cosmonauti perduti

Su “Le Stelle” di dicembre (uscito ieri), Luciano Anselmo, rispondendo ad una lettera di un lettore, “demolisce” letteralmente la storia delle presunte voci di cosmonauti perduti nello spazio registrate dai fratelli torinesi Judica Cordiglia, relegandola alla “mitologia del volo spaziale e all’atmosfera, immaginifica e irripetibile, di quei primi anni '60”. La lunga risposta, corredata da un elenco di links e da una serie di citazioni bibliografiche (fra tutti, ovviamente, quella di Siddiqi) è assai interessante. Fortunatamente, ho la possibilità di incontrare con facilità Anselmo (lavora nella mia città, Pisa, presso il Laboratorio di Dinamica del Volo Spaziale ISTI/CNR ed è sempre molto disponibile): dopo averlo invitato assieme ai miei amici dell’associazione astrofili “G. Galilei” come relatore in due conferenze pubbliche, una su Cassini, l’altra sullo Shuttle (una valanga di dati e foto!), penso di aver forse trovato l’argomento per il terzo incontro!

Grazie per la segnalazione lovell!! :smiley:

La cosa interessante sarebbe sapere se Luciano Anselmo sarebbe disposto a scrivere qualcosa in merito anche qui sul Forum.

E con la faccia da c… ahem bronzo che mi contraddistingue, credi forse che non cercherò di importunarlo via audio? :smiley:

Bello! Importuna, importuna… :sunglasses: :smiley:

Sarà meglio che ci sentiamo per PM, così mi puoi passare almeno la sua mail…

Con gran ritardo, posto qui(poi vedrà l’admin se spostarlo eventualmente nel vecchio tread chiuso relativo) la risposta che il gentile Giornalista Fabrizio Bovi ha dato alla mia Email in cui gli chiedevo delucidazioni riguardo la sua breve, e decisamente poco chiara, intervista iniziale della puntata di VOYAGER già trattata in passato.

Mi risparmio di postare la mia Email, in cui per l’appunto ho chiesto chiarimenti sottolineandogli di non averli avuti dall’intervista stessa(per montaggio non riuscito,per limiti di tempo o per stesso “taglio” della trasmissione).

Sent: Saturday, November 10, 2007 5:52 PM


lei ha perfettamente ragione. Gli autori di Voyager hanno modificato
la scaletta del programma, stravolgendone alcune parti. Io stesso,
riguardandomi, non ho riconosciuto ciò che avevo detto nel corso
dell’intervista, articolata in due parti. La storia era questa.

A Mosca, nel novembre del 1991, ebbi l’opportunità di accedere al
Moskovski Aviatsionni Istitut (MAI), ove conobbi alcuni tra i più
importanti scienziati e progettisti aerospaziali sovietici. Con uno
di loro, il professor Kasimir Zhidovijetski, strinsi un’amicizia
profonda che durò fino alla sua prematura scomparsa, nel 2002.

Vistando ill dipartimento di Missilistica, approfittando di un attimo
in cui la sorveglianza si era momentaneamente allentata (il
soffocante clima di controllo era ancora quello dell’URSS), chiesi al
prof. Zhidovijetski quanti cosmonauti avessero perso nella corsa alla
spazio; cosmonauti sui quali il regime aveva calato una pietra
tombale, rimuovendone per sempre il nome persino dai registri dello
stato civile.

Ebbi l’impressione che il professore si aspettasse la mia domanda. A
mezza voce mi disse: “Ufficialmente abbiamo perso solo Komarov, ma
furono molti di più. Neppure noi, ancora oggi, conosciamo il numero
esatto. Forse otto o dieci. Ma i vostri “Turinski” sapevano la verità
fin dal primo momento”.

