Diesel in abbondanza dal carbone

Ora si può secondo i chimici Usa, grazie a una tecnica inventata negli anni Venti ma resa più efficiente ed economica

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Con il prezzo del petrolio che ha scavalcato la soglia dei 70 dollari al barile, si torna a guardare al carbone come una fonte di energia a buon mercato, in grado di alleviare la crisi energetica in molti Paesi che ne possiedono vaste riserve. Messo ai margini degli usi energetici, almeno nei Paesi sviluppati, a causa del suo pesente impatto ambientale, il carbone viene ripescato grazie ai miglioramenti introdotti nei sistemi di trasporto, nelle camere di combustione e nel filtraggio dei fumi. Tanto che si parla addirittura di «carbone verde» o «pulito» per sottolineare la notevole riduzione del particolato e dello smog derivante dal suo impiego.

RICONVERSIONE Ma dagli Stati Uniti arriva ora una notizia che potrebbe riabilitare il vecchio e sporco carbone, facendolo diventare addirittura una fonte per la produzione di altri tipi di combustibili. Un gruppo di ricercatori della Rutgers State University del New Jersey ha sperimentato un nuovo processo chimico per trasformare il carbone in gasolio per autotrazione di eccellente qualità. La tecnica appare così promettente, sotto il profilo sia economico sia del rendimento, da fare sperare che gli Stati Uniti possano pianificare una consistente riduzione delle importazioni di petrolio e valorizzare i propri giacimenti di carbone in cui la materia prima sfruttabile ammonta a centinaia di miliardi di tonnellate.
LA TECNICA - «La nostra tecnica di conversione carbone-diesel si basa su un vecchio processo messo a punto negli anni Venti dai chimici tedeschi Fischer-Tropsch, ma con l’aggiunta di un paio di reazioni chimiche di catalisi che lo rendono molto più efficiente e quindi commercialmente valido», spiega il professor Alan Goldman, capo del gruppo di ricerca della Rutgers e autore di un articolo pubblicato su Science del 14 aprile 2006.
In pratica, il carbone, ridotto a polvere sottile, viene prima miscelato con vapor d’acqua e ossigeno ad alta temperatura e pressione, in modo da ottenere ossido di carbonio e idrogeno. Quindi, questa miscela gassosa, attraverso il processo di sintesi Fischer-Tropsch, viene convertita in vari tipi di idrocarburi allo stato liquido, caratterizzati da punti di ebollizione diversi, fra i quali il gasolio. Prima della scoperta della Rutgers University, la frazione di gasolio che si riusciva a ottenere attraverso il procedimento classico era modesta. Ora, con la messa a punto dei nuovi catalizzatori (uno dei quali si è meritato il Nobel per la Chimica nel 2005), il processo può essere finalizzato a una più abbondante produzione del prezioso carburante con cui viene alimentata la maggior parte delle nuove automobili.
IN ITALIA - C’è la possibilità che la nuova tecnica di conversione possa trovare conveniente impiego anche in Italia? «Il presupposto sta nella disponibilità in loco di abbondanti risorse di carbone -risponde Monia Politi, chimico industriale al Centro di Ricerca Enel di Pisa-. Poichè, se lo stesso carbone deve essere importato, per quanto a prezzi inferiori rispetto al diesel, tutto il processo potrebbe risultare alla fine poco conveniente». Tuttavia lo stesso Centro di Ricerche dell’Enel, ormai da alcuni mesi, sta svolgendo ricerche teoriche e pratiche in questa direzione, anche per verificare la possibilità di produrre, sempre a partire dal carbone, non solo il diesel per autotrazione ma anche gasoli per alimentare centrali elettriche e Gpl.
Franco Foresta Martin

da corriere.it