Dalla Mercury alla Gemini: la lunga strada delle capsule spaziali McDonnell

Fresco fresco di post su secretprojects.co.uk, spero di farvi cosa gradita :angel:


Ah, ecco, mi pareva mancasse un pezzo (l’allegato) quando ho aperto per la prima volta il post.
COMPLIMENTI PER IL DISEGNO! :clap: Me lo sto studiando a tutt’occhi! :nerd:

Grazie Vittorio, ho avuto non pochi problemi ad allegare il disegno (strano perché su secretprojects non mi ha causato grane).
Ce ne sono degli altri, vediamo se funziona…


Ci sarebbero altri due disegni ma il sistema non vuol saperne di uplodarli…

Mi pareva a suo tempo ci fossero problemi con gli allegati oltre certe dimensioni, potrebbe essere quello il problema.

Umhh… circa 300 Kb per entrambi (in JPEG) non dovrebbero essere un problema, eppure non riesco a caricarli in nessuna maniera.

No, non parlo del peso in kB ma parlo di dimensioni in pixel x pixel, potrebbe essere ad esempio che 2500 x 1800 sia il limite delle dimensioni accettate dal forum.

La cosa strana è che le immagini hanno la stessa dimensione di origine (A4 @ 220 dpi in JPEG) dell’immagine che ho postato prima (quella della Mercury Mk II).

Peppe che errore ricevi?

Nessuno, semplicemente la risposta non si carica affatto.

Riproviamo :angry:


Ok stavolta ha funzionato (e non so perché) adesso provo anche ad inserire l’ultima immagine…


Peppe,hai visto il concept su Secretproject che retrodata addirittura al 1959 (l’articolo è del Febbraio 1960,quindi la Norair deve aver sviluppato la proposta almeno nell’autunno del 59) il Mercury Mark-II ?
La cosa mi ha sorpreso non poco. Abbiamo sempre detto che Apollo era piĂą vecchio di Gemini,adesso dobbiamo prendere atto che come minimo le due idee sono contemporanee,e con un importante differenza:
Nel 1959 Apollo era solo il nome di un veicolo la cui forma non era ancora stata scelta; Mercury Mark-II,ossia,Gemini è già tutta lì.

L’ho visto Carmelo.

Onestamente ritengo che sia stata un’idea buttata là dalla North American per “vendere” la sua stazione spaziale più che un reale “draft” della Gemini. Se guardi bene il disegno si tratta di un Design C della Mercury debitamente pantografato per ospitare due astronauti e non ha alcuna relazione progettuale con la Gemini effettivamente realizzata.

E’ vero che studi per delle varianti della Mercury in grado di cambiare orbita risalgono al 1959 ma, in accordo al NASA SP-4002 “A Gemini Chronology” il primissimo documento in cui si comincia a delinare un possibile derivato biposto della Mercury è il “Guidelines for a Program for Manned and Unmanned Orbital Operations,” del 22 maggio 1961 (quindi all’indomani del volo di Shepard).

Bisognerà aspettare il luglio successivo per avere la prima menzione ufficiale della Mercury Mk II (ossia la versione biposto della Mercury, embrione della futura Gemini) per la precisione nel McDonnell Report, "Manned Spacecraft - Advanced Versions, part 4, “Two Man MK II Spacecraft,” unpaged report, datato 27-28 luglio 1961.

Quindi, come vedi, la proposta North American (sia pure profetica) non ha nulla a che vedere con la Gemini (peraltro realizzata comunque da una ditta concorrente quale era la McDonnell).

Tra l’altro, ed è una piccola chicca, il modulo di servizio visibile in quest’immagine sembra anticipare abbastanza realisticamente quello dell’Apollo, realizzato poi proprio dalla North American.

Ottimi disegni Archy!!!

Disegni da favola. Vorrei avere un centesimo della tua abilità come illustratore - i miei omini sono ancora quelli dell’asilo :wink:
Molto interessante il disegno della Gemini paraglider. Per quale motivo fu poi scartata?

Ma non ho capito una cosa anche tra le missioni effettuate le capsule differivano leggermente tra loro? e in che cosa? nell’ avionica? (ma nn credo che a quei tempi l informatica corresse come oggi)

Disegni bellissimi e topic estremamente interessante!

Vorrei ringraziare tutti per i complimenti.

Quanto alle risposte provo ad essere telegrafico:

  1. La Gemini-Rogallo, ossia la Gemini così come la conosciamo era stata progettata fin dall’inizio per effettuare un atterraggio orizzontale su pista (probabilmente Edwards) grazie ad un’ala di Rogallo dispiegabile in volo. In realtà l’utilizzo del paracadute fu una soluzione di ripiego dovuta all’eccessiva lungaggine dei test di qualifica del sistema Rogallo (che in cambio ha dato al mondo dell’aviazione sportiva il deltaplano come spin-off).

  2. Le differenze tra le varie Gemini erano in parte nell’avionica e parte (sopratutto) nell’hardware e nel sistema di controllo termico. Il discorso però è lungo e ci vorrebbe uno spazio ben più ampio per sviscerarlo completamente.