Envisat, prime misure delle correnti oceaniche

I risultati preliminari aprono nuove opportunità di studi sistematici dei fenomeni a mesoscala

Venti, onde, macchie di olio. Anche l’occhio dei cicloni: sono questi i fenomeni che si verificano sulla superficie degli oceani che finora venivano osservati grazie a strumenti radar situati a terra. Ora tutto questo lavoro di osservazione potrà essere effettuato grazie a Envisat, il satellite dell’Agenzia spaziale europea (ESA) che proprio in questi giorni ha raccolto le prime misure riguardanti le velocità superficiali delle acque dei mari.
L’osservazione delle correnti oceaniche sul larga scala sono molto difficoltose, ed Einvisat si avvarrà di ASAR uno strumento di tipo SAR (Synthetic aperture radar), che consente di registrare l’eco di onde radar nel dominio delle microonde al fine di ricostruire gli schemi delle increspature superficiali. I dati grezzi così raccolti vengono successivamente elaborati grazie al Radar Imaging Model (RIM) che, sulla base delle equazioni fondamentali dello shift doppler per le onde elettromagnetiche, consente di separare il contributo dei singoli fattori dinamici, come la velocità del vento, rispetto alle correnti più profonde (complessivamente, il metodo è stato battezzato DopRIM).
Lo strumento montato su Envisat ha dimostrato di poter rappresentare per gli oceanografi una fonte diretta e perciò molto affidabile di informazioni accurate. I primi test sono stati effettuati sulle correnti di marea al largo delle città di Brest e Cherbourg, in Francia.
“Sicuramente – ha spiegato Johnny Johannessen, del Nansen Environmental and Remote Sensing Center (NERSC) di Bergen, in Norvegia – occorreranno altre esperienze per validare il metodo, DopRIM, ma crediamo che i risultati preliminari siano incoraggianti e che aprano nuove opportunità di studi sistematici della variabilità oceanica a mesoscala.”

tratto da Le Scienze.it