Costellazioni satellitari per servizi di rete

C’è anche l’FWA volendo. Alcuni servizi funzionano veramente bene, specialmente lato ping…

Tieni conto che l’affidabilita’ di un link wireless e’ molto diversa da quella di un link wired, che si traduce in performance diverse e costi potenzialmente piu’ alti.
So che il FWA ha costi confrontabili con una ADSL o un FTTx (con prestazioni probabilmente diverse) mentre temo che i costi per un accesso satellitare possano essere decisamente piu’ alti.
Dipendera’ anche dal modello di business che vorranno adottare (es: cercare di rubare clienti al fixed access).

Marco Langbroek ha pubblicato un’analisi accurata e rigorosa (come sempre) dell’impatto della costellazione Starlink sulla quantità di oggetti in orbita. È intressante anche per la stima del numero di oggetti attualmente in orbita che fornisce.

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Articolo interessante, ma non mi sono chiari gli effetti di un aumento degli oggetti in orbita secondo le percentuali che stima alle varie quote.

Triplicare il numero di oggetti in orbita sotto i 550km, cosa comporterebbe? la risposta potrebbe anche essere ‘nulla di apprezzabile’ …

Langbroek accenna ad alcuni degli effetti dell’aumento di oggetti in orbita:

There are all kinds of ramifications: like, will current Space Tracking Networks be able to deal with the increased detection load on their networks? (if not, space will become less safe). What will this do to our night sky?

E comunque si sta sempre facendo il conto nella previsione più ottimistica, ovvero 100% dei lanci perfettamente riusciti e zero collisioni.

https://www.orbitaldebris.jsc.nasa.gov/quarterly-news/pdfs/odqnv22i3.pdf

pagina 4

comunque, per chi fosse arrivato fino a questo post c’è un altro thread su starlink con molte informazioni

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Io, parlando a vanvera, mi azzarerei a ipotizzare che i satelliti dovrebbero essere vincolati dalle norme a stare su piani orbitali e altitudini predefiniti e limitati, in modo di ridurre la probabilita’ di collisione pur consentendo un maggior affollamento. Inoltre la posizione di ciascun oggetto dovrebbe essere ben nota e accessibile a tutti.

Succede anche nell’aviazione civile. Ci sono aerovie e separazione verticale, ci sono ADS-B, MLAT ecc…

Magari e’ pure utile per limitare l’area di osservazione sciupata agli astronomi.

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Certamente, i problemi sorgono in caso di anomalie con i satelliti che diventano incontrollabili.
Sembra che 4 satelliti del lancio Starlink non stiano raggiungendo l’orbita prevista.

Se sono sullo stesso piano orbitale le velocita’ relative con gli altri satelliti vicini sono piu’ basse. Sicuramente l’orbita i un satellite morto decade prima di deorbitare e si perde la separazione verticale ma suppongo che standardizzando/normando le orbite si possa minimizzare la probabilita’ di impatto e si possano semplificare le manovre evasive. Pero’ ovviamente e’ una materia che richederebbe ben altri studi prima di fare affermazioni, quindi quanto scrivo effettivamente e’ a naso.

Non sono d’accordo, stiamo parlando di anomalie. Non puoi sapere a priori come si svolgerà, e se per qualche motivo canna il sistema di orientamento e il motore spinge il satellite in un’orbita completamente sballata? Le velocità di possibili impatti diventano ben più grandi.

Una volta in orbita, per qualsiasi oggetto ogni impatto sarà degno di nota.

domando: il verso di rotazione lungo le orbite, per orbite simili (intendo non ha senso confrontare due orbite inclinate reciprocamente di 90 gradi) è sempre lo stesso o esistono satelliti che ruotano in un senso ed altri nell’altro?

At least

I commenti sembrano suggerire, tra le altre, che una strada potrebbe essere mettere i radiotelescopi in zone non densamente popolate dove la richiesta di traffico di rete e’ piu’ bassa e spegnere i transponder dei satelliti quando passano li sopra? Magari si risparmiano pure le batterie dei satelliti.

