migliorare il progetto. Se poi, una volta riforniti e attrezzati, possono essere utilizzati come “navette” per la pulizia delle orbite terrestri dai detriti, allora credo che questi “Lunar Tug” potrebbero vedere la luce molto prima di quanto si possa immaginare.

Cordiali saluti
Bernardo Mattiucci
Consulente nell’ambito delle tecnologie avanzate
Consulente nell’ambito dei progetti di astronautica colonizzatrice privata

Caro Bernardo,

innanzitutto voglio ringraziarti per aver preso in considerazione lo scenario Moonlight. Lo scopo della pubblicazione dei documenti relativi al Moonlight in questo Forum ha proprio lo scopo di sollecitare critiche e suggerimenti da parte di persone che abbiano un punto di vista diverso rispetto ai componenti del team.

Lo scenario marziano non ha un nome, dal momento che è solo un “concept” non studiato in maniera approfondita (come quello lunare), in quanto ha lo scopo di dimostrare la validità dell’utilizzo di tecnologie modulari in campo spaziale.

Per quanto riguarda gli argomenti da te sollevati:

  1. Se analizzi in maniera approfondita la presentazione del Moonlight, scaricandoti la presentazione più recente al seguente indirizzo:

http://www.forumastronautico.it/download/pdf-NASA_Moon_Exploration_Scenario_AAS_CIRA.zip

Scopri che dalla slide 14 alla slide 21 è delineato l’utlilizzo di una stazione logistica semiautomatica denominata LOOP (Lunar Orbital Operations Platfotm) il cui scopo è quello di fornire una base di appoggio per gli EAGLE, in cui effettuare sia il rifornimento che la manutenzione (in maniera completamente automatica). Il LOOP serve altresì come base di scambio per gli equipaggi dall’orbita terrestre a quella lunare e viceversa.

Il LOOP è stato concepito partendo dall’utilizzo dei moduli progettati per la ISS, che rappresentano un punto di eccellenza per la nostra industria spaziale.

Anche nello scenario marziano esiste un’analoga infrastruttura denominata MOOP (Martian Orbital Operations Platform).

  1. Ci siamo sempre preoccupati, all’interno dello scenario Moonlight, del problema dei debris, tanto che se consulti la presentazione scoprirai che sia i Lunar Tug che i Lunar Tanker sono fatti impattare sul lato non visibile della Luna al termine della loro missione.

I Lunar Tug sono stati concepiti esclusivamente per trasferire da LEO a LLO i vari ARIES, EAGLE e Lunar Tanker, pertanto hanno il carburante e l’hardware strettamente necessario a portare a termine tale missione.

come ho detto all’inizio… il tempo che ho a disposizione e’ limitato… non avevo visto la presentazione completa ma solo qualche immagine e cosi’ ho fatto le mie considerazioni.

Entro sera ti diro’ qualcosa di piu’ sul “MoonLight scenario”. Roba poca… ovvio… poi se ti interessa approfondire l’argomento credo sia necessario un’incontro di persona.

La situazione e’ molto piu’ complessa di quanto chiunque possa immaginare. E fare delle scelte diametralmente opposte a quelle normalmente prese in considerazione dalle agenzie spaziali europea e americana, potrebbe avere qualche sviluppo inatteso. Poi, eventualmente, ti spiego il perche’ in privato!

Ci terrei a precisare che lo scenario Moonlight è nato, in un ambito istituzionale (data la presenza di AAS-I e del CIRA) per elaborare una visione italiana all’esplorazione dello Spazio da sottoporre, come è stato, proprio alla NASA ed all’ESA.

Ritengo pertanto di escludere qualsiasi altro “impiego” dello scenario Moonlight aldifuori di questo ambito, in ogni caso qualsiasi deroga a tale assunto deve essere presa dall’Exploration Team (di cui faccio parte) che lo ha elaborato.

Ci terrei a precisare che lo scenario Moonlight è nato, in un ambito istituzionale (data la presenza di AAS-I e del CIRA) per elaborare una visione italiana all'esplorazione dello Spazio da sottoporre, come è stato, proprio alla NASA ed all'ESA.

Ritengo pertanto di escludere qualsiasi altro “impiego” dello scenario Moonlight aldifuori di questo ambito, in ogni caso qualsiasi deroga a tale assunto deve essere presa dall’Exploration Team (di cui faccio parte) che lo ha elaborato.

