Si chiama Kobold ed è in grado di sfruttare la velocità delle correnti marine. E’ destinata alle isole dei Paesi in via Sviluppo
MESSINA – Ha il nome di un folletto buono della mitologia nordeuropea, Kobold, la prima turbina al mondo che trasforma le correnti del mare in energia elettrica, alimentando le normali utenze domestiche. Le eliche di Kobold non ruotano nei freddi mari del Nord, ma nello Stretto di Messina, dove la turbina, a partire dalla fine di marzo del 2006, è stata allacciata alla rete elettrica dell’Enel, a cui riversa circa 40 kilowatt di potenza. «In termini quantitativi è un piccolo contributo, ma è un primato mondiale, un primo passo verso lo sviluppo di un nuovo tipo di energia rinnovabile che potrà trovare applicazioni in tutte le zone costiere e insulari in cui esistono le condizioni favorevoli per sfruttare le correnti del mare, in particolare negli arcipelaghi dei Paesi in via di sviluppo ancora privi di elettricità a causa delle difficoltà di allacciamento alle reti di distribuzione nazionale», spiega l’armatore Elio Matacena, presidente della società Ponte di Archimede, ideatore di Kobold.
LE DIMENSIONI - Kobold, che ha l’aspetto di una piattaforma galleggiante di circa 10 metri di diametro, dotata di una turbina ad asse verticale con tre grandi pale immerse in acqua, è nata dall’idea di Elio Matacena di sfruttare all’incontrario un moderno propulsore navale montato sui traghetti Caronte. Posta da quasi due anni al largo di Ganzirri (a Nord di Messina) dove le correnti hanno velocità medie di 2 metri al secondo, Kobold ha dimostrato la fattibilità della conversione dell’energia meccanica in elettrica.
LA CORRENTE - Ma il suo migliore rendimento e sfruttamento non potrà realizzarsi in Italia, bensì in quei mari in cui le correnti raggiungono 8 metri al secondo e cioè negli stretti che separano le migliaia di isole remote e prive di energia elettrica dell’Indonesia, della Cina e delle Filippine. L’allacciamento di Kobold alla rete elettrica dell’Enel è stato seguito dalla firma di un accordo italo-indonesiano, presso la sede di Roma dell’Unido (l’Organizzazione per lo sviluppo industriale delle Nazioni Unite), che porterà alla realizzazione, entro il 2006, di un altro prototipo della turbina nell’isola di Selayar, a Sud di Celebes, in Indonesia.
INDONESIA - «Si tratta di una joint venture fra la società Ponte di Archimede e l’indonesiana Walenusa Energy che punta, per l’immediato, a installare il prototipo sperimentale di Kobold nei mari indonesiani entro il dicembre prossimo e, successivamente, a realizzare una vera e propria una rete di turbine Kobold per soddisfare la domanda di circa 7 mila kilowatt di potenza elettrica dell’intera isola di Selayar, abitata da circa 700 mila persone e attualmente dotata di una centrale elettrica tradizionale che però copre le esigenze soltanto di un quarto della popolazione», annunciano i presidenti delle due società, rispettivamente Elio Matacena e Emil Abeng. La costruzione del primo Kobold indonesiano costerà circa 800.000 euro, cofinanziati, oltre che dalle due società, dal ministero degli Esteri italiano e dall’Unido.
I PANNELLI SOLARI - Intanto la piattaforma Kobold messinese è stata attrezzata anche con 39 pannelli solari, che la rendono una vera e propria icona dello sviluppo sostenibile in campo energetico. A chi gli chiede spiegazioni sul singolare nome della turbina, Matacena risponde in chiave storico-mitologica: “Tanti secoli fa le correnti dello Stretto di Messina erano temute al punto da alimentare il mito di Scilla e Cariddi, due mostri che inghiottivano le imbarcazioni. Oggi quelle stesse correnti possono alimentare l’energia pulita di cui ha tanto bisogno il pianeta e per farlo ho pensato di ricorrere a un folletto mitologico benefico come Kobold”.
da Corriere.it