Evacuazione d'Emergenza...

Toglietemi una curiosità:con tutti gli scongiuri del caso, quali sono i tempi calcolati di evacuazione della ISS?

Normalmente l’undocking di una Soyuz richiede un po’ di tempo, ma tante procedure sono probabilmente deferibili di fronte a una situazione di emergenza…e così mi chiedevo, sperando che tutti gli astronauti a bordo siano in grado di raggiungere velocemente le Soyuz, quanto tempo impiegherebbero per chiudere i portelli e separarsi dall’ISS?

In teoria immagino che entrare, chiudere e staccarsi richieda tecnicamente poco tempo, ma sicuramente c’è un piano molto ben definito che stabilisce il miglior compromesso tra un undocking “sicuro” e un tempo di evacuazione accettabile…

Grazie mille a chiunque sappia qualcosa! :wink:

il problema è… che tipo di problema si verifica!

se si tratta del più temuto, ovvero decompressione, be, tutto sta nella velocità con cui si perde atmosfera.

cmq, la cosa più drammatica, è dove ci si trova al momento “dell’incidente”, se si è nel columbus e si è assegnati alla soyuz dockata ai moduli russi… devi attraversare tutta la stazione!

raggiunta la soyuz, con tutti e tre i membri a bordo, dovrebbe gia esser sufficiente chiudere il portello della soyuz… la pressione in cabina dovrebbe fornire compressione alle guarnizioni e si ha il tempo di chiudere anche se sull’iss non vi è più atmosfera. (metodo delle prime apollo).

se per qualche motivo non si riuscisse a staccare la soyuz dalla stazione, si potrebbe abbandonare il modulo di servizio…?

perlomeno questo è quello che avevo letto tempo fa…

E’ quello che pensavo io…in caso di decompressione non proprio istantanea, dovrebbe essere sufficiente chiudersi nella Soyuz: si può anche restare attaccati alla ISS e vedere come va.

Tuttavia nel caso di un’eventualità remota ma gravissima come un incendio indomabile (sempre con gli scongiuri del caso), potrebbe essere necessario allontanarsi dalla ISS e in quel caso bisognerebbe effettuare un undocking completo…

…in ogni caso come dicevo credo esistano procedure molto precise per ogni situazione, per questo ero curioso di capire come funzionassero i piani di emergenza!

Non avevo mai pensato all’eventualità di lasciare attaccato il modulo orbitale e andarsene con il resto della Soyuz…questo consentirebbe in qualche modo di andarsene più velocemente chiudendo ben 3 portelli tra sè e la ISS?

E’ un argomento che mi affascina molto, se non si fosse capito :wink: d’altronde in questo campo come in tanti altri credo che l’esperienza della MIR sia stata fondamentale…hanno avuto sia un incendio sia una falla dello scafo, due delle peggiori eventualità possibili!
:scream:

non vorrei andare OT ma a questo punto chiedo io una cosa legata ad un evacuazione…

nel caso sfortunato di una decompressione abbastanza rapito, tutti se ne andranno nelle rispettive soyuz…

ma come funzionerà il rientro nella stazione??? prima si dovrà riparare il danno, e quindi come si procede, si entra con le tute EVA???

Effettivamente…non esistono delle tute IVA (attività intraveicolare)?

Eh sì. Molto probabile.

Sulla MIR si fece proprio così (consiglio la lettura di Dragonfly, dove le vicessitudini dell’ultimo periodo della Mir sono raccontate dettagliatamente).

Ovviamente in caso di evacuazione ci si rifugia nelle Soyuz, per rientrare credo che in caso di depressurizzazione della ISS, se si è chiuso il portello tra MRM o il Pirs e la ISS si possa entrare prima in questi moduli dopo averli pressurizzati, indossare le Orlan e poi entrare nella ISS, altrimenti credo non ci sia altra soluzione che rientrare a terra… e poi entrare con una missione successiva portandosi dientro le tute.

Non saprei proprio dire se sia possibile abbandonare la ISS lasciando agganciato il modulo orbitale della Soyuz; non è che in questa parte della Soyuz ci sono strumenti necessari per le fasi prima del rientro? (tipo antenne, sensori ecc…)

Per quanto concerne un’eventuale incendio sulla ISS, bisogna sperare che il fuoco non sbarri la strada agli astronauti per raggiungere le rispettive Soyuz.

Le situazioni di emergenza sono piuttosto variegate e complesse. Contrariamente a quando spesso si pensa, la situazione peggiore in assoluto non é la decompressione, ma la leakage di ammoniaca. L’ammoniaca dell’ETCS è pura, ed è letale a bassissime concentrazioni in atmosfera. In quel caso l’unica cosa da fare è trattenere il fiato e correre verso il segmento russo il più in fretta possibile. Se si riesce a chiudere in tempo l’hatch di Zarya, allora almeno metà stazione è salva… E in un caso del genere molto probabilmente la sezione americana non sarà più recuperabile, perchè tutti i materiali si impregnano di ammoniaca…

In caso di depress invece, gli astronauti si trovano tutti nel safe heaven (zvezda) e misurano la perdita di pressione. A quel punto, se la perdita è abbastanza lenta, procedono a chiudere i moduli uno per uno e a fare dei leak check, per individuare dov’é il buco. Tenete presente che la stazione è piuttosto grossa, e quindi anche nei casi peggiori ci vuole un bel po’ prima di depressurizzarla tutta, e questo lascia tempo agli astronauti di reagire. Una perdita di ammoniaca invece è molto peggio, perchè entro pochi minuti l’intero equipaggio può essere morto avvelenato…

Una situazione particolare avviene quando c’è (c’era :frowning: ) lo shuttle attaccato. Perchè in quel caso non so bene come sarebbe funzionato. Credo che l’equipaggio Shuttle sarebbe andato da una parte (nell’orbiter appunto), mentre quello ISS dall’altra (in Zvezda).

