Di solito i reboost fatti dal segmento russo sono con il veicolo lungo l’asse X, quindi allineato con il centro di massa della stazione.
La cosa interessante in effetti è per Cygnus, che è parecchio fuori asse. Credo che Cygnus spinga da un lato, e la ISS si preoccupi di mantenere il controllo d’assetto con i CMG. Ma non prenderlo per oro colato, sono mie ipotesi
Per la cronaca, credo che NASA inizierà presto a usare questa capacità di Cygnus
Se qualcuno ricorda quando è stato fatto l’ultimo reboost con una Cygnua, forse riusciamo a vedere se il controllo d’assetto è rimasto “in mano” ai CGM o è passato al lato russo con i suoi thrusters.
Vorrei mettere in evidenza una cosa: “l’asse X” a cui fa riferimento @Buzz, oltre a passare dal centro di massa, definisce anche la retta del moto (vettore velocità) della Stazione ed è assimilabile, con le dovute semplificazioni, al lungo corridoio centrale formato dai moduli Harmony (Nodo-2), Destiny, Unity (Nodo-1), Zarja e Zvezda. Più nello specifico, il segmento statunitense/internazionale guarda avanti mentre la Stazione si sposta (orbita) nello spazio. Tant’è vero che durante un’osservazione dalla Terra, dall’orizzonte fino alla massima elevazione, vedrai avvicinarsi sempre di più la parte statunitense, europea (Columbus) e giapponese (Kibo), oltre ad avere una visuale sempre migliore della pancia dell’avamposto, della Cupola, di Rassvet, Nauka/Prical.
L’essenza del reboost è quella di dare all’avamposto la giusta velocità affinché possa orbitare ad una quota più alta (o più bassa). Il modo più efficace per farlo è quello applicare l’azione propulsiva, o meglio gli effetti della spinta dei razzi preposti, lungo la direzione del moto. La rotazione si ha quando la forza non è applicata parallelamente al centro di massa, producendo dunque un momento angolare. Un modo per prevenirlo consiste nel far lavorare i propulsori dei moduli o delle astronavi in coppie speculari, affinché la tendenza di produrre una “forza sbilenca” di uno sia compensata (annullata) dall’azione dell’altro.
Durante il recupero di una nave, hai mai notato che le funi trainanti di due rimorchiatori formano una “V” e nonostante ciò l’imbarcazione in avaria va dritta? È la stessa cosa!
Abbiamo pure l’articolo su AstronautiNEWS di Luca Frigerio, aka @Luca, che ci spiegò come si è trattato di un breve test di fattibilità, il cui scopo era accertarsi che Cygnus fosse in grado di spostare la pesante Stazione…
Si è vero! Con Cygnus NG-17 la musica cambia: rispetto al 2018 il propulsore sarà montato su un giunto cardanico, dunque non sarà più fisso. A tal proposito sono curioso sapere di quanti gradi potrà oscillare per direzionare la spinta…
ma quindi per fargli alzare la quota i motori non spingono la iss verso l’alto (con gli ugelli in direzione della terra) ma verso il senso di “marcia” (con gli ugelli verso il “retro”) in questo modo la iss aumenta di velocità e quindi anche di quota?
A sostegno di quanto dice @RikyUnreal , ti riporto un confronto tra i parametri della prima orbita della Sojuz MS-19 al termine dell’ascesa (5 ottobre 2021) e quelli della Stazione dopo il reboost del 24 settembre. Ho scelto questi due eventi per fare un raffronto alla pari.
Veicolo
Apogeo
Perigeo
Periodo orbitale
Sojuz MS-19
242,69 km
199,84 km
88 min e 38 sec
Stazione
438,83 km
417,33 km
92 min e 55 sec
Come si può vedere, a parità di inclinazione orbitale (51,66°), la Sojuz MS-19 è nettamente più veloce della Stazione che orbita grossomodo 200 chilometri più su. Infatti la navicella conclude un giro completo intorno alla Terra con un margine di poco superiore ai quattro minuti, 254 secondi per l’esattezza. Già con un margine minino, per così dire, la differenza è sostanziale, figuriamoci quando si prendono in esame due corpi molto distanti tra loro oppure si porta l’esempio di un satellite in orbita geostazionaria.
Come annunciato si tratterà per lo più di uno spettacolo già visto, dato che verrà effettuata per l’installazione del traliccio di supporto per il quarto iROSA, questa volta presso il canale 3A (lato starboard)
Unica differenza che possiamo notare, sono le attività secondarie.
Una rimozione della copertura delle BCDU (Battery Charge/Discharge Unit) che servono le batterie presenti sul segmento S6, per dei lavori su bulloneria varia.
Dovrà essere prestata particolare attenzione, perchè in quella zona sono presenti 2 piccole antenne EWIS (External Wireless Instrumentation System) che non devono essere compromesse.
E poi, oltre alla prevedibile sistemazione di varie attrezzature per le prossime EVA, la sostituzione di uno dei due RPCM (Remote Power Control Module) presenti alle spalle del MSS (Mobile Service System): il carrello che sposta tra le altre cose, il Canadarm2 su quasi tutta la lunghezza del truss.
L’astronauta che eseguirà questo lavoro, dovrà operare in uno spazio piuttosto ristretto e con alle spalle diversi strumenti (come i pianali per appoggio dei piedi), montati su uno dei carrelli di servizio (CETA - Crew & Equipment Translation Aid) dell’ MSS.