Sul momento non colsi il significato di quelle parole, bisbigliate in
fretta, metà in inglese e metà in russo. Cosa significava quel
termine “i vostri Turinski”? L’illuminazione mi venne qualche giorno
dopo, quando associai la parola “Turinski” ai fratelli Judica
Cordiglia di Torino, le cui imprese, pubblicate da giornali e
rotocalchi tra la fine degli degli anni '50 e i primi '60, avevo
seguito con passione da ragazzo. Li contattati e mi dissero che la
mia testimonianza confermava il contenuto di un’intercettazione radio
(intorno al '63) tra una base d’ascolto e il centro spaziale di
Mosca nella quale si faceva riferimento (con un certo fastidio)
proprio a loro due, ai “Turinski” .

In questo scampolo di storia l’elemento di maggior rilievo a mio
avviso non fu tanto l’ammissione delle perdite dei cosmonauti, bensì
il fatto che, a distanza di trent’anni, uno scienzato appartenente a
una generazione successiva a quella della corsa allo spazio
conoscesse così bene i due italiani rompiscatole.

Che i sovietici abbiano perso numerosi cosmonauti è risaputo, grazie
anche (soprattutto) alle testimoninanze documentali di Achille e
Govanni Battista Judica e alla loro capacità divulgativa. Rivangando
quell’epoca, tuttavia, fa riflettere come quelle drammatiche pagine
di storia dell’Umanità siano sparite dalla memoria collettiva. Un po’
come se qualcuno avesse premuto il comando “cancel”.

Spero di esserle stato utile.

La saluto cordialmente

fabrizio bovi

Come potete leggere la testimonianza del gentilissimo Sig.Bovi, pur interessante, non aggiunge fondamentalmente nulla di nuovo alle “notizie” che già circolano, e non credo che lo stesso Sig. Bovi abbia avuto tempo e voglia di provare ad approfondirla ulteriormente.

Non è quindi ben chiaro se i suddetti cosmonauti, sul cui numero non c’è sicurezza, siano effettivemente morti nello spazio o in addestramento…
Anche se comunque ad onor del vero il riferimento ai “Turinski” è inequivocabile.

Quindi, a mio modo di vedere, nonostante la testimonianza interessante per adesso siamo ancora “punto e a capo”, senza del materiale che possa effettivamente far luce e sopratutto rispondere agli inevitabili “dubbi” già abbondantemente espressi.

Con tutto rispetto parlando per il Sig. Bovi, stimato giornalista aeronautico (da anni scrive per Volare), ancora una volta qui siamo al livello di “si dice”, “mi hanno detto”, ecc.

Mi spiace solo che uno stimato professionista si sia prestato (inconsapevolmente??) al gioco complottista facendo una figura (ma c’era da aspettarselo) tutto sommato molto magra.

Situazioni viste e riviste che non aggiungono un bit di informazione a quanto già acquisito.

Penso anche io che non ci siano ulteriori elementi da registrare… prendiamone atto…
Intanto complimenti ad Iceman per essersi preso la briga di approfondire e per l’inesauribile voglia di approfondire e chiarire, tra l’altro devo anche farti i complimenti (vado un po’ OT) per uno dei tuoi ultimi post su LC riguardo quella fantasmagorica intervista radiofonica del signor Mazzucco (che consiglio a tutti di ascoltare… nei momenti in cui siete depressi) sei veramente un buldozer, non ti fermi mai! :smiley: :smiley:
Fine OT

Agreed.

Io non sono un gran lettore di “Volare” ma mio padre lo è da sempre e ha sempre apprezzato la rivista, e quindi anche il suo lavoro…

Una riflessione che mi è venuta spontanea leggendo tutto ciò è che in un ambiente che notoriamente era fortemente burocratizzato, frammentato e ricco di competizioni, invidie e veleni, come era quello Aeronautico/astronautico sovietico viene naturale pensare che lo stesso clima di segretezza che l’Urss aveva con il mondo occidentale ci fosse in proporzione anche tra queste “diverse fazioni interne” quasi estranee tra loro o addirittura “nemiche”.

Il che potrebbe rendere tranquillamente la testimonianza di questo Sig.Zhidovijetski una testimonianza non sicura o comunque sempre basata su di un “sentito dire”, magari condito da invidie e veleni, quei veleni che ben sappiamo circondavano abbondantemente Korolev e il suo gruppo.

