Fisica, Ing. Aerospaziale o Medicina

Sono uno studente di V liceo scientifico, e mi ritrovo bloccato nella scelta universitaria, in parte per via dei miei interessi poliedrici e in parte per la mia difficoltà cronica nel prendere decisioni molto più banali.
In ogni caso, dopo aver eliminato diverse alternative, mi ritrovo a scegliere tra le tre facoltà in titolo.
Sebbene le prime due e la terza possano sembrare parecchio diverse tra loro, penso che tutte e tre possano corrispondere ai miei interessi e conducano a professioni che ritengo belle ed appaganti.
Ora, riguardo le prime due in particolare, ero giunto alla conclusione di eliminare Ing. Aerospaziale, convinto che le materie “d’avanguardia” come fisica relativistica e quantistica fossero messe da parte per concentrarsi maggiormente sulla parte “pratica” (costruire e progettare tecnologie fattibili) quando scopro che a lavorare sul progetto del warp drive alla NASA c’è Harold White, Ing. Aerospaziale.
Perciò volevo chiedere agli studenti (ma anche a chi lavora in ambito spaziale, sia come fisico che come chimico) se effettivamente quello che avevo pensato è vero, oppure se non è così.
Grazie in anticipo.

ciao
Sono medico, sei disposto a lavorare nel pubblico? Sei disposto a scarificare 10 anni in studio prima di uno sbocco lavorativo? sei disposto ad entrare in prima linea col riscio di denuncia penale realmente dietro l’angolo? sei disposto ad essere al servizio del paziente, sei disposto a lavorare presso ASL che da direttive sono sempre più verso lo sfascio?
Sei disposto a tutto ciò? se hai risposto si a tutte sarai davvero un bravo medico.

Collega, io qualche tempo fa ho risposto di no ad alcune di queste domande. Ora infatti non lavoro nel pubblico e probabilmente non sono un “buon” medico secondo l’opinione di molti colleghi, tuttavia avrei tanto voluto che all’epoca dell’università qualcuno mi avesse spiegato che non esistono solo i reparti, gli ambulatori e le ASL, nella prospettiva di un medico. Non per tutti, e capisco che per tanti amici sarebbe impossibile rinunciare ai pazienti e all’ambiente ospedaliero come ho fatto io, ma ognuno ha predisposizioni diverse, e studiare medicina apre molte altre porte, oltre a quelle del nosocomio, di cui nessuno parla mai agli studenti.

Ciao.
non sapevo fossimo colleghi.
:slight_smile:

La realtà formativa italiana non è un granché
se si ha avuto la fortuna di poter uscire dalle patrie università si comprendono molte cose.