Certamente… concordo su quanto da te affermato. Ma ci sono alcune cose che quasi certamente non sai (o che ignori) dell’ESA e della NASA che dovrebbero far riflettere.

Indirettametne ho avuto a che fare diverse volte con entrambe queste agenzie e non mi e’ piuaciuto il loro modo di agire. E’ troppo “di parte”.

Ad ogni modo… venendo al progetto, ti invito a lavutare la possibilita’ di rendere ulteriormente “modulare” il tuo progetto.

Nello specifico, l’EAGLE andrebbe rivisto e realizzato, anche se in parte, come l’Eagle One del telefilm “Spazio: 1999”, ovvero, con una struttura portante comprendente il modulo propulsivo e quello di servizio. In questo modo, una volta atterrato, le operazioni di carico e scarico delle merci a bordo puo’ essere fatto, per cosi’ dire, “off-line”, ovvero senza l’EAGLE C presente.
Il carico, insomma, andrebbe sistemato in un “modulo” staccabile e intercambiabile, cosi’ da avere un EAGLE di base che, a seconda del modulo montato, puo’ diventare EAGLE C o quant’altro.

Ora ho impegni che mi richiedono altrove. Conto di tornare sull’argomento entro sera.

Ma ci sono alcune cose che quasi certamente non sai (o che ignori) dell'ESA e della NASA che dovrebbero far riflettere.

Indirettametne ho avuto a che fare diverse volte con entrambe queste agenzie e non mi e’ piuaciuto il loro modo di agire. E’ troppo “di parte”.

Ora ho impegni che mi richiedono altrove. Conto di tornare sull’argomento entro sera.

Libero di continuare la discussione, ma cortesemente astieniti dall’inserire frasi sibilline, senza senso o denigratorie su agenzie spaziali e organizzazioni simili.
Archipeppe peraltro ci collabora praticamente su base quotidiana, quindi…

Libero di continuare la discussione, ma cortesemente astieniti dall'inserire frasi sibilline, senza senso o denigratorie su agenzie spaziali e organizzazioni simili. Archipeppe peraltro ci collabora praticamente su base quotidiana, quindi...

Assolutamente d’accordo con l’Admin. A quanto dice Bernarndo ha avuto dei contatti “indiretti” con queste realtà, mentre il sottoscritto (come molti dei miei colleghi al MARS) ha contatti “diretti” e spesso quotidiani sia con la NASA che con l’ESA, per motivi lavorativi che esulano dalla sfera personale.

Non mi sento di avvallare in alcun modo l’idea che questi due importanti enti abbiano dei comportamenti poco corretti o equivoci. Come i grossi enti statali (NASA) ed internazionali (ESA) hanno di certo le loro problematiche e la loro burocrazia, ma la cosa finisce qua.

Chiedo umilmente scusa e mi rendo conto che non e’ questo il luogo adatto a parlare dei problemi di queste agenzie.
I miei contatti indiritti durano da diversi anni e il sapere alcune cose mi da fastidio. Vorrei che la realta’ fosse totalmente differente… e spero che sia tutto frutto di errori ed errate interpretazioni.

Mah, se e’ vero che il destino e’ gia’ scritto, forse qualcosa si deve ancora fare. E se ci diamo da fare un po tutti, con la necessaria umilta’, forse si puo’ ancora realizzare quel vecchio sogno dell’essere umano: viaggiare nello spazio!

Veniamo al LOOP. Avrei alcune domande…

  1. e’ espandibile? Se si… come e dove?
  2. quanto lunga puo’ durare la permanenza al suo interno?
  3. la gestione e’ automatica, a distanza tramite telecontrollo o e’ necessario un minimo di equipaggio?

Per quanto riguarda il Lunar Outpost, credo sia una versione “maggiorata” del’EAGLE da utilizzare per una prima colonizzazione della Luna. Giusto?
A me sembra un po troppo largo. Una tale larghezza tra i “piedi di appoggio” implica un controllo di assetto molto piu’ preciso, con un conseguente aumento dei consumi, specialmente nelle ultime fasi dell’atterraggio.

Per quanto riguarda il EAGLE C, quali sono le dimensioni interne del vano di carico?