Filosofia astronautica: sonde e percorsi di vita

Il tempo libero lasciatomi dal pensionamento mi induce ogni tanto qualche riflessione pseudo-filosofica su vari argomenti, anche di tipo astronautico. L’altro giorno fa mi è venuto in mente un parallelo tra sonde spaziali e percorsi di vita, che mi è sembrato carino e vorrei condividere con voi.
Le missioni spaziali di alcune sonde potrebbero essere metafore di percorsi di vita. Ad esempio:

  • New Horizons: può essere il simbolo di chi, dotato di mezzi potenti, arriva ai propri obiettivi in modo diretto e veloce
  • Galileo: può simboleggiare chi, essendo meno dotato, arriva ai propri obiettivi in modo assai meno rapido, dopo un percorso tortuoso
  • Hayabusa-1: può rappresentare i percorsi di vita sfortunati, che però, grazie alla determinazione, in modo travagliato arrivano alla fine all’obiettivo
  • Akatsuki: può rappresentare il fallimento apparente, che dopo tempo si volge al successo quando tutto sembrava perduto
  • Phobos-Grunt: può rappresentare il simbolo di chi si perde dopo un inizio promettente
  • Mariner 8: può rappresentare il fallimento immediato di chi non riesce a entrare neanche in gioco (secondo me è il caso più triste).

Che ne pensate? Vi vengono in mente altre metafore che non ho considerato?
Ciao a tutti.

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Carino! Potresti creare un oroscopo!

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dicono che siano sempre più di moda…

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  • Luna 23: ti ricorda che l’ultima oliva nel piatto è spesso la più infima, la meno dolce. Sembrava andato tutto bene, il peggio era passato, poi l’amara sorpresa!
  • Ingenuity: un underdog per antonomasia, una piacevole sorpresa la favola del successo di qualcuno/qualcosa che va oltre ogni pronostico e rosea aspettativa. Di tanto in tanto i “piccoli” rubano la scena ai più “grandi”!
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Schiaparelli: rappresenta chi, pur avendo ottime potenzialità ma requentando sedicenti personaggi, finisce col perdere il senso della misura…

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Beh, il paragone con l’oroscopo non mi sembra molto azzeccato, perché non ci sono influenze astrali o pretese di predire qualcosa. Pensavo piuttosto a qualcosa come le tipologie psicologiche, naturalmente fatte le debite proporzioni, con un’intento scherzoso o giocoso (mica sono Jung!). Se ci pensiamo, le persone che arrivano all’obiettivo in modo dritto e veloce sono poche (le più dotate) e guarda caso sono state poche anche le sonde che hanno fatto così (New Horizon e Voyager 2, mandate da potenti razzi vettore). La maggior parte dei cammini sono come la Galileo: si va avanti ma si torna indietro, poi si va di nuovo avanti e così via, finchè se tutto va bene si arriva all’obiettivo.

Un altro esempio che potremmo aggiungere è la Mariner 10, che come ricorderete ha fatto tre passaggi su Mercurio anzichè uno solo grazie all’idea del professor Colombo (a cui è stata intitolata la sonda BepiColombo). Può rappresentare chi raggiunge il successo sapendo approfittare delle occasioni.

E le due nonne Voyager?
Se vogliamo anche il piccolo e sfortunato Vanguard, a dispetto di tutti è ancora li che gira.

Ogni sonda una vita, con i suoi alti e bassi, come noi.

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Già, è vero. Aggiungerei anche che ha una missione specifica, come del resto noi. L’importante è svolgerla.