O ci ho solo ricamato io?

Secondo me sono comunque palliativi. Non è detto che l’approccio passato e presente sia compatibile con il futuro. Intendo dire che magari l’epoca dell’astronomia da terra potrebbe essere agli sgoccioli, per lasciare posto a ricerche dallo spazio o dalla luna ora che i costi dei lanci si stanno abbassando tanto.
Per venire incontro agli ostacoli dell’osservazione da terra gli strumenti sono più costosi di equivalenti extra terrestri, è possibile che il trade off con l’osservazione da fuori si stia avvicinando.
Per il romanticismo di non avere stelle artificiali o di rendere ardua la vita degli amatori, mi sembrano aspetti minori nell’ottica del progresso, soprattutto il secondo.

Per ragioni “economiche” le orbite retrograde sono poco praticate (anche se ci sono eccezioni). Le più usate sono quelle polari eliosincrone.

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Anche se la ricerca di punta si fara’ solo dallo spazio (dove non c’e’ atmosfera, gravita’ e i disturbi possono essere facilmente schermati con shade o la massa di corpi celesti), c’e’ da dire che mantenere la possibilita’ per gli umani di vedere il cielo come lo vedevano gli antenati ha valore di per se.

E’ una battaglia persa, perche’ non possiamo fare a meno dell’illuminazione artificiale, del traffico aereo e nenanche delle costellazioni satellitari.

Resta il fatto che quando c’e’ stato un black out a Los Angeles ci sono state centinaia di chiamate ai pompieri perche’ la gente ha visto per la prima volta nella vita la Via Lattea e non sapevano che cos’era.

Anche se molti dei buoi sono scappati da un pezzo non c’e’ motivo di non cercare di salvarne qualcuno, se e’ fattibile senza troppe rinunce.

Per quanto un cielo pieno di reticoli di girlande luminose allineate lungo le rotte satellitari potrebbe essere interessante da osservare.

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sono d’accordo con arkanoid sui palliativi, spegnere i trasponder in aree protette implica avere radiotelescopi di serie A e di serie B (quelli vicino ad aree che non verranno coperte dallo spegnimento). Considerando un raggio di visibilità del satellite di un migliaio di km la vedo davvero poco fattibile; non è detto che il possibile segnale interferente venga irrdiato dal satellite verso il subpoint, potrebbe arrivare da tutt’altra direzione.
Quanto al fatto di perdere il cielo stellato, beh… potete immaginare come la penso. Tantissimi fisici ed astronomi hanno iniziato la carriera ammirando le stelle. Fate voi.

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Ah, la ricerca di punta (ottica e radio) non si fa dallo spazio, ma da terra, salvo nelle bande (infrarosso, UV, X, gamma) dove l’atmosfera è poco trasparente. Il divario di costi tra un telescopio a terra ed uno spaziale di pari apertura è tra 100:1 e 1000:1. Per i radiotelescopi il problema non si pone neppure.

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Magari fino a oggi e’ stato cosi’, ma domani e dopomani?

Sei sicuro che EM non abbia gia’ incaricato un paio di ingegneri di valutare quanti telescopi/radiotelescopi si potrebbero impaccare nel fairing di un F9 (o FH per piazzarli su orbite piu’ lontane)? Ovviamente provera’ a piazzare il progetto alla Nasa o alle universita’ ingolosendo gli astronomi che potrebbero fare scoperte interessanti facendo lavorare lo sciame in modo integrato con metodi interferometrici o automatici per identificare massivamente occultazioni.

In assenza di gravita’ una antenna ad altissimo guadagno di grande diametro potrebbe essere deployata forse piu’ facilmente?

NB: non sono un esperto, e ho parlato un po’ per sentito dire, non mi offendo se mi correggete.