cosmonauti perduti

stavo leggendo qua e là nel forum, quando sono capitato qui… mi piacerebbe far notare una cosa: il sito di Torre Bert non si trova su nessuna mappa, nemmeno Google Earth. Mappe militari a parte, ovviamente…
Janky

Non credo si tratti di una nomenclatura ufficiale.
E’ una semplice torre che i fratelli JC hanno scelto per le loro operazioni.
Il garage di casa dei miei posso anche chiamarlo NORAD, ma su google maps lo si troverebbe solo con il mio indirizzo (e a bassa risoluzione, per giunta…)
Nessun tipo di cover-up :slight_smile:

Bè, dato che si tratta di un posto di una certa importanza, perchè non inserirlo anche nelle mappe? un po’ come si mettoni i piloni e altri manufatti…
Janky

Una certa importanza per chi? Nessuna malizia in questa domanda.

Ad esempio per noi, o per quelli come noi che seguiamo la conquista dello Spazio, ma anche per altri che, avendo sentito parlare degli JC, voglia almeno vedere il luogo da cui i nostri “spiavano” le onde radio. A me non dispiacerebbe visitare Torre Bert, anche se abbandonato da decenni. Mah, forse hai ragione tu, meglio lasciar perdere. Lo dicevo perchè quel posto mi ha sempre incuriosito e, benchè sia vicino a casa mia, non ci ho mai messo piede.
janky

Era un ex bunker militare. Nel recente documentario I pirati dello spazio sull’attività dei fratelli Judica-Cordiglia, nella scena in cui rivisitano il luogo in cui si trova Torre Bert, uno di loro stenta a riconoscerlo, se ho interpretato bene la sua reazione.

Paolo Amoroso

Non e’ quello il punto.
Si tratta di un’installazione privata, che non ha valore storico al di fuori da una strettissima cerchia di persone (non parlo di complottisti, i meriti sono stati piu’ volte riconosciuti), ma cosi’ come ce l’hanno decine di altri siti simili.

Quello che mi sfugge, nel tuo stupore, e’ chi, e per quale ragione, dovrebbe includere in una mappa una installazione privata.

Che poi ci sarebbe poco da includere…

Oltre a questi cosmonauti morti in missione ce sono stati due morti in addestramento, Bondarenko e Dolgov, i cui nomi sono stati conosciuti dopo la caduta dell’URSS. D’altra parte anche tra gli americani vi sono stati degli astronauti morti in addestramento (quelli dell’Apollo 1). Può darsi che tra i sovietici vi siano stati altri morti, ma in addestramento e non in missione.

Se e quando i loro nomi usciranno in qualche pubblicazione storica redatta con un minimo di criterio scientifico, nonchè accompagnate dalla chiara indicazione delle fonti documentali utilizzate, io ne sarò attento lettore.
Dolgov, poi, non si può ascrivere all’elenco dei cosmonauti deceduti, in quanto la sua morte fu legata ad un incidente occorso durante il lancio con paracadute da un pallone atmosferico del progetto Volga.
Cfr. “Sputnik and The Soviet Space Race” - Asif. A. Siddiqi - pag. 198 - nota a piè di pagina 80
Cfr. Wikipedia - Soviet space program conspiracy accusations

Dolgov, poi, non si può ascrivere all’elenco dei cosmonauti deceduti, in quanto la sua morte fu legata ad un incidente occorso durante il lancio con paracadute da un pallone atmosferico del progetto Volga.
Cfr. “Sputnik and The Soviet Space Race” - Asif. A. Siddiqi - pag. 198 - nota a piè di pagina 80
Cfr. Wikipedia - Soviet space program conspiracy accusations

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Il nome di Dolgov l’ho letto sull’Enciclopedia Astronautica, dove si dice che è l’unico cosmonauta fantasma realmente esistente ed associato al programma spaziale. Avevo letto anche la notizia della capsula Volga trasportata da un pallone, ma non ho trovato nessun’altra notizia al riguardo. Sai dirmi di che cosa si trattava? Era una capsula che serviva all’addestramento dei cosmonauti ? Oppure aveva altre finalità? Ti ringrazio anticipatamente dell’attenzione.

Il programma Volga era un programma di voli d’alta quota, e Dolgov morì mentre testava la tuta pressurizzata da utilizzare sulle Vostok mentre saltava dalla navicella (non navicella spaziale, ma proprio la navicella del pallone).
Traduco per chiarezza e precisione quanto scritto da Encyclopedia Astronautica al proposito.
Fonte: http://www.astronautix.com/astros/dolgov.htm

Piotr Dolgov, cosmonauta fantasma. Morto l'11 ottobre 1960. Note personali: Maschio. Dato per morto in un volo orbitale l'11 ottobre 1960. Gruppo Astronauti: Cosmonauti Fantasma.