Il fuoco è un altro caso ancora. In assenza di gravità le fiamme sono bassissime (l’aria calda non va verso l’alto), e quindi non tenndono a propagarsi molto velocemente. In più, appena scatta l’allarme, la ventilazione si ferma, interrompendo il flusso di ossigeno fresco alla fiamma. Questo dovrebbe ridurre ulteriormente la velocità di propagazione del fuoco.
Quindi anche in questo caso l’equipaggio ha abbastanza tempo. La prima cosa che fanno é prendere le maschere, e poi metà equipaggio va con il CSA-CP in cerca della sorgente della fiamma, mentre l’altra metà rimane in Zvezda.

Chiaramente il caso di fuoco in Zvezda è un po’ più complesso, perchè in questo caso una Soyuz potrebbe essere tagliata fuori. Ma in ogni caso la fiamma dopo un po’ di spegne da sola, e l’equipaggio con le maschere dovrebbe essere in grado di raggiungere la Soyuz (se proprio non si riesce a recuperare l’atmosfera del modulo).

Ma se hanno maschere per l’incendio (autorespiratori?), non hanno anche delle maschere per l’ammoniaca?

Non si può depressurizzare l’intera sezione per liberarla dall’ammoniaca?

Non è la stessa cosa. L’ammoniaca (allo stato puro! quella che compriamo è tipo allo 5%) è estremamente aggressiva su tutto, metalli, plastica… non credo che le maschere standard vadano bene.

È sempre la stessa questione. L’ammoniaca aggredisce tutto, e si infiltra nei materiali. I moduli sono pieni di rack, di equipaggiamenti, ogni cosa sarebbe impregnata di ammoniaca. Non è solo questione di atmosfera, bisognerebbe decomprimere e mantenere decompresso per chi sa quanto tempo per far sì che tutta l’ammoniaca che ha impregnato i moduli offgassi…

Sapevo delle “doti” dell’ammoniaca, ma non avevo mai riflettuto sul fatto che potrebbe verificarsi una perdita interna ai moduli…sarebbe davvero un’eventualità infausta. :astonished:
Per quanto riguarda incendi e depressurizzazioni invece pensavo ci fossero proprio i secondi contati…!

Grazie mille Buzz, tantissime informazioni!!! :wink:

I casi di leakage di ammoniaca si dividono in 3: minor leakage, medium leakage e gross leakage. E nei tre casi ci sono risposte lievemente differenti, nel senso che il tempo di risposta è ovviamente diverso.

L’origine più probabile della leakage sono gli scambiatori di calore ammoniaca/acqua, che potrebbero rompersi ad esempio se fermassimo la circolazione dell’acqua senza accendere i riscaldatori. L’acqua ghiacciando romperebbe lo scambiatore. Oppure potrebbero avere qualche perdita. E in caso di perdita di ammoniaca nell’acqua, l’ammoniaca poi raggiungerebbe l’atmosfera perchè le giunzioni dei tubi sono permeabili all’ammoniaca…

La perdita di ammoniaca è una possibilità tanto remota che per anni non è stata neanche considerata nelle emergenze, visto che il design è fault-tolerant. Però purtroppo per quanto è bassa la possibilità che questa emergenza si verifichi, tanto è catastrofico il danno. E per questo motivo il design è fatto in maniera super ultra sicura.

PS: Personalmente dubito che riusciremmo a salvare l’intero equipaggio in caso di ammoniaca in cabina…

:fearful: Senza parole…

Cè anche da dire che in un sistema complesso sono più probabili i guasti piccoli di quelli grandi, e che se l’ammoniaca finise nell’acqua ci sarebbero dei warning ben prima che vada nell’ambiente. E poi, voglio dire, tutti noi (miliardi di persone) ogni giorno mettiamo il fondoschiena su una bomba carica di decine di kg di esplosivo (miscela idrocarburi/aria) e capace di energie di impatto (cinetiche) di alcuni megajoule, e non ci preoccupiamo poi mica tanto. La percezione del rischio è una cosa molto psicologica, e poco fattuale.

non li ho ma se li avessi me li starei toccando!!!
Che gufata!

Più che altro é che per succedere davvero dovrebbero bucarsi dei tubi di metallo fatti apposta… e se nessuno va a dargli martellate…
Però una volta che vediamo i warning scatta l’emergency alarm, con annessa procedura che sostanzialmente dice “corri più veloce che puoi e prega tutti i santi che conosci, che se non riescono a salvarti almeno ti tengono da parte un posticino in paradiso…” :smiley:

Non è una gufata, è realismo. E chiunque altro dei miei colleghi la pensa allo stesso modo… è un po’ il mostro che dorme e che nessuno deve svegliare, sperando che gli ingegneri che hanno progettato i moduli lo abbiano fatto in maniera appropriata :wink:

Failure is NOT an option :stuck_out_tongue: