Cosa sono le finestre di lancio

Nuovo articolo di Gianmarco Vespia pubblicato su AstronautiNEWS.it

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Mi permetto di correggere un’inesattezza, Gianmarco sostiene che:

“Ai tempi dello Space Shuttle c’erano altre restrizioni di tipo tecnico che impedivano il lancio verso la ISS per interi mesi. Lo Shuttle era alimentato a pannelli solari e per mantenere attivi i sistemi aveva bisogno di un approvvigionamento di luce solare per più ore al giorno di quanto non ne avesse bisogno la ISS. Era necessario quindi che la stazione spaziale si trovasse in un’orbita ad alto beta (abbiamo già parlato di queste orbite in occasione di un lancio recente), quindi per le missioni STS le finestre di lancio si ripetevano quasi giornalmente per alcuni mesi mentre erano totalmente assenti per altri mesi.”

Il che non è vero, dal momento che lo Space Shuttle Orbiter (ovvero ciascuno dei 5 costruiti, eccetto l’OV-101 Enterprise) era alimentato con “celle a combustibile”.

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@Vespiacic complimenti per l’articolo! L’ho trovato molto interessante anche dal piano tecnico (elementare ma sufficiente), e mi hai aiutato a conoscere un fattore che sta dietro al successo di un lancio.

La butto lì: creare una piccola rubrica su questi aspetti tecnici potrebbe essere utile per chi non è del “settore” però vuole saperne di più a riguardo.

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Giusto per sostanziare la mia contestazione:

https://www.nasa.gov/topics/technology/hydrogen/fc_shuttle.html

In realtà mentre i russi, con le Soyuz, sono passati all’energia solare già dagli anni 60 del secolo scorso (e nemmeno tutti i modelli considerando che la Soyuz 7K-LOK “lunare” aveva le celle a combustibile mentre la 7K-T ovvero la cosidetta “Soyuz Ferry” delle Salyut aveva le batterie), i veicoli spaziali abitati americani hanno sempre fatto uso di batterie/celle a combustibile.

Almeno fino all’avvento della nuova generazione di capsule, dal momento che le varie Dragon (CRS e V2), Starliner ed Orion faranno tutte uso di pannelli solari.

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Ovviamente, per il resto è un ottimo articolo che fa luce (senza ricorrere alla matematica) su una materia abbastanza oscura per coloro che non sono addetti al settore.

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Hai ragione, è una grossa svista, correggo subito.

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Nessun problema siamo qui per questo :wink:

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È un’ottima idea, però ti assicuro che è molto impegnativo. Intanto, se sul sito di astronautinews selezioni approfondimenti sotto speciali, qualcosa già trovi. Non potranno certamente seguire la frequenza delle news.

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Mi rendo conto che non è facile spiegare con un discorso semplice un argomento che già di se per sé è complicato ed articolato. Come hai già detto questo richiede tempo ma se il risultato sarà questo, semmai sia l’inizio, sarai ben felice di aspettare; l’attesa verrà ripagata. E’ un qualcosa che fai e lasci per il futuro così da far “avvicinare” ed immergere altre persone in questo mondo. Lo sai diverse fonti online (es Wikipedia) non sono facilmente comprensibili ad un neofita se non ha un minimo ci conoscenze di base.

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Bell’articolo, molto ben spiegato, grazie.

Si potrebbe aggiungere il concetto di finestra di lancio “commerciale”, che non ha niente a che vedere con la meccanica orbitale.

Lo dico perché spesso si sente parlare di finestra di lancio per satelliti che devono andare ad esempio in GEO, una posizione per cui del punto di vista della meccanica orbitale si potrebbe lanciare in qualunque momento.

Per come la capisco io, in quel caso la finestra di lancio dipende dalla base di lancio (slot libero tra un lancio e l’altro) e dal lanciatore (nella schedule densissima di integrazione e spostamento in rampa dei vari lanciatori). E se per ritardi di integrazione del satellite o del payload un’azienda perde la propria finestra di lancio, viene messa in coda al prossimo slot libero, magari vari mesi dopo e con costi molto ingenti.

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Giusto, e poi non deve avere la frequenza delle news, basta una perla ogni tanto…

Si, ad esempio Ariane decide la tua schedule finale e se hai problemi gravi vai in coda come quando perdi lo slot per io decollo in aeroporto. Poi le schedule di Ariane, Soyuz e Vega sono interconnesse perché Jupiter è comune e servono 10 giorni di lavoro per riconfigurarlo da un lanciatore all’altro.

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Grazie bellissimo articolo anche per una neofita come me assetata di sapere e imparare cose nuove…

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Buongiorno a tutti.
Ho un interrogativo da porvi: se pianificassimo una missione verso un altro sistema stellare (ipotizziamo ad esempio di voler raggiungere una delle tre stelle di Alfa Centauri), ogni quanto tempo avremmo una finestra di lancio ottimale per sfruttare il gravity assist dei pianeti del Sistema solare esterno? Anche soltanto nell’ipotesi di un Grand Tour entro i confini del Sistema, ho trovato in giro date diverse (2150? 2224?)… Un allineamento come quello sfruttato dalle missioni Voyager mi risulta debba ripresentarsi a metà del prossimo secolo. Sapete darmi qualche informazione o riferimento in più?
Grazie!

Magari senza i gravity assist ci vorrebbero 100000 anni invece di 70000. in effetti e’ una differenza notevole…

Qualunque missione interstellare in tempi ragionevoli (meno di un secolo) richiederebbe un sistema di propulsione che ancora non esiste e per il quale il gravity assist non e’ cambierebbe molto.

Le configurazioni tipo Gran Tour non si ripresentano allo stesso modo, hanno caratteristiche diverse, per questo trovi date diverse, ognuno interpreta a modo suo se l’allineamento c’è stato o meno, magari ce n’è uno un po’ prima che porta a un guadagno di delta v inferiore e alcuni non lo considerano.

Tecnicamente, se l’unico obiettivo è allontanarsi dal sistema solare, c’è un altro tipo di manovra molto controintuitiva e che richiede un kick stage potente da accendere anni dopo l’inizio della missione.
Il concetto è spiegato in modo molto tecnico ad esempio in
http://www.icarusinterstellar.org/papers/ASPW2010-2-Burn(Adams).pdf

È chiamata two-burn escape maneuver. Sostanzialmente, se usi Giove per sottrarre energia alla sonda, anziché aumentarla, ti potresti trovare in un’orbita molto ellittica con perielio di pochi raggi solari e aumentando il delta v al perielio, la sonda può uscire con velocità maggiore dal sistema solare rispetto a 4 fionde dei 4 giganti gassosi.
Fare i conti è complesso perché dipende solo dai limiti che ti vuoi fissare, troppo vicino al Sole non puoi andare.

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Grazie per l’input!
Credo di averne già sentito parlare… In sostanza, sarebbe una sorta di swing-by, ma attorno al Sole invece che ai pianeti? Sfrutta l’effetto di Oberth, o sono fuori strada? Appena rientro a casa leggo con calma le slides.

A parole, senza fare i conti, sfrutta l’effetto Oberth al perielio. Visto che è più difficile andare sul Sole che lasciare il sistema solare, in termini energetici, un flyby su Giove aiuterebbe a perdere l’energia necessaria per arrivare il più vicino possibile al Sole spendendo meno carburante.
Qui c’è un diagramma con una spiegazione:
https://www.explainxkcd.com/wiki/index.php/1244:_Six_Words
che include anche un flyby di Venere per arrivare con meno sprechi su Giove. Benché il sito sia esplicitamente ironico, il background scientifico è accurato. (Tecnicamente l’immagine rappresenta un braking atmosferico più che un rallentamento gravitazionale su Giove).

Ti ripeto che stiamo discutendo solo in termini di meccanica orbitale, e che la fattibilità di una tale missione cadrebbe qualora si aggiungessero considerazioni riguardo l’ambiente non ideale nelle strette vicinanze del Sole.

Avevo capito bene, dunque… Grazie mille per le ulteriori specificazioni.

ne sapete veramente un casino

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