Detto in parole povere, a mio avviso non è da escludere che questa testimonianza, seppur interna al sistema militare/aereonautico sovietico, non valga poi molto di più che quella di chiunque altro(in termini di certezza ovviamente)in quanto comunque (sempre la condizionale) potrebbe essere sempre solo basata su di un “sentito dire”.

Sono d’accordo con voi, io non escluderei nemmeno che qualcuno che lavora alla NASA oggi pensi che non siamo mai stati sulla Luna… :frowning:

Grazie!
Quel post mi è costato un oretta di lavoro (tra ascolto e battitura), ma è stato quasi un divertimento…
A parte la comicità dell’intervista in se, non si può dire certo che MM non sia “spunti” interesanti…

Di grazia, usando la funzione “cerca” del forum non sono riuscito a trovarla. Mi fornireste il link diretto, grazie.

Eccolo, ma non farlo vedere troppo in giro, chi soffre di cuore potrebbe star molto male a sentire le boiate che spara nell’intervista:

Io ho letto fino a qui:

“Si sa, per andare in giro per lo spazio serve potenza di calcolo, mica di spinta.
Non è importante aver un motore che spinga un oggetto di dimensioni finite a 11 e passa km al secondo, l’importante è avere il 99% dei megasupermegacomputer.
Quanto ai satelliti spia, bè stiamo ancora aspettando di veder le armi di distruzione di massa in quel del Tigri e dell’Eufrate.
Quanto alle previsioni meteo, bè hai ragione: a tutt’oggi vedo solo computer grafica in giro mentre il meteo vero in tempo reale lo mostrano solo le webcam amatoriali.
Quanto alle applicazioni commerciali, Google Earth et similia si basano su foto fatte a bordo di aerei.”

Dopodiché - caddi come corpo morto cade -.

Naturalmente caro Mav, chi scrive simili castronerie (Mazzucco in persona?? Oppure qualcuno dei suoi accoliti??) non sà che i primi uomini ad essere andati nello Spazio, sia russi che americani, l’hanno fatto SENZA avere un qualsivoglia computer a bordo.

In ogni caso capisco, e condivido, la tua reazione… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Ma d’altronde le foto dallo shuttle sono finte, per due ragioni:
a) non si vedono le citta’, le strade e le ferrovie
b) sull’ Est Europa c’è sempre maltempo; eppure il muro è caduto da quasi vent’anni …(sic)

(messaggio 4843. E’ cosi’ fuffo da non avere i permalink LC o sono cosi’ babbo io da non vederli? )

No, Capt. Archer, non ha permalink e se è per questo anche il tema grafico e l’impaginazione extralarge fanno pena.
Alla faccia dei 3000 euro annui cche MM dice di pagare. E dire che noi ce la caviamo con 180 euro annui all inclusive…

Citazione:
"Ebbi l’impressione che il professore si aspettasse la mia domanda. A
mezza voce mi disse: “Ufficialmente abbiamo perso solo Komarov, ma
furono molti di più. Neppure noi, ancora oggi, conosciamo il numero
esatto. Forse otto o dieci. Ma i vostri “Turinski” sapevano la verità
fin dal primo momento”.

In verità, ufficialmente l’URSS perse 4 cosmonauti: oltre a Khomarov, i tre astronauti della soyuz 11: Dobrovolsky, Patsayev e Volkov (29 giugno 1971).

Uso questo topic per non aprirne un altro… Visto che le info inmio possesso sono limitate…

Ho visto che tra poco,il 6 marzo, i fratelli judica Cordiglia terranno una conferenza a Biella riguardante ovviamente il loro libro.

http://www.nuova-mente.org/

Qualcuno è intenzionato ad andarci??

Io potrei pensarci ma attendo conferme…
Non vorrei arrivar la e trovarmi la porta chiusa.
Non essendo pochi chilometri da casa mia.