Salve a tutti, a settembre inizierò il corso di laurea in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino ma ancora una cosa non mi è chiara: di cosa si occupa un ingegnere aerospaziale specificatamente? Progettazione, costruzione o entrambi? Grazie in anticipo per la risposta!
Prima di settembre vedi di leggerti almeno la presentazione del corso di laurea che ti sei scelto https://didattica.polito.it/laurea/ingegneria_aerospaziale/it/presentazione?p_a_acc=2021
In pratica ti sei già risposto, in più mettici AIV (Assembly Integration Validation), poi sviluppo GS (Ground Segment), sviluppo SW, simulazioni ecc.
In bocca al lupo!
Aggiungo un dettaglio. Il mio capo è ingegnere delle telecomunicazioni.
Vende formaggio.
It’s up to you.
Bella domanda.
Secondo me è una questione di definizione, mi spiego :
Nello scegliere un percorso accademico non si sceglie una professione. Cioè ‘ingegnere aerospaziale’ è un titolo di studi, ed identifica il bagaglio di conoscenze accademiche che verranno utilizzate (o meno) a livello professionale.
Io sono ingegnere aerospaziale (titolo di studio) , ma la mia professione è ingegnere di produzione (nell’industria spaziale).
Tutti i miei compagni di corso hanno trovato le professioni più disparate, e anche, spesso, non coerenti con il proprio percorso accademico : project o program manager, programmatori, analisti strutturali, termodinamici, fluidodinamici, ricercatori, imprenditori, progettisti.
Sia in ambito aerospaziale che automotive, biomedico, informatica, servizi, trasporti…
La domanda “cosa fa un ing. Aerospaziale?” è quindi malposta, o meglio, ha talmente tante risposte differenti che la fa risultare molto vaga.
La domanda che devi porti è : “cosa voglio fare? Come immagino la mia professione futura?”
In base a alla risposta, la domanda vera è “ing aerospaziale mi fornisce gli strumenti per quello che voglio fare?”.
Grazie mille a tutti quanti per le risposte.
Per quanto riguarda cosa vorrei fare di preciso nel futuro è difficile dirlo dato che non ho ancora familiarità con questo ambiente però il mio sogno è lavorare in un agenzia spaziale magari come progettista anche se potrei cambiare idea. La domanda che mi ponevo io è che, avendo visto il piano di studi di tale corso e anche quello della specialistica in “Spazio”, ho visto molti esami abbastanza “teorici” e pochi da laboratorio e quindi mi chiedevo se effettivamente un ingegnere aerospaziale si occupa anche di costruzione di dispositivi o parti strutturali di velivoli e veicoli spaziali.
Nelle agenzie spaziali non ci sono progettisti, solo burocrati! (pun intended)
Scherzi a parte le agenzie sono molto incentrate sulla ricerca, sul volo umano e sulla gestione delle missioni in corso.
Io lavoro nell’industria, e se vuoi avere le ‘mani in pasta’ è questo il posto. Progettazione, sviluppo e realizzazione dei veicoli spaziali è compito delle aziende.
Mettiti il cuore in pace, al politecnico c’è moltissima teoria.
I laboratori all’università purtroppo sono molto pochi, però ci sono i team studenteschi che fanno molte attività pratiche (robotica, nanosatelliti, ad esempio) e che sicuramente forniscono delle skill extra molto apprezzate dalle aziende.
Per chiudere con la tua domanda : si, l’ingegnere si può occupare anche direttamente della costruzione del veicolo.
Un esempio nell’ambiente spaziale sono le posizioni AIT (o MAIT, acronimi per manufacturing, assembly, integration and test)
Konstantin Feoktistov, ingegnere aerospaziale, era nel team di progettisti delle Vostok e si guadagnò un bel volo sulla Voskhod 1.
Ti basta?
Si ma è un caso più unico che raro!!!
Il sottoscritto ci ha rimediato al massimo 6 voli Parabolici (e sono stato pure fortunato)…
Volevo fare un po’ di “Motivescionàl”…
Io la Soyuz l’ho solo toccata prima del roll out, niente passaggi . È la cosa più vicina ad essere un astronauta che mi sia capitata
Posso aggiungere due cose che fa un ingegnere aerospaziale che non sono state citate finora?
Oltre a progettare e a costruire i veicoli spaziali, ci sono anche tanto ingegneri aerospaziali che questi veicoli li operano una volta in missione
E la seconda cosa che vi siete dimenticati? Oltre a progettare, costruire ed operare i veicoli spaziali, gli ingegneri aerospaziali passano u sacco di tempo su Forumastronautico o Astronautinews
Grazie veramente a tutti quanti! Queste vostre risposte riuscirebbero a riempire di motivazione chiunque! Spero davvero di diventare anche solo una delle figure professionali che voi avete delineato e complimenti per questo forum, ormai è forse un anno o quasi che ne faccio parte e non smetterò mai di dire che è il miglior forum del settore di sempre! Grazie ancora!
Innanzitutto salve a tutti e grazie per l’incredibile supporto che date a noi giovani sognatori.
Avrei una domanda nata dalla tua risposta: un ingegnere aerospaziale può fare ricerca, ma, per esempio, per fare ricerca su un nuovo tipo di propulsione (è la parte che mi esalta maggiormente) è necessaria una laurea di secondo livello e poi un master?
Perché io dovrei fare il PoliMi (sono un anno indietro) e vedo che già alla triennale c’è un esame sulla propulsione (e lì sarà un problema scegliere tra propulsione e mission control per la fine) , ma ovviamente sarà una “semplice” infarinatura.
Ovviamente il master lo farei più che volentieri, non è una domanda relativa alla voglia o al tempo necessario per avere tutti gli strumenti.
Questo perché io invece sono uno di quelli che adora la parte teorica, oltre che pratica, infatti il mio sogno è quello di lavorare o nell’ambito della ricerca o in quello del mission control (che ovviamente richiederà un buon cv, quindi sono ancora bello lontano).
Grazie in anticipo!
Occhio che il campo della ricerca, anche in ambito spaziale, è dominato dai fisici più che dagli ingegneri (anche se un paio di miei colleghi sono degli straordinari teorici in fisica dei fluidi).
Gli ingegneri, come è ovvio, fanno ricerca in genere però quella di tipo applicata, ovvero laddove si passa dalla parte meramente teorica a quella sperimentale.
Guarda, ovviamente il percorso che ti prefiggi è ambizioso e ci saranno molte variabili lungo la sttada…
Dissento parzialmente da @archipeppe, vero che molta ricerca pura nella propulsione è fatta da fisici (e chimici aggiungo) ma anche gli ingegneri hanno un ruolo cruciale.
La ricerca pura è solitamente portata avanti nelle università, e quindi da studenti di dottorato di ricerca, ricercatori universitari e ovviamente i professori. Oltre che nei centri di ricerca sovvenzionatati pubblicamente.
Per arrivare lì il percorso è solitamente :
Laurea 5anni - - > dottorato 3anni - - > ricercatore
La ricerca e sviluppo R&D è solitamente portata avanti dalle aziende che investono soldi propri (o degli investitori), è una ricerca molto più pragmatica e fine ad ottenere ritorno commerciale di investimento. Per arrivare a lavorare nell’ R&D non c’è un ‘percorso’ classico, ed è una questione di scelte ed opportunità lavorative e di carriera.
In qualunque caso nell’ R&D lavorano qualunque tipo di profili professionali, con vari livelli di formazione.
Una laurea in ing. Aerospaziale è sicuramente il primo buon passo qualunque sia poi il tuo percorso futuro.
Per finire con degli esempi :
- conosco un collega del PoliMi che ha fatto un dottorato in propulsione spaziale, ha fatto il ricercatore in Russia ed adesso è direttore della R&D di un azienda che fa… lampadine…
- un altro collega ha fatto il dottorato in propulsione elettrica al poliTo, ha lavorato in Sitael come progettista e ora lavora in R&D per Airbus DS proprio sulla propulsione elettrica
Insomma, non sai mao dove possono portarti le vicissitudini della vita. Quindi scegli sempre quello che ti piace e vedrai che in qualche modo finirai a fare proprio quello che stavi cercando.
Infatti inizialmente ero molto indeciso tra fisica (che amo e amerò sempre) e ingegneria aerospaziale.
Alla fine ho optato per ingegneria, infatti ciò che mi interessa è il settore aerospaziale e ciò che più può permettermi di trovare un impiego nel settore è proprio ingegneria.
Per la propulsione avevo pensato di fare o degli esami di fisica alla magistrale, perché tra i corsi a scelta spesso ci sono fisica nucleare & co, oppure di studiare direttamente qualcosa o fare un master dopo la laurea di secondo livello, magari all’estero.
Alla fine hai ragione, ci sono un sacco di variabili in gioco pressoché imprevedibili.
Edit: mi sapresti dare qualche info in più su che tipo di ricerca fanno gli ingegneri aerospaziali?
Presso la Federico II di Napoli soprattutto fluidodinamica, gasdinamica e scienza dei materiali. La facoltà dispone di laboratori attrezzati anche con una piccola camera del vento ipersonica.
Grazie per l’incredibile aiuto!
Comunque, molto probabilmente, andrò al PoliMi, dove alla fine più o meno le cose son quelle.
Mi saprebbe dire qualcosa relativo alla ricerca aerospaziale?
Perché a me piacerebbe, in futuro, lavorare a contatto anche con le nuove tecnologie, non necessariamente fare ricerca, non so, a contatto con il Raptor per esempio, per migliorarlo etc.
Poi c’è sempre un piccolo dettaglio: non c’è una singola cosa che non mi emozioni in questo settore, quindi il problema non è così grande.
Come per :
La risposta è sempre la stessa…
Ripeto , ‘ingegnere aerospaziale’ è un titolo di studi, ed identifica il bagaglio di conoscenze accademiche di base che lo contraddistinguono.
Non vi sono limiti nell’ applicazione di queste conoscenze nella ricerca, idealmente si potrebbe occupare di qualunque argomento delle discipline STEM…
Ho colleghi universitari che ora lavorano nel packaging, nell’alimentare, nel settore chimico, automotive, robotica, biomedica, nel bancario…
E alla stessa maniera nella ricerca in campo medico, nei materiali, astrofisica, aerodinamica e fluidodinamica, nell’intelligenza artificiale…