Filati italiani nello spazio

Ieri, leggendo un articolo pubblicato da “Repubblica” sulla crisi che sta minacciando il settore produttivo dei filati di lusso nel biellese, ho scoperto il livello raggiunto dal “made in Italy”! Se l’ “Arazzo” di Biella ha ricevuto da poco una commessa molto “particolare” (rivestire i divani dello Studio Ovale della Casa Bianca!), un’altra ditta del settore, la “Yanga” di Crevacuore, ha una clientela molto selezionata: “quella quarantina di signori che vivono quasi sempre in Texas, a Houston e che indossano le tute della Yanga solo quando galleggiano negli abitacoli delle astronavi”. In effetti, ho trovato in rete che si tratta di una tuta sportiva da indossare a contatto con la pelle, realizzato in Lycra rivestita con poliestere, in grado di ottimizzare la circolazione sanguigna in assenza di gravità.
Chi ne sa qualcosa di più?

http://www.yanga.it/yanga/italiano.htm

Interessante… :thinking: Francamente non l’avevo mai sentita… qui ci vorrebbe l’esperto italiano di tute spaziali… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Così di pancia potrebbe somigliare al famoso “Long John”, la “superpippo” indumento intimo vestito a contatto con la pelle e che riveste tutto il corpo. La sua efficacia nel favorire la circolazione in assenza di peso, penso dipenda dal fatto che la sua struttura consenta una compressione controllata delle estremità, in modo da agevolare appunto il lavoro del cuore.
Ammetto cmq che anche per me questa Yanga è del tutto una novità … :wink:

Però è strano che sul loro sito non citino la cosa… dovrebbe fare un bel po’ di pubblicità no?

Già, infatti :thinking:

Sul sito della Yanga, alla voce “chi siamo”, parlano di “sottotute contenitive per uso aerospaziale”…

Vero! Me l’ero perso… :skull: