Di che colore è Marte?

in attesa di vedere con i miei occhi, io preferisco la versione row… così come lo vedono i robottini… :heart_eyes: :smile:

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Manca la versione per come lo vedrebbero i daltonici… Per me la prima e la seconda non sono tanto diverse :sweat_smile:

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Anche io noto poca differenza tra le prime due. Un po’ più carica la seconda ma poco contrasto cromatico in entrambe.

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Immagino dipenda dal colore della luce diffusa nell’ambiente dalla particolare atmosfera marziana.
Difatti la terza foto in cui il bilanciamento del bianco e’ fatto “alla terrestre” sembra piu’ contrastata.

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…e dai vostri monitor!

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Un paio d’anni fa mi sono potuto finalmente togliere lo sfizio di risolvere una volta per tutte il problema “i colori di marte”.
Era uno di quei giorni assurdi di scirocco, in cui tutto il paesaggio diventa rosso.
Ho preso il cellulare, ho fatto una foto e ho bloccato le impostazioni di bilanciamento del bianco, apertura, esposizione e tutto fino al giorno dopo, poi ho fatto la stessa identica foto.

Risultato:

Le foto non sono ritoccate in alcun modo.

Non ho potuto inquadrare più edifici perchè ero in ufficio e non si potrebbero fare foto… ma la questione mi sembra chiara: Marte non è rosso più di quanto non sia rossa la Terra in un giorno di scirocco.
Sì, c’è molta sabbia rossa… ma ci sono anche sassi bianchi e grigi, e soprattutto miliardi e miliardi di misteriose palline blu.

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Consiglio l’analisi approfondita dei colori di Marte dell’artista spaziale Don Davis, On controversies concerning the colors of Mars and the evidence for life there: From the telescope to the Space Age.

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:face_with_raised_eyebrow:

Non voglio scatenare una polemica, anche perché non sono un esperto del settore (sicuramente @IK1ODO potrebbe far lezione a tutti noi :stuck_out_tongue_winking_eye: ) ma non posso non notare come questa “analisi” del “colore di Marte” sia, a mio modesto parere, metodologicamente sbagliata e irrilevante nel merito, dato che non vedo relazione tra una foto del cielo di Roma e gli scatti ripresi su Marte.

Dicevo che non sono un esperto del settore e quindi mi dovrei stare muto, ma dal basso della mia incompetenza invoco la consultazione di fonti attendibili, scritte da esperti.

Faccio mio l’invito a chi ci sta leggendo qui a spendere qualche minuto a leggere anche il link postato da Paolo, che aiuta a capire come la questione sia complessa e saltare a conclusioni sia proprio sbagliato (in genere lo è quasi sempre), e che per interpretare il colore delle foto serve capire e tenere in considerazione un sacco di fattori.

Eccone alcuni:

  • lo scopo di base della fotocamera: riprese per la divulgazione o strumento scientifico
  • le caratteristiche del chip fotografico utilizzato
  • le caratteristiche dei filtri posti di fronte al CCD
  • le condizioni di illuminazione al momento dello scatto
  • la composizione chimica e la pressione dell’atmosfera nella quale le foto sono state realizzate
  • l’algoritmo usato per comporre i singoli scatti “in bianco e nero + filtro” in una foto a “colori” diffusa a scopo divulgativo

Nel caso di Curiosity e delle riprese fatte dalle MastCam, qualche dato interessante si trova qui ma si trovano anche pubblicazioni molto più specialistiche.

In buona sostanza, le immagini digitali da Marte (e pure dai nostri smartphone) sono sempre il frutto di una calibrazione, ma la superficie di Marte (a causa dell’abbondanza di ossidi di ferro), e il suo cielo (a causa delle polveri sospese) sono decisamente rossi. Una corretta calibrazione avviene grazie ai target di calibrazione presenti sui rover e all’esperienza acquisita nelle scorse spedizioni.

Chiudo con una traduzione tratta da questa e questa pagina web del JPL, che risale al 2004 ma rimane validissima.

“Ottenere i colori giusti non è una scienza esatta”, afferma Bell. “Dare una visione approssimativa di ciò che vedremmo se fossimo lì implica anche un elemento artistico e visionario - dopotutto, nessuno è mai stato lì prima d’ora”. Tuttavia, ci si impegna molto per essere il più precisi possibile, a meno di non andarci da soli.

Per dare alle persone la sensazione di essere su Marte, gli scienziati combinano le viste attraverso i telescopi, i dati delle passate missioni su Marte e le nuove informazioni della missione attuale per creare una scena uniforme e bilanciata dal colore. I mosaici con correzione del colore simulano l’aspetto che una persona vedrebbe se tutte le immagini del mosaico fossero state scattate lo stesso giorno, nello stesso momento.

