Dalla Mercury alla Gemini: la lunga strada delle capsule spaziali McDonnell

Quella paraglider mi è sempre piaciuta un sacco. Ma è stata mai costruita e provata, oppure è sempre rimasta su carta?

Costruita, provata, collaudata (con modelli in scala 1:1 come il famoso “El Kabong” tuttora conservato in un museo) e certificata.
Semplicemente, come ho scritto prima, è arrivata “troppo tardi” rispetto ai tempi stretti del programma Gemini…

Non c’erano anche dei problemi di ripiegamento?

Mi associo e faccio anche io i complimenti (non di rito) ad Archipeppe per gli allegati…

E infatti, per questa motivazione è arrivata tardi. Quando si riuscì a far funzionare correttamente l’ala di Rogallo se non sbaglio erano già state lanciate le due Gemini “unmanned” (e mi sembra anche Gemini 3 di Grissom e Young). A quel punto si preferì continuare con il sistema dell’ammaraggio.

Una domanda, forse un pò strana:
visto che i due seggiolini non erano paralleli ma posizionati con una accentuata angolatura, atterrando orizzontalmente con l’ala di Rogallo non vi era rischio di eventuali traumi per l’equipaggio (senza contare la posizione scomoda durante il volo)?

Ritengo di no.
La velocità di contatto dei pattini con il suolo doveva essere inferirore agli 1,5 m/s, non credo proprio che tale velocità avrebbe creato alcun trauma. In ogni caso la Gemini ammarava comunque in orizzontale e la sua velocità di contatto con l’acqua doveva essere di circa 3 m/s, come vedi…

…in effetti pensavo a un eventuale atterraggio “duro”…

vero, ma nell’ammaraggio non dovevano manovrare la capsula “in piega”(?).
Capisco che il dubbio possa sembrare un pò ridicolo…

Spettacolo, Peppe!

Ma El Kabong non era l’alter ego mascherato di Ernesto Sparalesto?

Grazie Smiley!!

In effetti il nostro Ernesto Sparalesto (in realtà l’intraducibile Quick Draw McGraw della premiata coppia Hanna&Barbera) aveva effettivamente un alter ego chiamato “El Kabong” (una sorta di Zorro).
Naturalmente questo ricordo vale per quelli della mia generazione (come direbbe Paolo Amoroso io sono un “diversamente giovane”)… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Temo che molti siano cresciuti con personaggi di cartoni animati dotati di cravattino, bandana o foulard, cosi’ gli animatori dovevano trattare solo il viso e non il resto del corpo, per risparmiare.

Poi ho scoperto due motivi possibili per cui si chiamava El Kabong:

  1. in alcuni cartoni Sparalesto scendeva appeso ad una corda, un po’ come avrebbe dovuto fare la Gemini sotto l’ala di Rogallo;
  2. KABONG era il suono che faceva una BP atterrando nel deserto… :smiley:

Per fortuna siamo in parecchi “diversamente giovani”, e comunque la RAI fino a qualche anno fa trasmetteva i fumetti di H&B. Oramai, solo giapponesate :frowning:

I mitici H&B… Sono ancora i migliori. Bei tempi…
Quanti bei ricordi da “diversamente giovane” legati a quei cartoni animati…