Falcon 9 Block 5 - Megathread

Forse saranno informazioni che avrete già scritto o letto sparse nelle pagine del Forum. Non succede niente se le riporto nuovamente qui, nella discussione più generica sul Falcon 9.

Il cosmonauta Konstantin Borisov sta documentando nel suo canale Telegram il percorso di avvicinamento al lancio insieme ai colleghi di Crew-7. Uno dei viaggi di formazione ha visto come tappa il Kennedy Space Center, più precisamente il famoso Hangar X di SpaceX. A dialogo con il personale dell’azienda di Elon Musk ha appreso molto del lanciatore che lo porterà per la prima volta nello spazio. Alcuni dettagli che noi appassionati cerchiamo non sono tanto segreti e li ha potuti condividere. Alle brevi spiegazioni integro io qualcosa:

  • Per le missioni con equipaggio con la Crew Dragon è consentito utilizzare un booster con non più di quattro voli all’attivo e altrettante revisioni. Infatti guardando lo storico si evince come SpaceX non si sia spinta oltre il quarto lancio dello stesso booster nelle missioni congiunte con la NASA (B1067 . 4 a servizio di Crew - 4), mentre abbia raggiunto il limite di riusabilità nei voli interni (B1062 . 5 con Axiom - 1).

  • In SpaceX quantificano in 12-14 giorni il tempo necessario per revisionare un booster e rimetterlo in condizione di affrontare nuovamente un lancio. Tempistiche variabili, dopotutto nella telecronaca per Starlink Group 4-16 i commentatori hanno affermato B1062 è stato in officina per 9 giorni. Non so se vi ricordate, è il booster che ha fatto più velocemente due lanci consecutivi. Appena 21 giorni, 6 ore e 10 minuti tra primo volo (Axiom-1), recupero (chiatta), rimessa a nuovo e decollo per una seconda missione (Starlink Group 4-16). Adesso tale risultato assume, secondo me, tutt’altra connotazione che rende il primato veramente strabiliante. Vicini al limite? il recupero in mare incide…

  • L’obiettivo di vita operativa di un booster per SpaceX è di 20 lanci e in ogni ripristino ambisce a non sostituire più dell’1% del peso del primo stadio. Badate bene, stiamo parlando di massimo 250 chilogrammi di materiali di consumo a fronte di una massa a secco del booster di circa 25.000 kg! Prendete i dati numerici con le pinze, servono per rendere l’idea :wink: . Chiaramente la zona più soggetta a interventi e quella dei nove Merlin, dove le protezioni termiche risentono maggiormente il rientro atmosferico e il calore dei propulsori nel tentativo di arrestare la caduta libera dello stadio.

  • Un tempo l’azienda di Elon Musk pensava di tirare a lucido ogni booster quando entrava in officina. Ben presto si sono resi conto che lavare la fuliggine, i residui della combustione del kerosene che si depositano durante il rientro non era semplice. Costa tempo e denaro e non porta benefici in termini di risparmio di peso, ad esempio. Quindi addio al primo stadio bianco candido, un lusso riservato ad un razzo nuovo di zecca, e via a mostrare con orgoglio le cicatrici dei lanci pregressi.

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