L’autore del sensazionalistico volume “Più strano della verità e oggetti volanti” del 1960 annoverò Dolgov come morto in un volo spaziale Vostok l’11 ottobre 1960. Lo stesso affermò che il volo fu tracciato per 20 minuti da stazioni in Turchia, Giappome Svezia, Inghilterra e Italia.

In effetti il Colonnello Pyotr Dolgov era una persona reale, nonchè l’unico cosmonauta fantasma associabile ad un programma spaziale. Nel suo 1409-esimo salto con paracadute, il 1 novembre 1962 Dolgov si lanciò da una capsula Volga, innalzata da un pallone all’altezza di 28.650 m. Dolgov indossava la tuta a pressurizzazione completa utilizzata dal programma spaziale Vostok.
Non appena lanciato dal pallone, la visiera del suo elmetto urtò uno dei cavi di collegamento e si crepò.
Durante la discesa, la sua tuta si depressurizzò attraverso la crepa, e Dolgov fu ritrovato morto al suo atterraggio.


Cronologia su Dolgov

4 maggio 1967 - L’opinione di Kamanin sui Cosmonauti Fantasma. Secondo un’agenzia della Tass, sono 11 i cosmonauti che sono morti - Dolgov, Mikhailov, Grachev, etc. Comunque questi uomini non erano cosmonauti, per quanto Kamanin riferisca che questi lavorarono tra il 1961 e il 1963 all’Istituto dell’Aviazione e della Medicina Spaziale.

A mio parere, il senso dell’articolo è appunto che mentre da una parte alcune fonti degli anni 60 si attribuivano la morte di Dolgov ad una missione spaziale non andata a buon fine, in realtà lo stesso perì nel contesto di un progetto collegato, in particolare quello di collaudo della prima tuta spaziale, ma estraneo ai voli orbitali.

Il solito accurato mix di nomi o circostanze reali mischiate a fatti e ricostruzioni del tutto arbitrari, quando non completamente inventati.

Allora, se ho capito bene Dolgov non era propriamente un cosmonauta, ma un pilota collaudatore o qualcosa del genere. In tal caso, l’unico cosmonauta sovietico morto in addestramento di cui fino ad ora ci sono notizie certe sarebbe Bondarenko.

Esatto, un paracadutista.

Esatto.

stanno dando ora su rai2 la replica di voyager :slight_smile:
considerando che quella dei judica cordiglia è stata proprio la storia che, complice google, mi ha portato tra voi (dove, purtroppo, ho dovuto subire una dura disillusione sulla veridicità della questione… :slight_smile: ) ora non ho saputo trattenermi dal “riesumare” questo post… pensare comunque ai primi pionieri dello spazio, e alle sensazioniche li accompagnavano partendo verso un obiettivo che facilmente non li avrebbe visti tornare, mette sempre degli strani brividi addosso… :flushed:

Certo…
Queste storie di cosmonauti abbandonati che gridano disperati nel vuoto hanno un gran fascino, ma la veridicità è tutt’altra cosa…

All’epoca(prima della caduta del muro) aveva forse aanche un senso itenere fondate queste teorie, ma oggi, alla luce di quanto si sa, di certo non più.

Certo i russi “se la cercarono” circondando sempre i loro trionfi e l’intero programma spaziale, di un alone di mistero.
Il nascondere fallimenti come Nedellin o il programma lunare, il cui eco poi giunse comunque in occidente, e anche lo stesso rappresentare sempre i loro vettori e capsule in modo non fedele e troppo “artistico” di certo non fece altro che aiutare il proliferare di queste leggende ed aiutare chi, fino a prova contraria, se le inventava.

Del colonnello Dolgov ne avevamo già parlato qui:

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=1252.msg7782#msg7782

Insomma, io ho 60 anni, mi sono occupato di Astronautica dal 4 Ottobre 1957 ad oggi e a ritmo serrato. Cosmonauti perduti segretamente non ve ne sono mai stati.

Ho accompagnato personalmente il giornalista di Focus dal mio amico Mario Del Rosario.
L’ho fatto affinchè l’opinione pubblica venga a conoscenza dell’incredibile operato svolto da Del Rosario nel corso degli anni compresi dal 1957 ai primi anni '90 e rimasto nell’ombra fino ad oggi.
L’ho fatto in memoria di quei presunti cosmonauti deceduti nell’oscurità dello spazio che li circondava.

Se oggi l’umanità dispone di una stazione spaziale, è anche grazie al loro contributo.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=353&ID_sezione=243&sezione=News