Ogni rover porta il proprio target di calibrazione e viene regolarmente istruito a fotografarlo. Con la loro esperienza terrestre, gli scienziati hanno una buona conoscenza di come regolare i colori in base alle circostanze trovate dalle telecamere del rover su Marte. Sanno quanta luce solare i tre anelli di grigio, nero e bianco riflettono sul target di calibrazione nei diversi filtri. Hanno anche conservato metà del materiale per i chip colorati di silicio sui target di calibrazione, in modo da poter fare confronti e misurare con precisione come gli anelli e i chip riflettono la luce su Marte.

I paragrafi qui sopra furono scritti per i MER, ma anche Curiosity continua a portare gli stessi bersagli di calibrazione.

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Se non ricordo male gia’ i Viking avevano dei pannelli colorati che venivano ripresi dalle telecamere per permettere la corretta calibrazione delle immagini che arrivavano al centro di controllo.

O sbaglio?

Per forza. Il colore percepito di un oggetto o una scena non è cosa assoluta, dipende da una infinità di condizioni.
Provate a chiedervi di che colore sia la Terra. Dallo spazio è azzurra, ma sappiamo bene che è di infiniti colori.
Quando si fanno riprese di Marte da Terra è impossibile non cercare di compensare le dominanti, l’assorbimento della nostra atmosfera, la diversa sensibilità delle camere, eccetera. Resta il fatto che all’osservazione telescopica è sicuramente rosso.

la foto è ripresa dal telescopio da 1 metro del Pic duMidi, sui Pirenei, da un team di cui fa parte il “solito” Thierry Legault. Notare le ombreggiature azzurre delle nebbie, e tutte le sfumature delle altre zone.

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Eppure questa immagine mostra chiaramente che Marte NON è una palla rossa, più di quanto la terra sia una palla blu!
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Sì, su Marte ci sono ANCHE zone rosse, così come sulla Terra ci sono anche “zone blu” (dette “oceani” :slight_smile: ).

Il problema è:
se vado personalmente su Marte e osservo un sasso, lo vedo di un certo colore; se porto il sasso sulla Terra, lo vedrò inesorabilmente di un altro colore! E di che colore lo vedrò, dipende se la stanza è illuminata da una lampadina a luce “calda”, “fredda” o “naturale”.

Quindi abbiamo due errori:

  1. La domanda “di che colore è Marte” è sbagliata, perchè Marte, come la Terra, non è di un colore unico.
  2. L’altro errore è la domanda “di che colore è questo specifico sasso marziano?”; la domanda giusta sarebbe “di che colore vedrei questo sasso marziano nell’ambiente taldeitali?”

Alle due domande sbagliate ovviamente non è possibile rispondere. Alla versione giusta della domanda si può rispondere… a seconda della domanda:
“Di che colore vedrei i mirtilli marziani su Marte”? Risposta: rosso.
“Di che colore vedrei i mirtilli marziani sulla Terra”? Risposta: blu.

Rassegnatevi: Marte è fatto di sabbia rossa ricoperta di palline blu! (mars blueberries)
ma li vedrete blu solo quando Musk ne riporterà una manciata sulla Terra! :wink:

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Inoltre suppongo che bisognerebbe considerare anche l’adattamento della vista: quando vado a sciare, appena indosso la mashera vedo tutto giallo ma dopo un po mi abituo e quelle che erano sfumature di giallo le interpreto cone colori a sé stanti.

Probabilmente su Marte sarebbe la stessa cosa, appena arrivato tutto è rosso ma poi, dopo minuti o ore, inizierei a distinguere quelle lievi sfumature e comincerei a percepirle come colori diversi.

PS: quanto detto è solo una mia idea, che ritengo ragionevole… mi pare che la mia vista funzioni così!

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concordo, l’adattamento della vista rientra nell’“infinità di condizioni” di cui sopra.

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In effetti il sistema visivo è affascinante. Tempo fa proprio per capire meglio questi meccanismi trovai uno studio fatto in africa con popolazioni che avevano attorno a sé principalmente colori della zona giallo, marrone e azzurro cielo. Sottoposero ad un panel composto da persone di quella zona e persone mi pare europee una tavolozza colori ampia. A seconda della zona le persone erano in grado di identificare sfumature di colore che per l’altro gruppo erano identiche. Anche l’adattamento notturno alla vista, con la variazione di percezione della luminosità delle varie lunghezze d’onda (motivo per cui i led bianchi nei lampioni stradali sono un’eresia) fa parte del sistema di adattamento del sistema occhio-cervello alle condizioni dove si trova. Una telecamera non può attuare questo processo ed è possibile che, dopo un periodo di adattamento, persone diverse possano cogliere sfumature diverse su un altro pianeta

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se continuaimo questa discussione finiremo per tirare fuori il tormentone 2019 sul vestito blu/nero o giallo/oro… :slight_smile:
Secondo uno studio, in quell’immagine vengono percepiti colori totalmente diversi a seconda se la persona che la guarda va normalmente a letto presto o a letto tardi…

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@mcgyver potremmo discorrere anche delle teorie del filosofo Leibniz :slight_smile:

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