Danni al pad 39A: nessun problema per STS-125

Richiederanno diverse riparazioni i danni alla rampa di lancio 39A causati dal decollo del Discovery lo scorso 31 maggio. C’è comunque una buona notizia: gli ingegneri credono che il lavoro verrà completato in tempo per l’inizio della missione STS-125, diretta verso il telescopio Hubble.
Durante l’ascesa dello Shuttle Discovery infatti le fiammate provenienti dai due SRBs e i violenti spostamenti d’aria hanno sradicato parte della copertura della fossa di raccolta e scappamento delle fiamme, sottostante al pad. Le pareti di questa zona sono composte di mattoni resistenti al calore che, al momento del lancio, sono stati scalzati e gettati anche ad una certa distanza dalla loro postazione originale, arrivando a danneggiare un recinto di sicurezza posto a più di 600 metri di distanza. Lo shuttle fortunatamente non è stato colpito dai detriti scagliati in tutte le direzioni e si crede che non ci possano essere pericoli che ciò accada anche in futuro.
La pianificazione e le strategie di intervento per la riparazione del pad verranno presentate al Shuttle Program Manager John Shannon il 26 giugno; si attendono comunque i pareri degli ingegneri coinvolti nell’analisi del problema e lo stesso Shannon annuncia che ci sarà in ogni caso abbastanza tempo per ogni tipo di intervento. Escluso, per ora, uno spostamento del lancio al pad 39B.
La NASA ha messo in piedi due squadre per valutare i danni e le possibili implicazioni: in uno dei team coinvolti figura il Comandante John casper, un veterano delle missioni Shuttle che condivide l’ottimismo che serpeggia nei quartieri alti, nonostante pensi che ci sarà da svolgere un grande lavoro.
I due complessi di lancio al Kennedy Space center, il LC-39A e LC-39B, furono costruiti dal corpo degli ingegneri dell’esercito negli anni '60 per supportare il programma lunare Apollo, e più tardi per i lanci per la stazione spaziale Skylab e l’Apollo-Soyuz Test Program. I due pad vennero modificati negli anni ‘70 per i futuri lanci Shuttle. Usato la prima volta nel 1967, il pad 39A ha visto 12 lanci del Saturno V (incluso quello del primo atterraggio sul suolo lunare) e 70 lanci Shuttle. Il 39B, usato la prima volta nel 1969, ha assistito ad un lancio del Saturno V, 4 voli del Saturno 1B e 53 missioni Shuttle (incluso l’ultimo volo del Challenger).
I due pad sono costruiti attorno ad una buca rettangolare che misura 175m di lunghezza, 21 di larghezza e 15 di profondità . La divide in due parti un deflettore di fiamme che separa gli scarichi dei motori principali dello Shuttle da una parte da quelli degli SRBs dall’altra. La pressione e la temperatura generate al momento del lift off sono molto al di sotto dei limiti che la struttura può sopportare. Il deflettore è ricoperto da un materiale resistente al calore (Fondu Fyre) derivante dall’era-Apollo. I muri della fossa sono invece costituiti da mattoni refrattari tenuti fermi da strutture metalliche, e da una forma ad incastro, che li ancorano sia tra di loro che al vero e proprio muro posto più internamente. Anch’essi sono ricoperti dello stesso materiale del deflettore come protezione aggiuntiva.
Durante il lancio della STS-124 circa 5300 mattoni sono stati scagliati via nella parte nord est della fossa lasciando scoperta una parte del muro laterale, delle dimensioni di circa 26m x 7m; nessun segno di danneggiamneto invece per il ‘pavimento’ della buca.
Gli ingegneri hanno in seguito scoperto che parti delle strutture metalliche che tengono uniti tra loro i mattoni erano corrose (probabilmente a causa dei sottoprodotti acidi dei gas di scarico delgi SRB) e che certe zone del muro mancavano in parte della suddetta struttura. Si è anche notato che circa il 30% dei mattoni ancora al loro posto presenta dei vuoti retrostanti. Si sospetta quindi che gli stessi problemi ora riguardino anche il pad 39B, e quindi saranno necessari accurati controlli.
E’ stato anche contattato l’originale venditore di questi particolari mattoni, l’azienda Atlantic Firebrick and Supply Co: di prodotti del genere non ne esistono più, hanno affermato dopo un controllo al pad i responsabili dell’azienda, aggiungendo che si potrebbero sempre ricostruire, ma non in tempo per il lancio di ottobre dello Shuttle Atlantis. Tra le opzioni considerate, si pensa a togliere tutti i mattoni ancora presenti e spargere il Fondu Fyre, o un materiale simile, sul muro vero e proprio retrostante. Anche qui sarebbe un lavoro impegnativo ma sicuramente meno gravoso del rimpiazzare ex-novo tutti i mattoni. Si sta quindi decidendo in questo senso considerando che una soluzione di questo tipo, a medio termine, potrebbe essere vantaggiosa: il programma Shuttle si sta infatti avviando verso la fine, mentre per il futuro programma Constellation si pensa a una totale sostituzione della barriera protettiva.

Fonte: spaceflightnow.com
Photo Credit: NASA

In merito a questa discussione, mi viene da chiedere una cosa: ad esclusione dei vari periodi di manutenzione, perchè si è sempre optato maggiormente per l’utilizzo del pad 39A?
Forse tale scelta è sempre stata dettata dalla maggio distanza, dal VAB, del PAD 39B?